di Nicole Cavazzuti
È un’eccezione. Senza dubbio. Perché nel nostro Paese non c’è nessuno come lui: Alberto Massucco, classe 1949, è l’unico italiano a possedere nella regione francese dello Champagne una vigna. E’ un imprenditore di uno dei settori manifatturieri più tradizionali, ma anche distributore di etichette di champagne e ora si accinge a diventare produttore. Con la sua omonima azienda distribuisce in Italia le etichette Jean Philippe Trousset, Rochet-Bocart, Gallois-Bouché ed Éric Taillet. E adesso, in collaborazione con Erick De Sousa, sta per lanciare anche le sue personali Alberto Massucco Champagne (ovvero: un Blanc De Blanc Grand Cru Millésime 2018, un Cuvee Mirede Blanc De Blanc e un Cuvee Mavi con la consulenza di Jean Philippe Trousset). Prima, però, vuole conquistare Budapest con un locale luxury dedicato proprio allo champagne. “Sarà il più fornito e raffinato della città”, promette Massucco.
Linguaggio forbito, modi eleganti, battuta pronta e una filosofia di vita per la quale lavoro e passione si compenetrano.
Partiamo dalle origini. Come è diventato un imprenditore?
Sono nato e cresciuto in una famiglia di imprenditori attivi fin da inizio del ‘900. Rappresento la quarta generazione e con orgoglio posso dire di aver modernizzato l’azienda Massucco Industrie trasformandola, tra il 1979 e il 2000, da realtà artigiana a industriale con la costruzione di un nuovo stabilimento e il rinnovo totale degli impianti produttivi e delle tecnologie, nonché con la decisione di produrre esclusivamente anelli per cuscinetti per impianti industriali, veicoli, treni, aerei. Così siamo diventati tra le prime aziende di sub-fornitura del settore.
E come si è trasformato anche in un produttore di champagne?
Per passione. Ho scoperto lo champagne a 15 anni e da allora ho viaggiato spesso in Francia tra cantine e produttori. È sempre stato il mio sogno produrlo in prima persona, ma ho potuto farlo soltanto 5 anni fa quando l’azienda Massucco Industrie è diventata tanto solida da permettermi di delegare alcuni compiti di responsabilità e prendermi degli spazi personali.
Alberto Massucco, che cosa non può mancare a un imprenditore di successo?
Determinazione, costanza, preparazione e prontezza di spirito. È essenziale sapere cogliere le opportunità che si presentano e riuscire a stringere alleanze virtuose con altre realtà. Ed è fondamentale ricordarsi che una partnership virtuosa è solo quella vantaggiosa per tutte le parti in gioco.
E l’immagine che peso ha nel mondo dell’imprenditoria?
Chi sta bene con se stesso e con la propria immagine ha certamente un vantaggio in più. L’abito non fa il monaco, ma è un biglietto da visita.
In questo clima di assoluta incertezza che cosa devono fare le aziende per affrontare con successo le tante criticità, tra cui anche una minore predisposizione agli acquisti persino da parte dei clienti con alta capacità di spesa?
Primo, mettere in conto che nel 2020 si lavora per sopravvivere e non per guadagnare.
Secondo, coccolare i clienti e i buyer. In questa logica, per esempio, insieme all’esperta di marketing e comunicazione Laura Gobbi ho organizzato pochi giorni fa una festa con giornalisti e clienti nel segno dello champagne e della cucina d’autore in una splendida villa alle porte di Torino. L’evento, chiamato Champagne en liberté, è stato la puntata zero di un format che svilupperemo nei mesi a venire.
A proposito, quanto conta la comunicazione?
In generale, tantissimo. Poi, ovviamente, dipende dal tipo di azienda, da che cosa produce o distribuisce e dal target di riferimento. Per quanto riguarda la mia impresa metalmeccanica, per esempio, non ho l’esigenza di investire in pubblicità perché in quel settore, molto ristretto, ci si conosce tutti. Al contrario, sarà imprescindibile studiare un valido piano di comunicazione con grande attenzione ai social media e una buona programmazione di eventi per supportare il lancio, nel 2023, delle mie prime etichette di champagne Alberto Massucco.
Ma il successo di un’impresa oggi passa dalla diversificazione delle attività?
Non necessariamente. Piuttosto, è indispensabile puntare costantemente sull’innovazione e sul miglioramento dell’azienda.
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