Dopo giorni di indiscrezioni, ieri Google ha ufficializzato l’acquisizione di Fitbit, società leader nelle tecnologie indossabili, per 2,1 miliardi di dollari.
Fitbit è nata nel 2007 dall’idea di Eric Friedman e soprattutto di James Park, già entrato nel 2015 nella classifica Forbes degli imprenditori più ricchi d’America al di sotto dei 40 anni. All’epoca era accreditato di un patrimonio di 660 milioni di dollari e dopo il deal di questi giorni potrà certamente ritoccare ulteriormente verso l’alto il valore del suo patrimonio.
A metà degli anni 2000 James Park rimane affascinato dal modo in cui la giapponese Nintendo aveva combinato sensori e software nella sua Wii. La leggenda narra che all’epoca Park, sentendosi fuori forma, volesse creare un dispositivo per il benessere fisico a metà strada tra i contapassi economici e gli orologi sportivi più costosi.
Park e Friedman raccolsero inizialmente 400mila dollari da parenti e amici per l’avvio delle operazioni, riscontrando tuttavia alcuni problemi. Nessuno dei due infatti aveva molta esperienza con l’hardware e con la produzione. “Probabilmente ci sono state almeno sette occasioni in cui la compagnia è andata vicina alla morte”, ebbe modo di dire in un’intervista lo stesso Park.
Non era la prima asperità che Park si trovava a sperimentare nella sua vita. Come altri protagonisti della nouvelle vague della Silicon Valley, Mark Zuckerberg su tutti, anche Park ha lasciato gli studi prima della laurea. Dopo aver lasciato Harvard, ha lavorato per un anno in Morgan Stanley per poi co-fondare la società di software Epesi Technologies, dove Friedman aveva il ruolo di ingegnere capo. In seguito i due diedero vita al servizio di condivisione di foto digitali Windup Labs, venduto nel 2005 a CNET.
I ricavi di quella vendita costituirono il nucleo iniziale di risorse utili al lancio di Fitbit, portata alla quotazione in Borsa a Wal Street nel giugno del 2015. Fino all’incontro con Google, a caccia delle competenze necessarie a conquistare un mercato, quello dei wearable, dove finora Big G ha faticato a trovare spazi di primo piano nonostante investimenti milionari. E dove invece Fitbit, anche grazie alla perseveranza dei due fondatori nei momenti difficili, è riuscita a ritagliarsi un ruolo di leader in mezzo ai colossi della tecnologia mondiale.
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