Sembra arrivato il momento anche di Pinterest. Il social network, secondo quanto riporta il Wall Street Journal citando alcune fonti informate, ha depositato alla Sec, la Consob americana, in via riservata, la documentazione per una sua Initial public offering, con la quale cerca una valutazione da almeno $ 12 miliardi. A lavorare alla quotazione in Borsa ci sarebbero Goldman Sachs e JPMorgan. L’obiettivo sarebbe lo sbarco in Borsa verso la fine di giugno.
A settembre, Pinterest, fondato nel 2010 e guidato dal ceo e co-fondatore Ben Silbermann – Forbes stima un patrimonio di $ 1,6 miliardi – ha superato i 250 milioni di utenti attivi al mese.La società genera entrate dagli annunci sparsi sul suo sito e ha incassato più di $ 700 milioni nel 2018, in aumento del 50% rispetto all’anno precedente.
Pinterest potrebbe quindi unirsi alle tante società tech in procinto di quotarsi a Wall Street nel 2019. A inizio febbraio Slack ha presentato la documentazione per la quotazione alla Securities and Exchange Commission, la cui valutazione è arrivata a $ 7 miliardi, ma secondo molti potrebbe arrivare fino a $ 10 miliardi. Un club a cui nei prossimi mesi potrebbero aggiungersi anche Uber, Lyft, Airbnb e Palantir.
La corsa alla quotazione, come scrive ancora il WSJ, potrebbe essere generata delle buone performance che le nuove azioni tech stanno mettendo a segno nell’ultimo periodo. Le azioni tech che si sono quotate negli Usa nel 2018 sono infatti aumentate in media del 33% circa, secondo Dealogic. Nel 2019, secondo molti analisti, potrebbe essere raggiunto il recordo per le Ipo in termini di quantità di denaro raccolto. Renaissance Capital, che fornisce consulenza sulle Ipo e gestisce l’Ipo Etf – un indice di circa 60 Ipo di grandi dimensioni, ha dichiarato a CNBC di avere un elenco di 226 aziende private che stanno pianificando la quotazione nel 2019. Queste società rappresenterebbero un valore di $ 697 miliardi. Supponendo che le società fluttuino il 15% del loro valore, si otterrebbero circa $ 100 miliardi di offerte Ipo ($ 697 miliardi x 15% = $ 104,55 miliardi). Un valore che frantumerebbe anche gli anni record del 1999 e del 2000, in piena bolla dot.com quando si erano raccolti rispettivamente $ 93 miliardi e $ 97 miliardi.
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