ferrero, migliori datori di lavoro
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La Pasqua di Ferrero negli ospedali e quel legame con la storia dell’azienda

Lo stabilimento Ferrero di Alba

“Personalmente mi impegno a dedicare ogni mia attività e tutti i miei intenti a questa azienda, assicurandovi che sarà soddisfatto solo quando sarò riuscito, con fatti concreti, a garantire a voi e ai vostri figli un sicuro e sereno avvenire”. Queste le parole con cui Michele Ferrero, figlio del fondatore della Ferrero, si rivolgeva in una lettera ai dipendenti nel 1957. Le sue volontà proseguono nella presidenza di Giovanni Ferrero, il figlio, nei fatti. E non a caso.

Quando alcune settimane fa si è diffusa la notizia della donazione da 10 milioni di euro della famiglia di Alba al commissariato centrale per l’emergenza gestito da Domenico Arcuri e per l’acquisto di migliaia di presidi sanitari per diversi ospedali, lo stesso slogan è tornato prepotentemente d’attualità.

Ora Ferrero si prepara a qualcosa di forse meno eclatante, ma altrettanto in linea con la sua storia e con i suoi valori.

Sono infatti oltre 200mila le uova di cioccolato a marchio Kinder che Ferrero consegna negli oltre 150 presidi ospedalieri delle regioni più colpite dal coronavirus in Italia per medici ed infermieri, ma anche per paramedici ed ausiliari, senza voler dimenticare nessuno di coloro che ogni giorno da oltre un mese stanno dedicando il loro tempo a chi è stato colpito da questa terribile virus.

Nella storia di Ferrero c’è però anche un altro motto di Michele Ferrero: “Lavorare, creare, donare”. E alla componente del lavoro sono dedicati molti altri interventi che l’azienda dolciaria ha messo in atto.

Ferrero per dipendenti e clienti

Per far fronte all’epidemia, ha predisposto una serie di misure organizzative al suo interno, che avessero come scopo prioritario la salute dei suoi dipendenti e, in sub-ordine, anche la continuità produttiva, per non compromettere la filiera alimentare dell’intero territorio fino allo scaffale; tutto ciò, non soltanto a tutela e salvaguardia delle attività della Ferrero stessa, ma anche di tutto il suo indotto. In questa prospettiva ha attivato lo smart working fino a data da destinarsi per tutto il personale non direttamente coinvolto in attività produttive e di vendita, facendo usufruire delle ferie tutti i venerdì fino al prossimo 17 aprile incluso; ha ridotto del 50% la forza lavoro sulle linee nello stabilimento di Alba – oltre 4mila dipendenti –  facendola usufruire per il 50% delle ferie e per il 50% di permessi retribuiti fino al 17 aprile incluso.  Ha attivato, per il personale che continua a lavorare, tutte le misure di sicurezza previste dalle disposizioni governative ed altre, specifiche, in aggiunta, quali ad esempio il mantenimento delle distanze raccomandate sia nei bus di trasporto dipendenti, tramite il raddoppio delle linee dedicate, sia agli ingressi in stabilimento e negli spazi comuni così come nei luoghi di lavoro; il controllo della temperatura dei dipendenti e degli appaltatori in entrata con termoscanner e ovviamente la messa a disposizione di mascherine per tutti i dipendenti. Gli operai sulle linee, a ranghi ridotti, tutta l’organizzazione di vendita, di assistenza ai clienti e di logistica contribuiscono, insieme a tutta l’industria alimentare, a far sì che tutti gli italiani possano fare la spesa normalmente senza trovare quegli scaffali vuoti che potrebbero generare panico e indebite preoccupazioni nella popolazione.
Ecco perché Ferrero premierà gli operai, i dipendenti della rete vendita e logistica che hanno assicurato la loro opera tra il 16 marzo e il 24 aprile con 750 € lordi, parametrati per ognuno alla effettiva presenza in quei giorni. Ferrero dunque costruisce l’emergenza presente, ma anche il futuro, quando l’Italia sarà chiamata a ripartire.

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