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Zegna oltre la moda

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Punta Mesco (in Liguria) dove la Fondazione Zegna ha collaborato con il FAI per la riqualificazione e valorizzazione del territorio rurale dell’area  (Courtesy Zegna)

in collaborazione con Zegna

 

Etica ed estetica. Forse solo chi ha saputo trasformare l’acqua nel fattore produttivo più importante per la creazione di capi d’abbigliamento apprezzati in tutto il mondo poteva comprendere l’importanza che la salvaguardia del patrimonio ambientale e culturale di un territorio ha sullo sviluppo e il consolidamento nel tempo di un’azienda.

Nel 1910, Ermengildo Zegna, il fondatore del gruppo, aveva già tracciato la strada con una visione: produrre eticamente i tessuti più pregiati al mondo grazie all’innovazione e all’impiego delle migliori fibre nobili, selezionate direttamente nei Paesi di origine. L’acqua che scorga a 900 metri di altitudine sopra il lanificio fondato a Trivero, nelle Alpi Biellesi, in questo aveva, ed ha, un ruolo importantissimo. E’ infatti tra le più leggere d’Italia e forse del mondo. Una caratteristica che le permette di non alterare, durante le fasi di lavorazione, le caratteristiche originarie di materie prime preziose come lana, cashmere e mohair.

Oggi il gruppo Ermenegildo Zegna guidato da Gildo Zegna, amministratore delegato, e da Paolo Zegna, presidente, prosegue sulla via tracciata dal suo fondatore: bilanciare scienza e natura, artigianalità e tecnologia con un grande focus verso le attività di Corporate Social Responsibility. Già negli anni ’30 Ermenegildo Zegna, attraverso la riforestazione dell’area montana posta attorno all’omonimo lanificio e creando strutture socio-assistenziali per le famiglie dei suoi dipendenti (abitazioni, oltre a un centro per la formazione, lo sport e il tempo libero), aveva realizzato uno dei primi esempi industriali italiani di mecenatismo ambientale e sociale.

Casa Zegna, parte di Fondazione Zegna

La Fondazione Zegna

Con la Fondazione Zegna, costituita il primo dicembre 2000, è stato compiuto un passo ulteriore sul sentiero tracciato dal fondatore nell’impegno a far vivere in armonia qualità e dedizione al lavoro con la protezione dell’ambiente naturale, il benessere sociale e lo sviluppo culturale della comunità locale.

La Fondazione, oggi presieduta da Anna Zegna, collabora con organizzazioni a sostegno del sociale e dell’ambiente con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita sia di comunità che di individui in diverse parti del mondo. Seguendo la crescita del gruppo Zegna le iniziative della Fondazione si concretizzano infatti in un’azione filantropica che si svolge a livello internazionale. La Fondazione supporta e finanzia progetti sostenibili in cooperazione con organizzazioni non-profit e opera in quattro aree: salvaguardia e valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale, promozione dello sviluppo sostenibile nelle comunità locali in Italia e all’estero, supporto alla ricerca medica e scientifica, promozione di iniziative di educazione, istruzione e formazione dei giovani.

Solo per citare alcuni dei partner e dei progetti sostenuti negli ultimi anni (dopo il vaglio di una commissione di esperti): Fai, Amref, CREAThE Onlus, Cittadellarte Fondazione Pistoletto, WWF China. E si potrebbe continuare ancora a lungo, visto che sono decine i progetti dove la Fondazione ha fatto sentire il suo sostegno a partire dalla sua nascita.

Oltre alla Fondazione, sempre a Trivero si trovano anche Casa Zegna, archivio storico e polo di aggregazione culturale, e Oasi Zegna, “laboratorio all’aria aperta” che valorizza la relazione tra uomo, cultura della montagna e natura.

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L’Oasi Zegna nelle alpi biellesi (Courtesy Zegna)

L’uomo, il territorio e la sua cultura: benvenuti nell’Oasi Zegna

Devozione incondizionata per la natura e rispetto per il territorio: sono questi gli ingredienti fondamentali che hanno portato Ermenegildo Zegna a iniziare un lavoro di riqualificazione del territorio e di rimboschimento delle montagne attorno a Trivero, cominciando, a partire dagli anni 30, a costruire la Panoramica Zegna, una strada nata per per consentire alla popolazione locale e ai turisti di godere dell’ambiente montano (a questo scopo, i visitatori dispongono di un sistema segnaletico di “alfabeto visivo” che descrive animali, piante e minerali).

Ma il “pensiero verde” di Zegna prende una forma ancora più completa nel 1993, quando tra Trivero e Valle Cervo viene inaugurato un parco naturale di circa 100 kilometri, primo concreto esempio di mecenatismo ambientale e sinonimo della stessa identità dell’azienda. Era nata così l’Oasi Zegna, un parco naturale ad accesso libero dove promuovere l’educazione ambientale nel cuore delle Alpi Biellesi.

Oggi, quest’oasi naturalistica, che può contare su un comitato scientifico per il coordinamento e il controllo delle sue azioni, è anche luogo ideale per praticare attività come il trekking, l’escursionismo e l’equitazione nel pieno rispetto dell’ecosistema. Pensiero verde, quello del gruppo Zegna, che si traduce negli anni nella decisione di integrare questo piano di valorizzazione del territorio nella sua politica di Corporate Social Responsibility, al fine di permettere alla comunità locale di apprendere, condividere e migliorare la propria vision di sviluppo territoriale.

Un impegno che non ha tardato a ottenere i primi, importanti, riconoscimenti. Come il prestigioso Marchio di Qualità rilasciato dalla Federazione Svizzera del Turismo a seguito di un programma di “miglioramento della qualità” intrapreso dal 2013, o la partnership strategica con FAI- Fondo Ambiente Italiano, avviata da oltre dieci anni durante i quali sono state portate avanti iniziative a sostegno di aree territoriali in stato di abbandono, che nel 2014 ha visto l’Oasi ottenere il patrocinio del FAI come esempio di tutela del patrimonio nazionale.

 

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