Articolo tratto dal numero di agosto 2019 di Forbes Italia. Abbonati.
Se le si chiede qual è stato il prodotto più affascinante a cui ha lavorato, non ha dubbi:
“La creazione di una protesi fatta su misura che è stata in grado di migliorare le performance di un atleta di handbike”. Questo è tuttavia soltanto uno dei progetti di Elmec 3D, la business unit di Elmec Informatica che si occupa di 3D printing, fondata e guidata da Martina Ballerio. La giovane coordina un team di 15 persone che collabora con aziende e università di primo piano.
“La nuova fabbrica 4.0 pone però le imprese davanti ad alcune sfide: i progettisti hanno a disposizione un modo totalmente nuovo di creare prodotti meccanici innovando. Tutti questi cambiamenti però non risultano immediati per chi ha per anni progettato componenti nell’ottica di ridurre la complessità geometrica e pianificato i processi, insieme ai propri fornitori, con l’obiettivo di realizzare in una volta migliaia o milioni di parti, tutte uguali, da accumulare, talvolta, senza chiedersi se poi sarebbero state utilizzate. Oggi abbiamo l’opportunità di ridurre gli sprechi di materiale, produrre dove serve – si parla di “manifattura distribuita” – solo quello che serve, e dare più valore ai prodotti”, spiega la giovane manager.
La prima tappa del suo percorso è stata la laurea in ingegneria dei materiali ottenuta presso il Politecnico di Milano, formazione consolidata successivamente con un’esperienza internazionale: un master con lode in nanotecnologie, il primo anno presso la Katholieke Universiteit Leuven e quello di specializzazione presso l’Université Joseph Fourier di Grenoble, senza dimenticare una collaborazione con la Technische Universität Dresden nella ricerca sui dispositivi microfluidici.
Dopo la laurea, ha ricoperto il ruolo di ricercatrice presso l’Institut Néel Cnrs a Grenoble, dove si è occupata di trasporto di elettroni su transistor di nanotubi di carbonio. Nel dicembre 2015 ha iniziato a lavorare nel campo della consulenza strategica in Accenture occupandosi di strategie di business e tecnologia, fino all’ingresso in Elmec, alla fine del 2017, con un solo e ambizioso obiettivo: portare innovazione nel settore manifatturiero italiano. “Le nostre grandi aziende si stanno muovendo e stanno iniziano ad investire, in quanto si rendono conto che non possono rischiare di ritrovarsi ad operare con sistemi vecchi e non più competitivi”, dice. “Tuttavia, queste nuove tecnologie a volte vengono implementate senza una strategia ben chiara e il coinvolgimento corretto da parte di tutta la catena produttiva e manageriale; rischiano di essere un salto nel vuoto e non produrre alcun beneficio”.
Quello della stampa 3D è un contesto in continua evoluzione. La produttività si alza sempre di più, i costi diminuiscono, mentre rimane il limite della finitura estetica. Aspetti destinati a essere migliorati ulteriormente nei prossimi anni. “La sfida è continuare a lavorare accanto alle grandi aziende italiane e innovare insieme a loro, facendo sì che gli investimenti fatti rappresentino davvero una rivoluzione positiva a favore di una maggiore competitività e meno sprechi. Per fare questo, i nostri ingegneri dovranno continuare ad aggiornare le proprie competenze, non trascurando però il carico di lavoro sempre crescente”.
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