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Lifestyle

La classe è in acqua con le coupè del mare di Princess

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Il Princess S78

(articolo apparso sul numero di giugno di Forbes)

di Antonio Vettese

Il cantiere Princess Yachts è nato con il nome di Marine Projects a Plymouth nel 1965, uno dei più famosi porti inglesi dove fin dai tempi degli antichi romani la navigazione è sempre stata al centro delle attività commerciali. Il cantiere nel 1981 è stato acquisito dal finanziere sudafricano Graham J. Beck, nel 2001 ha cambiato nome in Princess Yachts International e nel giugno 2008 è entrato nel gruppo LVMH di Bernard Arnault, facendo parte di una galassia che amministra 60 marchi del lusso. Attualmente ha circa tremila dipendenti, produce sette gamme di yacht da poco più di dodici fino a 40 metri per coprire tutte le esigenze possibili nel campo delle barche a motore: dalle velocissime (compreso un esemplare per James Bond) alle più familiari e crocieristiche.

Lo stare in un gruppo così importante, operatore del lusso, ha consentito al marchio di sviluppare imbarcazioni di eccellenza, che si sono evolute dallo stile molto concreto e forse un po’ ruvido delle origini fino a diventare raffinato. L’arrivo al comando del cantiere del manager italo americano Antony Sheriff ha segnato infatti un nuovo modo di intendere il lusso, mutuato dalla sua esperienza praticata con le auto McLaren: ha chiesto più qualità e, per ottenerla, ha voluto una riduzione della produzione, lavorando quindi senza inseguire a tutti i costi numeri industriali.

È arrivato anche un design più pulito che traccia linee riconoscibili e filanti, non solo dedicate alla creazione di grandi volumi e luci all’interno, come talvolta accade su barche contemporanee che perdono di vista l’aspetto complessivo. Un design evocativo delle forme storiche delle barche di classe che propone allo stesso tempo un grado di ‘understatement’.

Gli yacht Princess non sono sempre prodotti che puntano alla visibilità a tutti i costi, ma costruiti su una grammatica di classe. La gamma S di cui fa parte la barca che Forbes presenta in queste pagine è quella che raccoglie le sport bridge che si può tradurre in una sorta di coupè del mare: significa che la zona living può essere chiusa e condizionata, ottenendo quindi abitabilità e comfort con prestazioni importanti. Il fly bridge è leggero, poco visibile ed invadente nel profilo della barca.

    Il princess S78
    Il princess S78
    Il princess S78
    Il princess S78
    Il princess S78

Princess S78 è stato presentato lo scorso inverno: con la sua lunghezza massima, al limite dei 24 metri, è ancora considerato imbarcazione da diporto e quindi non nave: per chi lo possiede è una grande semplificazione nei requisiti per la burocrazia necessari da affrontare per la sua conduzione. Sul piano del design assimila comunque le lezioni contemporanee per questi motoryacht: soprattutto tanta luce negli interni ottenuta con le finestrature a scafo per le cabine e le grandi vetrate nella zona living, che un gioco di linee mimetizza. Gli elementi di arredo sono studiati nei particolari e la qualità si esprime ovunque, colori e materiali scelti rispecchiano questa volontà.

Il layout è caratterizzato da un ponte living con pozzetto e dinette sullo stesso livello, che crea in sostanza un ambiente unico con diverse zone che grazie al posizionamento di alcuni arredi possono variare. Questo ponte principale si raggiunge da poppa con una unica scala centrale, che sale in mezzo a due grandi prendisole. Il ponte notte offre quattro cabine, di cui una armatoriale full beam a centro barca, una vip e due ospiti.

Con i motori più potenti disponibili, ovvero due Man V12 da 1900 cavalli S78 esprime velocità massime fino 39 nodi. L’opzione con potenza inferiore monta due propulsori da 1800 cavalli, ma la velocità di punta scende di poco restando abbondantemente sopra i 30 nodi, confermando le caratteristiche di una carena veloce e marina.

Princess Yachts: “tutto a mano e in cantiere”

Il cantiere Princess insegue un sistema di qualità e servizio che lo vuole differenziare dal resto dei produttori. Adotta, infatti, la strategia della produzione di quasi tutti gli elementi della barca nei suoi cantieri. Come dice Piero Cesana, distributore di Princess Yachts in Italia: “la volontà dell’azienda è di costruire al suo interno tutto il possibile, dagli acciai agli arredi, ottenendo con questo un controllo assoluto della qualità e del design.

Dunque le barche sono interamente realizzate a mano, in maniera artigianale, e tutto viene costruito in Inghilterra, partendo dalla materia prima per arrivare allo yacht finito. Princess è una delle ultime aziende al mondo a farlo e praticamente non usa subfornitori. Questo aspetto, unito a un servizio post vendita di particolare qualità, può fare la differenza nei confronti della concorrenza”.

“La gamma S” continua Cesana, “è composta da tre imbarcazioni: S60, S65, S78, che hanno come denominatore comune lo spazio all’aperto, la luminosa zona living, il garage per il tender, le prestazioni. Le prime consegne disponibili per S78 sono previste nel 2020, i prezzi sono a partire da 3.160.000 sterline. Il cantiere inglese ha infatti un importante order book, articolato nelle sue sette collezioni di yacht, che ha spinto la programmazione fino al 2020 a un fatturato di oltre il miliardo di dollari e lo colloca al quarto posto nel ranking costruito dalla rivista inglese Boat International.

Princess Yachts sta esplorando la tecnologia high tech con R 35 Class Performance, una barca di 35 piedi (circa undici metri) realizzata in carbonio e con il sistema Afs (Active Foiling System) studiato assieme ai designer di Tam Bar Ben Ainslie Racing, che ha partecipato alla ultima Coppa America. I sistemi foiling provvedono a un sostentamento della barca che le consente di alzarsi sull’acqua, con un effetto simile a quello degli aliscafi, che finora era stato dedicato solo a imbarcazioni commerciali o militari. R 35 è una sport boat che naviga a 50 nodi, al cui progetto ha collaborato anche lo studio italiano Pininfarina.

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