Elaisian Giovanni Di Mambro Damiano Angelici
Leader

Questi due Under 30 vogliono salvare gli ulivi con cloud e internet of things

Articolo apparso sul numero di settembre 2020 di Forbes. Abbonati

Salvare gli ulivi. E utilizzare la tecnologia per farlo. Mai missione è stata più chiara e semplice da parte di una startup. A porsi il problema sono stati Damiano Angelici e Giovanni Di Mambro, entrambi classe 1994, che hanno fondato Elaisian, un’azienda che vuole prendersi cura dell’olivicoltura. Funziona così: viene installata una stazione agrometeo all’interno di uliveti e vigneti, che monitora il microclima con degli algoritmi proprietari basati su ricerche agronomiche, vengono generati come risultati alert e report che sono inviati alle aziende agricole, le quali hanno l’opportunità di prevenire la presenza di patogeni con una settimana di anticipo e capire se fare un trattamento o meno. Il servizio è pensato per ogni tipologia di agricoltore, ha una estrema facilità di utilizzo e non richiede limiti di estensione.

“Elaisian è il sistema di agricoltura di precisione che previene le malattie dell’olivo e della vite, in grado di ottimizzare i processi di coltivazione”, spiegano i due fondatori. “I benefici sono diversi: il risparmio dei costi per quanto riguarda i trattamenti, la manodopera e i consumi, l’incremento della qualità e della quantità della produzione, la riduzione dell’impatto ambientale e la digitalizzazione del monitoraggio in campo”.

A favorire la nascita della startup, c’è una passione che i due ragazzi condividevano: quella per la degustazione di olio. Damiano Angelici si è laureato in Economia a Unitelma Sapienza, e ha le spalle una storia famiglia con oltre 100 anni di esperienza nel campo agricolo. Con Giovanni Di Mambro, una laurea in economia alla Sapienza di Roma e un executive master in social media marketing allo Iusve di Venezia, ha condiviso un percorso di due anni all’interno di Mooveda, ora Foodys, entrambi come business development manager. Adesso lavorano a tempo pieno alla loro creatura: l’azienda ha un team di 15 persone, con la sede principale a Roma, una seconda sede operativa a Bari e una terza a Madrid. In questo momento oltre 800 aziende agricole in sette Paesi nel mondo, tra cui Italia, Spagna, Grecia, Cile, Uruguay, Marocco e Stati Uniti, utilizzano la tecnologia tutta italiana sviluppata da Elaisian. “Siamo orgogliosi di aver sviluppato il primo sistema al mondo di agricoltura di precisione che previene le malattie dell’olivo e della vite, riconoscendo con giorni di anticipo il presentarsi di una determinata malattia in campo. Lo abbiamo da subito pensato e realizzato su scala mondiale e il mercato ci ha dato ragione”, raccontano i due cofondatori. Fino ad oggi i finanziamenti raccolti arrivano a oltre un milione di euro: “Siamo nati all’interno di Startupbootcamp FoodTech Roma, poi abbiamo raccolto 120 mila euro con Mamacrowd”. Altri business angel hanno finanziato il percorso, tra cui la Famiglia Cifarelli, azienda leader nella produzione di macchinari agricoli.

L’avvento dell’Iot ha permesso di dotare le aziende agricole di strumenti tecnologici, grazie alle piattaforme di comunicazione presenti nell’hardware che permettono sia di avere copertura e sia di ricevere dati in cloud in tempo reale, in qualunque zona esse siano, anche nelle più remote: “Il futuro dell’agricoltura è sicuramente la tecnologia e il digitale, è nostro compito fornire agli agricoltori le competenze necessarie per padroneggiare quanto più possibile questa trasformazione”. Attualmente il servizio è attivo per l’olivicoltura e la viticoltura, ma i due cofondatori stanno lavorando su altre colture ben selezionate da aggiungere all’offerta. Inoltre Elaisian ha iniziato a offrire ulteriori servizi paralleli agli agricoltori. “L’obiettivo è quello di consolidarci come prima azienda nel settore AgTech nei Paesi del Mediterraneo”, concludono. “Stiamo digitalizzando le aziende agricole, dotandole di strumenti all’avanguardia che consentono di avere un impatto positivo sul raccolto, sulla salvaguardia di ogni coltura e soprattutto sulla sostenibilità ambientale”.

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