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Robotic Process Automation, un vantaggio competitivo pronto all’uso

(Shutterstock)

Per competere con successo le aziende di ogni settore hanno bisogno di migliorare costantemente la loro produttività. In questa corsa inarrestabile, la tecnologia gioca un ruolo fondamentale.

Nel 2020 le tecnologie più attuali per l’automazione dei processi aziendali sono tre: il Workflow, tecnologia ormai familiare adottata a partire dagli anni ‘90; l’Intelligenza Artificiale di cui tutti parlano; e la Robotic Process Automation (RPA), una tecnologia meno nota ma con un potenziale straordinario, già utilizzata da Objectway nell’ambito delle soluzioni tecnologiche e dei servizi per la finanza.

 

La tecnologia RPA

Un operatore impegnato nei processi di back office svolge tipicamente diversi compiti di carattere ripetitivo: riconciliazioni di fine giornata, stampe di report a fine mese, controlli incrociati di dati su schermate e documentazione cartacea.

La RPA è un tipo di software recente, che imita le attività di un operatore all’interno di un processo aziendale. Il software RPA genera “robot” in grado di eseguire gli stessi compiti ripetitivi con maggiore velocità e precisione, dato che non può stancarsi né annoiarsi. Ogni robot “fa” e “vede”: compila form sul Web, interagisce con applicazioni ERP, legge documenti PDF. Pensate alla potenza delle macro Excel moltiplicata per 100.

Il risultato è che la RPA riesce a “togliere il robot dall’essere umano”, lasciando alle persone il tempo di affrontare problemi più complessi per i quali serve ragionamento, capacità critica e intelligenza emotiva.

 

Le potenzialità

Secondo una ricerca del McKinsey Global Institute, è già possibile automatizzare più del 30% dei compiti svolti nel 60% dei lavori nei diversi settori di business.

Al contrario dell’Intelligenza Artificiale, la tecnologia RPA è matura e pronta all’uso.

Il motivo del suo successo è l’occuparsi solo di compiti semplici che si possono codificare in regole, senza necessità di conoscenze estese o comprensione avanzata.

Il ritorno degli investimenti è molto elevato e secondo McKinsey può variare dal 30% al 200%. Questo è confermato dall’esperienza di Objectway, il cui primo progetto RPA nel Business Process Outsourcing di Wealth Services ha avuto un ROI del 100% in 24 mesi e ha permesso di valorizzare diverse persone affidando loro compiti a maggior valore aggiunto.

Oltre ai benefici economici, ci sono anche quelli qualitativi. Le persone possono dedicare maggior tempo alla gestione di questioni complesse, migliorando così il livello di servizio delle Operations.

 

L’adozione

Nell’esperienza di Objectway coi propri clienti, l’introduzione della tecnologia RPA nel Back Office delle istituzioni finanziarie non incontra resistenza, anzi viene spesso accolta con entusiasmo perché solleva le persone dai compiti ripetitivi e meccanici.

Nella fase di adozione, vanno identificati i punti critici e i processi da automatizzare. In questa fase, Objectway affianca le istituzioni finanziarie con la propria competenza tecnologica e la conoscenza approfondita del business finanziario per prendere le giuste decisioni e intervenire solo dove necessario.

A volte, infatti, è meglio ripensare un processo in modo più efficiente piuttosto che automatizzarlo. I processi da automatizzare devono essere idealmente stabili, con alti volumi e codificabili in regole.

Se applicata in larga scala, l’RPA crea una forza lavoro virtuale che dovrà essere sostenuta da appropriati investimenti economici e in capitale umano. Le attività di sviluppo e gestione dei robot devono essere pianificate e concertate in tutta l’azienda con la dovuta accortezza e nel rispetto della complessità tecnologica.

Se si presta la dovuta attenzione agli aspetti organizzativi e tecnologici, si potranno cogliere benefici e ritorni sugli investimenti importanti. La testimonianza di Objectway, che ha adottato l’RPA nella propria offerta di software di Back Office e di servizi di Business Process Outsourcing per gli operatori finanziari, ne è l’ulteriore conferma.

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