Innovation

Tre ragazzi stanno riscrivendo le regole della fotografia grazie all’intelligenza artificiale

Da sinistra: Giacomo Grattirola, Jacopo Benedetti e Federico Mattia Dolci, co-fondatori di Boom Imagestudio. (Courtesy Boom)

“Ogni giorno milioni di immagini vengono scattate e condivise sul web, da chiunque. Per questo, in tanti cominciano a pensare che la fotografia si stia perdendo. Noi no!”. Così la pensa Federico Mattia Dolci, determinato e appassionato valtellinese classe 1994 che, insieme al conterraneo Giacomo Grattirola e al vicentino Jacopo Benedetti, ha co-fondato Boom Imagestudio, startup di servizi fotografici on-demand che ha fatto dell’intelligenza artificiale il suo cavallo di battaglia. “Qui, in Boom, crediamo nel cambiamento e nelle nuove prospettive. Abbiamo scelto di supportare la fotografia in tutte le sue nuove forme ed espressioni, guardando allo stesso tempo al futuro dell’industria creativa, rispettandola, preservandola e valorizzandola”.

Attraverso la loro piattaforma, in pochi secondi, società di tutto il mondo possono prenotare un servizio e, nel giro di pochi minuti, viene assegnato un fotografo professionista locale. Selezionato e formato in base a specifiche esigenze tecniche. In meno di 24 ore dalla sessione, grazie a sofisticati processi tecnologi di lavorazione e di controllo, le fotografie sono pronte e modificate per l’uso. L’intelligenza artificiale gioca qui un grande ruolo al fine di garantire qualità coerente e consistente, servizio dopo servizio.

“Oggi il commercio online è guidato da contenuti visivi”, spiega Federico. “Tuttavia, spesso diamo per scontato il grande sforzo dei fotografi, impegnati per la maggior parte del loro tempo in attività non pertinenti alla loro passione, e il grande sforzo delle aziende nel trovare, assumere e gestire in modo efficiente professionisti in tutto il mondo. L’intero sistema è costoso e obsoleto. Noi ci inseriamo nel mezzo, offrendo la possibilità di prenotare in pochi secondi un servizio fotografico professionale, ovunque e in qualsiasi momento. Uno o centomila, non importa. Noi siamo garanti dell’efficienza e della qualità del servizio, sempre”.

Alla base dell’offerta di Boom Imagestudio c’è infatti un software che non solo esegue determinate azioni in maniera automatica, ma che modifica le fotografie anche meglio di come farebbe la mano e il cervello umano. Si chiama B-Rocket, programma di post-produzione automatica, implementato con algoritmi di deep learning in grado di campionare, leggere, valutare e modificare ogni fotografia tramite una lettura “intelligente” di ogni pixel.

Gli inizi però non sono stati facili, sebbene la fotografia sia stata da sempre una grande alleata dei tre giovani ragazzi. “Ci ha seguito in escursioni alpinistiche, set di moda e nel mondo, fino a Milano dove, un giorno, si è trasformata in un’occasione”. L’intuizione è stata semplice: molti colossi del web come Airbnb, Booking e tanti altri vivevano (e vivono tuttora) di foto, crescevano attraverso le foto presenti sui loro siti. “Ricordo ancora quando Giacomo, amico di vecchia data, mi chiamò e disse: «Cercano un fotografo di interni»”. All’epoca erano ancora studenti universitari a tempo pieno e “la fotografia era principalmente una boccata d’aria”.

I tre giovani fondatori hanno raccolto per la loro startup 3,5 milioni di euro di finanziamenti in un anno e mezzo. (Courtesy Boom)

“Il primo servizio fu il nostro battesimo di fuoco, una prova per noi e per le nostre abilità. Andammo in due, sperando che l’unione facesse la forza. Ci presero. Un posto in due e una manciata di euro. Ma non ci importava. Di giorno foto, di notte post-produzione. Volevamo imparare e ogni scatto era l’occasione perfetta per migliorare. Ricordo ancora la fatica di quelle settimane, l’assoluta cura, l’attenzione maniacale al dettaglio. Ricordo l’energia. Ci sentivamo vivi. Dopo circa due mesi aggiungemmo in camera una terza sedia, per Jacopo, terzo founder. Da quel giorno tutto cambiò”.

A 25 anni, di fronte alle perplessità di tutti, aprirono la loro società. “Sicuri di noi, insieme guardavamo dove tutti non si spingevano, guardavamo a Itaca, ricordando le parole del poeta Konstantinos Kavafis, augurandoci una strada lunga, fertile in avventure e in esperienze”.

La strada è sì lunga, ma di certo non facile. E nonostante tutto, ad oggi, i tre under 30 sono riusciti a raccogliere 3,5 milioni di euro. Dopo il primo round di finanziamento di 500mila euro a settembre 2018, è arrivato il secondo, più consistente, lo scorso luglio, di 3 milioni di euro, guidato da investitori privati di primaria importanza e da alcuni tra i family office più rilevanti del Paese. I capitali serviranno per strutturare le fondamenta di un progetto con diverse fasi di crescita. La prima è l’espansione globale in tre industries fotografiche, per poi abbracciare tutto il sistema visuale che oggi monopolizza le abitudini di acquisto: tramite pc, tablet e smartphone. “Ad oggi migliaia di servizi fotografici sono stati prenotati sulla nostra piattaforma e supportiamo centinaia di fotografi in tutta Europa. Stiamo costruendo una società guidata da valori profondi e animata dall’amore per la fotografia. Una sfida che richiede i migliori talenti e un grande investimento nella più avanguardista tecnologia”.

Per il futuro gli obiettivi – ambiziosi, ovviamente – non mancano. “Oggi manca un player capace di parlare in modo credibile al mondo della fotografia. Manca una realtà che si faccia carico di accompagnare i fotografi in questo cambiamento già in atto, non solo offrendo loro gli strumenti per migliorare la loro vita lavorativa, ma rendendoli partecipi nel processo di creazione degli stessi. La fotografia aspetta una nuova fase, vogliamo contribuire aiutando a scrivere una nuova pagina, lavorando allo stesso tempo per proteggerne e allargarne i confini. Abbiamo la fortuna di vivere in una delle ere più stimolanti che siano mai esistite”.

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