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3M e la sfida dei 2 miliardi di mascherine prodotte in un anno

(Shutterstock)

Nella fase 2 le mascherine saranno necessarie per tutti. Mentre il Governo ha deciso di bloccare il prezzo per l’acquisto di quelle chirurgiche sperando di annientare la speculazione, sulle vetrine delle farmacie, per fortuna, sono sempre più numerosi i cartelli che avvisano i cittadini che mascherine e filtranti facciali sono tornati disponibili. Dall’inizio della crisi, l’Italia si è messa in moto per fronteggiare la penuria di protezioni soprattutto per il personale sanitario. Per non dipendere solo dall’importazione, sono entrati nuovi player sul mercato che hanno convertito la produzione e oggi il rapporto domanda offerta è sicuramente più allineato, ma non è ancora sufficiente. Nel futuro prossimo, la domanda sarà sempre alta, almeno finché dovremo convivere con il Covid-19. Ne abbiamo parlato con Marc Routier, managing director South East Europe Region di 3M, azienda specializzata nella produzione di dispositivi di protezione individuale tra cui respiratori, tute, occhiali e cuffie.

Marc Routier, managing director per il sud-est Europa di 3M (Courtesy 3M)

“Oggi, in Italia, la domanda dei respiratori (ovvero i dispositivi di protezione individuale FFP1, FFP2 o N95, FFP3 o N99 e N100, ndr) è 30 volta superiore a prima della crisi, e per il sistema sanitario lo è anche di più. Nonostante gli sforzi di 3M e di altre aziende, la richiesta mondiale rimane ancora più elevata rispetto alla capacità produttiva”, afferma Routier. “In tempi normali le industrie sono i nostri principali clienti che serviamo attraverso canali di distribuzione, ma dal diffondersi della pandemia collaboriamo con i governi per indirizzare la fornitura verso le aree maggiormente colpite, abbiamo messo al primo posto le richieste della Protezione civile e degli ospedali con cui abbiamo una fornitura diretta. Pensiamo che la domanda dei respiratori, soprattutto per il sistema sanitario, rimarrà alta finché il virus non sarà debellato e prevediamo un incremento anche da parte dei nostri normali clienti nel momento della riapertura delle industrie”.

Dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, 3M ha raddoppiato la produzione di mascherine N95 in tutti gli stabilimenti del mondo producendo circa 100 milioni di pezzi al mese, e in Italia è sempre riuscita a garantire le consegne agli ospedali.

Per la fase 2, l’investimento per soddisfare la domanda globale è ancora più ambizioso. “Vogliamo riuscire a raddoppiare ancora nei prossimi 12 mesi, arrivando a 2 miliardi di mascherine in un anno. Ci stiamo concentrando nell’avvio di collaborazioni non solo per aumentare la produzione ma anche per allungare la vita dei dispositivi. Negli Stati Uniti, per esempio, stiamo lavorando con compagnie di sterilizzazione, mentre la partnership con Ford Motor ci permette di aumentare la produzione di respiratori elettroventilati che utilizzano un sistema a batteria”, dice Routier. “Ci focalizzeremo sempre di più sulla produzione di respiratori, che è il settore in cui 3M può mettere a disposizione il suo know-how e la sua tecnologia per far fronte alla pandemia, ma continueremo comunque a investire anche negli altri comparti dell’azienda”. 

La sede italiana di 3M (Courtesy 3M)

Mascherine Fase 2

Per arrivare preparati e adeguatamente protetti alla Fase 2, lo sforzo produttivo da solo non basta. Per allineare domande e offerta è necessario che la curva del contagio continui a diminuire. “Durante la fase 1 c’è stata un po’ di improvvisazione per riuscire a far fronte all’enorme richiesta di mascherine chirurgiche e dispostivi di protezione. Per accorciare i tempi è stato permesso di mettere in circolazione mascherine senza le certificazioni europee ma approvate dall’Istituto superiore di Sanità e dall’Inail. Il Governo ha inoltre incentivato la produzione italiana, molte aziende hanno addirittura triplicato la loro capacità produttiva e molte imprese tessili hanno convertito le produzioni. Questo non vuol dire, però, che l’importazione dall’estero cesserà, perché la domanda è e rimarrà altissima per i prossimi mesi. Credo, però, che la combinazione di produttori nazionali e multinazionali specializzati come 3M, e nuove imprese, ci consentirà di iniziare una fase 2 in sicurezza e con disponibilità di prodotti adeguata a quelle che sono le necessità attuali”, dice Patrizio Galletta, Business Leader Salute della Regione Sud Est Europa di 3M. “Mi auguro che non ci troveremo più impreparati davanti a una emergenza di tali proporzioni, sicuramente adesso sappiamo tutti quanto è importante lavorare sulla pianificazione e sulla razionalizzazione dei flussi di acquisto”.

Mascherine: contraffazioni e prezzi

“Le attività di trading con poco scrupolo purtroppo ci sono sempre state. Come 3M non abbiamo approfittato della crisi aumentando i prezzi e fin dall’inizio ci siamo attivati contro la speculazione, le frodi e le contraffazioni lavorando con le autorità locali”, afferma Galletta. “Facciamo parte dell’associazione di categoria dei produttori di dispositivi medici, e il nostro business è gestito attraverso gara pubblica, per cui i fornitori devono stare a un determinato prezzo. Dall’altra parte, quello che possiamo fare è continuare la pressione sui rivenditori affinché non ci siano speculazioni, e collaboriamo con i siti di e-commerce per rimuovere le offerte di prodotti contraffatti o di prodotti originali ma venduti a cifre esorbitanti”.

Per capire se si sta acquistando una mascherina a norma e di qualità è importante affidarsi ai distributori autorizzati. I dispositivi devono essere nella confezione originale, con le istruzioni d’uso e le specifiche del modello. Altri indizi importanti da controllare sono la mancanza di cinghie, eventuali odori strani, valvole bloccate o la scritta di termini errati.

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