dal numero di febbraio di Forbes Italia
di Camilla Conti
La sfida dell’Italia a Expo 2020 Dubai prende finalmente forma. A ormai meno di nove mesi dall’inizio dell’Esposizione universale entra nel vivo il cantiere del padiglione Italia.
La prima pietra è stata posata lo scorso novembre: l’edificio sarà un vero e proprio hub dell’innovazione e della sostenibilità in grado di rappresentare e promuovere l’internazionalizzazione delle istituzioni, dei territori e delle imprese tricolori. Sorgerà in una zona di grande visibilità tra le aree tematiche di Expo 2020, vicino ai padiglioni di Emirati Arabi Uniti, India, Germania, Arabia Saudita, Giappone e Stati Uniti.
Il progetto, frutto della creatività di Carlo Ratti, Italo Rota, Matteo Gatto e F&M Ingegneria, si basa su un approccio circolare all’architettura, con gli scafi di tre imbarcazioni convertiti nel tetto dell’area espositiva. Il padiglione Italia sarà un vero e proprio giardino di storie, immaginato come il viaggio di uno sguardo che parte dall’alto di un affaccio panoramico e accompagna il visitatore attraverso un percorso di architetture narrative: dal Belvedere, una finestra ottagonale sui più suggestivi paesaggi d’Italia passando per le short stories, spazio dedicato a racconti espositivi e cinematografici sui temi delle eccellenze del saper fare italiano e l’Osservatorio dell’Innovazione con le ultime frontiere della ricerca italiana sui temi dello spazio e delle acque fino ad arrivare al Teatro della Memoria, dedicato alla madre di tutte le muse. Il viaggio dello sguardo si conclude ritornando sugli occhi del David di Michelangelo, con una copia a grandezza naturale posizionata all’interno di una struttura lignea ispirata ai teatri rinascimentali.
Nei mesi scorsi il commissariato per la partecipazione dell’Italia all’Esposizione universale ha sviluppato con numerosi partner istituzionali e del mondo accademico, imprenditoriale, scientifico, della creatività, dello sport, dei media e della musica un percorso di co-progettazione e creazione per rappresentare al meglio il paese sulla scena globale. Il padiglione avrà quindi non solo una funzione espositiva ma anche dimostrativa, ovvero capace di rappresentare l’expertise italiana nella creazione e nella costruzione di spazi interni ed esterni.
Partendo dal tema Beauty connects people, la partecipazione dell’Italia rappresenterà un’occasione unica di promozione del paese attraverso un percorso che vede protagonisti anche le grandi e medie realtà imprenditoriali pubbliche e private. A cominciare dai partner tecnici e dagli sponsor. Come colossi del calibro di Fincantieri, Eni, Leonardo, Adr ed Enel con la controllata Enel X. Nell’hub saranno presenti anche Mapei e il gruppo Boero che forniranno materiali di eccellenza per decorare sia gli esterni sia gli interni. Anche Eni è orgogliosa di poter partecipare, insieme con le altre eccellenze imprenditoriali e culturali, al padiglione Italia: per il gruppo, gli Emirati Arabi Uniti sono un paese di altissimo valore strategico oltre che dal grande potenziale produttivo. Ci sarà anche Tolo Green, azienda italiana che opera nel settore energetico e leader nella produzione di microalghe, che curerà l’installazione di un impianto di produzione e lavorazione di microalghe nei water mirrors che circondano lo spazio Belvedere, tramite la propria tecnologia per il trattamento ecologico dell’aria.
Le ricadute economiche complessive per l’economia italiana stimate dalla School of management del Politecnico di Milano viaggiano attorno ai 1,7 miliardi di euro aggiuntivi in ognuno dei cinque anni successivi all’Expo. Di questi, è atteso un impatto di circa 1,5 miliardi l’anno in termini di sostegno all’export grazie alla valorizzazione delle eccellenze italiane, specialmente di imprese storicamente meno in grado di muoversi internazionalmente. Altri 200 milioni circa arriveranno ogni anno sotto forma di investimenti in piccole, medie e grandi realtà innovative italiane grazie all’approccio dell’innovation hub lungo le nuove vie della seta senza dimenticare l’impatto della promozione di territori, città, prodotti e comunità. La crescita dell’export verso i mercati medio-orientali e asiatici più dinamici è un risultato raggiungibile ma non scontato: per ottenerlo e mantenerlo stabilmente occorrono delle strategie precise per migliorare il posizionamento dell’Italia su questi mercati. L’esperienza recente suggerisce che investimenti di promozione congiunta del made in Italy su mercati specifici, anche difficili, ottengono degli effetti significativi in termini di crescita delle esportazioni. Ciò si può verificare soprattutto se si valorizzano le sinergie tra imprese di diverse dimensioni appartenenti ad una stessa filiera, come nei casi di open innovation. Da questo punto di vista, Expo Dubai 2020 rappresenta un’occasione da non perdere.
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