Articolo apparso sul numero di gennaio 2019 di Forbes Italia.
“Vivo il mio sogno tutti i giorni. Avere modo di viaggiare, conoscere il mondo, vivere intensamente il mondo glamour della moda a soli 23 anni è una grande soddisfazione. Il mio obiettivo è affermarmi definitivamente il più presto possibile”. In realtà Nicolò Beretta, milanese classe 1995, ha già alle spalle una brillante carriera e il suo futuro sembra carico di opportunità.
Il cammino verso il successo inizia nel 2011 quando presenta i suoi disegni di una scarpa da donna al designer Manolo Blahnik e alla direttrice dell’epoca di Vogue Italia, Franca Sozzani. Riceve un feed back positivo e un incoraggiamento a concretizzare quello che si è poi rivelato non solo un semplice sogno. “Mi dissero: ‘Devi produrre per forza queste scarpe’”. Con questa esortazione Nicolò debutta nel 2013 come imprenditore fondando il marchio di scarpe Giannico, che diventa subito un brand riconosciuto a livello internazionale e indossato da star internazionali come Lady Gaga. “Il mio successo”, ammette, “è arrivato con grande sorpresa e mi riempie di gioia, non c’è nulla di più bello che ottenere grandi risultati dopo aver lavorato duramente ogni giorno per costruire il proprio futuro”.
Gli anni seguenti sono pieni di riconoscimenti: la famosa talent scout e fashion editor di Vogue Italia, Sara Maino, sceglie di includere Nicolò nella lista dei 140 designer emergenti sfilata dal magazine e lo stesso anno Giannico viene selezionato per partecipare al prestigioso concorso Vogue Talents. Nel 2015 vince l’importante contest riservato ai giovani talenti Who is on next. Durante la Milano fashion week spring summer del 2016, Chiara Ferragni indica un paio di scarpe Giannico tra i suoi “fashion week essentials”. Lo stesso anno arriva la definitiva consacrazione: Forbes seleziona Giannico tra le dieci startup dell’anno.
Più di recente, per Nicolò si è aperta un’altra opportunità. A luglio il fondo Sator ha acquisito la maggioranza del brand L’Autre Chose. Alice Carli, diventata ceo, ha chiamato proprio Nicolò come direttore creativo. “Decidere di investire in un direttore creativo di 23 anni non è da tutti. Ora sono impegnato in un percorso di re-branding, compito non facile, ma che ci sta portando grandi soddisfazioni, come l’ultima collezione di abbigliamento che ho firmato”.
D’altronde lo stesso Nicolò ha ben chiaro che il segreto sta nel “non demordere mai di fronte ai tanti momenti di sconforto. Non abbattersi troppo, e cercare di andare avanti. Ovviamente”, dice, “in questo settore è necessario avere una visione e una creatività innata, che nessuno ti può insegnare”.
Vuoi ricevere le notizie di Forbes direttamente nel tuo Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!
Leggi anche: Chi è Arthur Arbesser, l’astro nascente del fashion italiano
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .