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Internet sicuro per i ragazzi: chi è il prof 23enne che insegna i social nelle scuole

Davide Dal Maso ha fondato il Movimento Etico Digitale per educare con entusiasmo le persone alle potenzialità e i rischi del web.

“In quarta superiore durante un intervento annuale nella mia scuola, in cui un paio di persone demonizzavano i social network, ho pensato che fosse necessario creare un nuovo modo di educarli ai media. Il problema è che i ragazzi si annoiavano mentre si parlava della loro quotidianità perché si tentava un approccio troppo rivolto alla negazione. Inoltre, si percepiva che i relatori non vivevano i social dall’interno. L’idea secondo me doveva essere quella di parlare anche delle potenzialità della rete, delle varie opportunità che si possono trovare e raccontare storie positive, in modo da illuminare i ragazzi”.

Da allora Davide Dal Maso, classe 1995, professore presso un istituto superiore in cui insegna “Social media e promozione online” (che dal 2017 è materia sperimentale in Veneto) e il più giovane ad avere tenuto una docenza all’Università di Padova a soli 21 anni, si sta impegnando con costanza e passione a questo obiettivo.

Da una parte come consulente social media per le piccole e medie imprese venete – che rappresenta la parte più redditizia delle sue diverse attività. “A 20 anni ho aperto la mia partita Iva per mettere a disposizione delle aziende ciò che sapevo fare, per promuoverle internazionalmente attraverso i social media. L’attività sta andando molto bene. In questi ultimi tre anni sebbene abbia dedicato tanto tempo al volontariato – e sebbene non avessi nessun aggancio imprenditoriale dal quale partire, anche perché i miei genitori fanno gli operai e mio fratello il militare – il mio valore sul mercato è cresciuto e ora genero un fatturato annuo a 6 cifre, che punto non tanto a far crescere ma a consolidare”, racconta con umiltà.

Davide vuole che l’istruzione italiana adotti l’educazione civica digitale come materia scolastica.

Con un’esperienza di sei mesi a Cardiff alle spalle, ha anche vinto un bando finanziato dai fondi Erasmus+, in cui coordinava il team comunicazione online di una organizzazione del Welsh Government (UNA Exchange) e gestiva oltre 10mila euro di budget mensile tra Google e Facebook.

Ma è soprattutto con quell’idea germogliata tra i banchi di scuola che Davide sta cercando di rivoluzionare il mondo dell’istruzione italiana. L’anno scorso, infatti, ha fondato una no-profit, Social Warning, il Movimento Etico Digitale, che oggi conta oltre 100 professionisti che lavorano con il web e dedicano parte del loro tempo come volontari a educare con entusiasmo le persone alle potenzialità e ai rischi del web. “Nel 2018, primo anno di vita dell’associazione, abbiamo incontrato più di 10mila tra ragazzi e genitori in tutta Italia. I loro feedback positivi ci dimostrano come sia essenziale aprire le porte a un mondo che veniva dipinto finora solo in modo negativo”.

Davide pensa ancora più in grande. “L’obiettivo per il 2019 per il Movimento è avere almeno un referente in ogni provincia italiana così da poter attivare vari progetti e interventi. La visione più a lungo termine, invece, è di far sì che la scuola italiana adotti l’educazione civica digitale come materia scolastica con un approccio dinamico. La rete dei formatori-volontari in tal senso potrà fungere da supporto a tale progetto per far sì che venga veramente esteso in tutta Italia, così da farne beneficiare più ragazzi possibili che appartengono a una generazione in cui un’educazione del genere dovrebbe essere alla base di tutto”.

Una frase in particolare, aggiunge, è diventata quasi uno slogan in ogni intervento del Movimento in tutta Italia e che ben racchiude la sfida della generazione attuale: “Prendi il meglio dal passato, vivi il presente, pensa al futuro”. E nel futuro di Davide cosa c’è? “Non sono una persona che punta a diventare super ricco o che sogna fatturati monstre. Preferisco avere una buona entrata e dedicare tutto il resto a migliorare l’ambiente che mi sta intorno seguendo ciò che sento di poter fare”.

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