Cultura

La collezionista che ha reso l’arte un supporto terapeutico

Recentemente alcuni enti culturali si stanno occupando di indagare il rapporto fra fruizione dell’arte e benessere psicofisico. E’ dello scorso ottobre lo studio dell’Art Fund inglese che raccoglie dati ed informazioni circa l’arte come strumento di relax e benessere utili a combattere lo stress.

Che invece possa essere usata quale strumento terapeutico, è realtà in Italia già da qualche tempo. Lo è grazie a Rebecca Russo, presidente e direttrice del Centro Videoinsight di Torino, psicologa, psicoterapeuta e collezionista, autrice di un metodo scientifico legato alla fruizione della video arte finalizzato alla promozione del benessere psicofisico. Dopo anni di ricerca a cui ha dato il via la Fondazione Videoinsight, il suo metodo, applicato alla riabilitazione ortopedica, è insegnato dal 2015 all’Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna.

    Alcune delle opere della Fondazione Videoinsight di Torino (Courtesy Fondazione Videoinsight)

Abbiamo incontrato Rebecca Russo alla mostra collettiva ‘Sirene’, evento collaterale di Arte Fiera Bologna, dove la presidente della Fondazione aveva organizzato una mostra d’arte contemporanea sul tema del femminile. Una sfera che è uno dei nuclei della collezione Videoinsight, in cui sono presenti artiste molto note, come Marina Abramović, Nathalie Djurberg fino ad artiste  ancora emergenti. Il perché del femminile è chiaro: “Nelle artiste donne vedo la capacità di essere visionarie e di mettere in atto progetti innovativi”.

La Russo ci racconta la sua passione per l’arte contemporanea, che coltiva da diversi anni. “È dal 2013 che ho convogliato la mia passione per l’arte contemporanea in una fondazione che ha la sua sede a Bologna. In questo progetto ho unito idealmente la passione per il contemporaneo alla mia professione di psicologa, inventando un metodo psicoterapeutico, che porta il nome di Videoinsight”. Dedicata allo studio e ricerca in campo medico e scientifico, la Fondazione ha fra i suoi scopi la promozione dell’arte contemporanea, il sostegno filantropico agli artisti e alla medicina, in una visione olistica finalizzata a promuovere l’integrazione fra arte e scienze mediche. Una concezione che certamente anni fa non poteva che suscitare perplessità in campo medico, che oggi invece sono state pienamente accettate.

‘Ho coniato il termine Videoinsight come sinonimo di illuminazione, presa di coscienza interiore risolutiva’, spiega, che è quella che ci aspettiamo da una lunga psicoterapia psicologica, della quale l’arte in alcune opere può dare una sintesi visiva. ‘Inizialmente ho usato il metodo Videoinsight come test di Rorschach contemporaneo: in altre parole le opere della collezione erano impiegate come strumenti diagnostici di varie patologie psicologiche. Successivamente ho pensato di applicare le mie intuizioni sul potere di benessere psicofisico all’ortopedia traumatologica. Alcune ricerche recenti che abbiamo effettuato al Rizzoli di Bologna, hanno dimostrato che la video arte fruita da pazienti nell’ambito di terapie postoperatorie hanno migliorato significativamente il recupero funzionale post intervento’. Il metodo in questa sua applicazione post traumatica, dopo aver suscitato prima l’interesse di università americane, è diventato oggetto di insegnamento nel corso permanente di alta specializzazione intitolato ‘Il Metodo Videoinsight per la prevenzione e la promozione del benessere psicofisico’ presso l’Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna. La sua visionarietà di medico e di collezionista d’arte l’hanno portata lontano.

“La mia collezione, alla quale lavoro costantemente acquistando un’opera al mese, assieme al metodo, sono oggetti di cura costante da parte mia. Entrambi costituiscono l’eredità che intendo lasciare alle future generazioni”.

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