Quando pensiamo alla pizza viene in mente il più classico e semplice degli alimenti. Ciononostante la ricetta tradizionale continua ad essere oggetto di ricerca e sperimentazione da parte dei grandi chef. Se l’anno scorso ci aveva pensato Cracco con la sua margherita, passata tutt’altro che inosservata, quest’anno è il turno dei fratelli Alajmo. Massimiliano, chef che ha conquistata le tre stelle Michelin nel ristorante Le Calandre, e Raffaele, ceo di Alajmo S.p.A., hanno presentato ieri a Milano AMOR, il nuovo locale del gruppo già proprietario di 10 ristoranti tra Padova, Venezia e Parigi, dedicato alla pizza.
AMOR è ospitato nella sede di 10 Corso Como e il design è stato affidato al noto architetto francese Philippe Starck, che già in passato aveva collaborato con la famiglia Alajmo. Il menù è tutto incentrato sulla pizza, ma non una pizza qualsiasi: quella brevettata da Max Alajmo, dopo anni di studio e sperimentazioni, è cotta al vapore. L’impasto viene fatto lievitare completamente seguendo il suo ciclo naturale e subisce una prima cottura nel forno a vapore, sviluppando una struttura particolarmente ariosa per poi essere rifinito in base alla preparazione scelta.
I tipi di pizza che possono essere ordinati sono due. Quella al vapore costa 4,5o euro e prevede 6 versioni differenti, tra le quali l’amatriciana, la vegana e la declinazione dolce con cioccolato fondente e nocciole, mentre quella più croccante è presente in menù con le varianti margherita e uovo e bacon a 6,50 euro. Lo chef stellato ha inoltre sviluppato la propria versione del calzone, il Masscalzone, e una mini-versione, il Masscalzino. Entrambi vengono cotti in modo da risultare croccanti sia all’esterno sia all’interno.
L’offerta del nuovo locale non si ferma alla pizza: da AMOR ci si può fermare per colazione o per bere un cocktail dopocena. “È il luogo dove ci si reca se si è alla ricerca di una pausa veloce ma al contempo gratificante”, ha spiegato Raffaele Alajmo, CEO e maître des lieux del gruppo. “Questo è il flagship store di una serie di locali che stiamo iniziando a realizzare”, ha aggiunto.
Rispetto alla versione di Cracco, quella di Alajmo sembra essere una reinterpretazione in chiave street food. La pretesa, comunque, rimane la stessa e chissà che non si porti dietro le stesse polemiche.
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