Ricordate il 2008, il crack Lehman Brothers e la grave crisi che ne è seguita? Da allora il più importante indice della Borsa Italiana, il FTSE Mib, che contiene le 40 azioni a maggiore capitalizzazione del nostro mercato finanziario, non si è più risollevato. Resta ancora abbondantemente al di sotto dei valori precedenti lo scoppio della crisi iniziata con i subprime. Sono passati quasi 11 anni, ma anche estendendo lo sguardo su un orizzonte di 15 anni il bilancio resta negativo, per ben 23 punti percentuali.
E proprio 15 anni fa, il 7 luglio 2004, fa sbarcava a Piazza Affari Azimut, società indipendente che si occupa di consulenza e gestione del risparmio. Ebbene, dal giorno della quotazione il gruppo, che ha oggi oltre 55 miliardi di euro di masse gestite, ha premiato i suoi azionisti con un total return, ossia con una performance che tiene conto anche dei dividendi distribuiti, del 751% (circa un +50% all’anno), classificandosi 1° nel periodo per rendimento totale tra i titoli finanziari italiani e 4° tra i componenti del FTSE Mib. Anche gli altri titoli del settore dell’asset management hanno offerto rendimenti di tutto rispetto. Si va da un total return del 455% di Banca Generali, al 191% di Fineco, fino al 148% di Mediolanum. Più contenuti invece i valori riferiti al mondo bancario/assicurativo, dove tra i principali titoli gli unici casi positivi sono quelli di Mediobanca (57%), Generali (36%) e Intesa Sanpaolo (32%).
Azimut, il segreto di una crescita costante
Forbes.it ha chiesto al presidente di Azimut, Pietro Giuliani, il segreto di questi risultati e quali potrebbero essere gli scenari di aggregazione nel settore che dovessero riguardare anche Azimut.
Dal 2004 la struttura della società è cresciuta in Italia di circa 1.100 consulenti finanziari e private banker, portando così il numero complessivo da 700 professionisti a quasi 1.800 di oggi (2.200 includendo la rete all’estero). Nei 15 anni Azimut ha inoltre raccolto circa 44 miliardi di euro di nuove masse e ha generato 2 miliardi di euro di utile netto, di cui 1,3 miliardi di euro pagati agli azionisti come dividendo.
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