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Così questa startup vuole abbattere le barriere tra le persone e i dati

L’attenzione attorno ai progetti di intelligenza artificiale e machine learning ha reso evidente a tutte le imprese, anche le medie e le piccole, l’importanza dei dati e della necessità di prendere decisioni sulla base di essi.

Se ne parla da anni, ma spesso tanti di noi fanno fatica a vedere degli effetti tangibili. La verità è che dei risultati ci sono stati e pure positivi. Ma a giovarne sono state soprattutto le grandi aziende, big tech o del settore delle telecomunicazioni. E i più piccoli? Spesso sono rimasti al palo, perdendo possibilità di competere sul mercato e crescere.

Nei prossimi mesi, però, le cose potrebbero cambiare.

Hiop: l’idea di Giacomo Barone

Arriva nel momento giusto l’idea di Giacomo Barone. Da anni è attivo con la sua startup Hiop e ha lanciato, insieme a Vincenzo Marino ed Enrico La Sala, una piattaforma per “abbattere le barriere tra le persone e i dati”. Con una carriera a metà tra consulenza e marketing e un’esperienza da ricercatore in ambito AI e advanced analytics, Barone ci spiega la sua idea: “Noi stiamo sviluppando una tecnologia capace di rimuovere tutti quegli ostacoli che impediscono alle persone, e quindi alle imprese, di prendere decisioni strategiche sulla base dei dati. Spesso aziende e sviluppatori si trovano a raccogliere i dati da sistemi CRM, gestionali, API che non collaborano tra di loro: noi vogliamo rendere semplice questo processo.”

Rendere democratica l’analisi dei dati

Hiop vuole essere l’alleato migliore per imprese, sviluppatori e maker, per spostare e aggregare i dati da analizzare all’interno del proprio progetto senza dover ricorrere allo sviluppo di costose infrastrutture create ad hoc o particolari adattamenti: “È un approccio diverso rispetto a quello avuto fino ad oggi dall’industria, basato soprattutto sull’ottimizzazione dei big data.”

Il fondatore ha ereditato la passione per l’informatica da suo padre, prima impiegato della Olivetti in Puglia e poi titolare di un negozio di informatica. Come un tempo i negozi di informatica hanno avvicinato le persone all’utilizzo di software e computer, oggi Giacomo Barone vuole rendere ‘democratiche’ attività complesse come l’analisi dei dati.

Non è un caso che, quando gli viene chiesto di raccontare un traguardo, parli di ciò che le imprese sono riuscite a costruire utilizzando Hiop: “La nostra startup è nata con una forte missione sociale. Per questo i momenti che mi hanno dato più soddisfazioni sono stati le interazioni con dei ragazzi di alcune startup e aziende tecnologiche che costruiscono, sulla base delle nostre tecnologie, a loro volta dei prodotti e dei servizi.”

Un esempio è rappresentato da WineBI, software di business intelligence che aggrega, analizza e rende fruibili i dati alle aziende vitivinicole, permettendo di ottimizzare i processi di produzione, identificare tendenze di mercato e prevedere le scelte dei consumatori.

Gli altri sviluppi verticali

La piattaforma sviluppata da Hiop può però rendersi utile a diverse verticalità: “Il settore della food & beverage, sicuramente, che può avere necessità di far dialogare dati tra i gestionali di cassa, le cucine, la supply chain e le app di delivery: su questo abbiamo lavorato con il gruppo La Piadineria,” spiega Barone.

“Penso in generale, però, a tutte le attività che prevedono operazioni sia online che offline, magari con un punto vendita, o che devono far funzionare all’unisono diverse linee di business. Meccanismi che ritroviamo, per esempio, anche nel mondo bancario”.

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