L’Università di Harvard è ancora la migliore università al mondo. Sul podio, al secondo posto, il Massachusetts Institute of Technology, mentre al terzo l’Università di Oxford. È quanto emerge la nuova edizione QS World University Rankings by Subject 2019 – la classifica mondiale delle migliori università stilata da QS Quacquarelli Symonds, che ha comparato le performance di 1.200 istituti nel mondo divise in 48 materie -, che ha visto quest’anno il riscatto anche degli atenei italiani.
Migliori università al mondo: in Italia spiccano il Politecnico di Milano e La Sapienza di Roma
Il Politecnico di Milano è l’unica università Italiana che si classifica tra le Top 10 in tre discipline. Conquista due posizioni in Ingegneria civile (dal nono al settimo posto) e ben dieci in Ingegneria meccanica e aeronautica (dal 17esimo al settimo). La Sapienza di Roma è l’unica università italiana classificata prima al mondo in una disciplina: “Studi Classici e Storia Antica”. Il Politecnico di Torino entra per la prima volta nella classifica di Ingegneria Mineraria, posizionandosi al 24esimo posto. L’Alma Mater di Bologna è 44° per Odontoiatria, 54° per “Arte e studi umanistici” e al 46° per Lingue moderne. L’Università di Pisa è invece 50° per Scienze Bibliotecarie. Si conferma inoltre l’eccellenza dell’Università Bocconi, all’8° posto nel mondo per i corsi di Business&Management, 16° per Economia; e 18° per Finanza e Contabilità.
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Classifica migliori università del mondo: migliorano le performance delle università in Uk rispetto a quelle delle università americane
In generale dalla classifica delle migliori università al mondo emerge che gli Stati Uniti hanno dovuto affrontare più cali di posizione che aumenti. A incidere una maggiore concorrenza e costi di iscrizione sempre maggiori. Al contrario, sebbene la Brexit potesse essere un elemento precario, migliorano le performance delle università inglesi, che sono diventate ancor più competitive degli anni passati. Il Regno Unito ha infatti conquistato il primo posto in 10 delle 48 categorie, due in più rispetto al 2017.
Problemi invece per il Brasile che perde quasi un quarto delle sue prime 100 posizioni. Così come l’Asia che ha perso smalto rispetto alle precedenti edizioni. Ma, sottolinea QS Quacquarelli Symonds, gli studenti sono oggi meno legati dalla geografia: “Sono più interessati a trovare i migliori programmi nei posti migliori per loro, ovunque si trovino. In altre parole, cercano un’istruzione che li aiuti a raggiungere i loro obiettivi di carriera a lungo termine”.
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