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Con la sua piattaforma online Gordon-Levitt dà voce ai creativi di tutto il mondo

Joseph Gordon-Levitt e Jared Geller lanciano la piattaforma Hitrecord
Joseph Gordon-Levitt (Photo by Christian Petersen/Getty Images)

L’arma vincente? Per loro è collaborare, non competere. Seduti su un divano osservano con occhi attenti e, allo stesso tempo, carichi di entusiasmo, con parole da visionari. Joseph Gordon-Levitt è una star del cinema, famoso, tra l’altro, per la sua interpretazione in Inception e Snowden. Ma Joseph è anche, da quando era un ragazzino, un appassionato di high-tech. Jared Geller è un nerd, appassionato sia di tecnologia che di creatività. Insieme stanno ampliando Hitrecord, una piattaforma online multimediale che permette a creativi di tanti diversi settori di collaborare insieme da tutto il mondo, non solo dagli Usa.

Si realizzano film, libri, dvd, giochi, ma, in futuro, Joseph e Jared stanno pensando ad app e AI. Gordon-Levitt è un visionario che vuole costruire un mondo migliore per tanti artisti, e creativi di tutti i settori, o per inventori, come lui, in fondo. Non pensa solo al proprio interesse personale o al potere che può acquisire. Ha saputo trasformare quella comunità creativa, che aveva ideato in origine per passione, in una vera azienda tecnologica con un intento: quello di compensare tutti coloro che vi contribuiscono, non come spesso accade in molte piattaforme di social media. Nel 2019 ha annunciato un finanziamento di 6,4 milioni di dollari per attuare questa trasformazione, con denaro che veniva dalla Silicon Valley. Hanno contribuito principalmente Javelin Venture Partners, con la partecipazione di Crosslink Capital, Advancit Capital, del co-fondatore di YouTube Steve Chen, del co-fondatore di Twitch Kevin Lin e del co-fondatore di MasterClass David Rogier.

Adesso Gordon-Levitt è l’amministratore delegato ufficiale, Geller, co-fondatore, è presidente e produttore, Marke Johnson, co-fondatore, è il direttore creativo. In principio Joseph ha usato solo i propri soldi per spingere l’azienda. Per espandersi, però, sapeva di aver avuto bisogno di aiuto. Ha lanciato Hitrecord nel 2010 a una manifestazione, frutto pure della volontà di un grande visionario, che ha saputo credere nel potere delle storie e del cinema indie, quando ancora non era una moda: Robert Redford, che fondò il suo Sundance Film Festival quando nessuno credeva potrebbe mai aver avuto successo, come quando promosse l’impegno ambientale, quando nessuno ancora ci pensava. Abbiamo incontrato Gordon-Levitt e Geller al Sundance Film Festival 2020, dove hanno festeggiato il decimo anniversario della loro impresa. Ora sono ancora più attivi, dato che con la pandemia del coronavirus i progetti digitali stanno aumentando e offrendo sempre più una possibilità di lavoro. Quest’autunno Hitrecord con Brian Graden Media ha vinto anche il suo secondo premio Emmy con Create together su YouTube, per la loro “eccezionale innovazione nella programmazione interattiva”.

Come è cominciata Hitrecord?

Gordon-Levitt: Hitrecord non è mai stata in realtà una startup, ma un hobby, qualcosa che facevo con mio fratello per puro divertimento… Sono cresciuto con internet. E, in principio, nel 2005, ho creato un sito internet, insieme a mio fratello Dan per mostrare il mio lavoro. Volevamo avere un feedback per i video, le canzoni, la musica, le storie che postavamo… Dan era il coder e cominciò a creare sempre più funzioni per permettere anche ad altri di contribuire, perché ci incuriosiva e piaceva vedere il lavoro di altri artisti come noi… Fin da subito mi resi conto che volevo espandere la piattaforma ad altri creativi, per poter collaborare e condividere il nostro lavoro. O, tutti insieme, realizzare un progetto. Quindi, con altri amici che si sono appassionati alla mia idea, ho mirato a divenire una propria azienda. Ho sempre amato la collaborazione di più della competizione e volevo dimostrare che poteva funzionare anche in un modello di business. Forse come imprenditore ho questa idea, perché ho lavorato fin da bambino nel mondo del cinema. Ho imparato a valutare come fosse positivo e portasse a un ottimo risultato lavorare tutti insieme su un set per portare a termine con successo un progetto comune. Così, nel 2010 ho deciso di fondare Hitrecord. Nel 2016 abbiamo deciso con Jared di esplorare diverse possibilità nel circuito della Silicon Valley. Abbiamo incontrato investitori, raccolto fondi e trasformato la nostra piattaforma di produzione online in un’azienda tecnologica. Di certo sarebbe stato più facile per me raccogliere fondi a Hollywood, ma volevamo partner dell’alta tecnologia. Non cercavamo solo il capitale, ma qualcuno capace di guidarci e darci le giuste connessioni.

Come si differenzia Hitrecord da altre piattaforme creative?

Gordon-Levitt: A differenza di altre piattaforme social media come Facebook, per esempio, se i progetti creati all’interno della comunità Hitrecord sono venduti o fanno denaro, i creatori sono pagati in base ai loro contributi originali. Dal 2010 abbiamo pagato alla nostra comunità 3 milioni di dollari, ma abbiamo voglia espanderci anche in questo senso, aumentando la produzione. E, siamo aperti a diverse idee. Il denaro che ricaviamo da un progetto viene diviso al 50% tra la nostra azienda e il collaboratore, se il progetto viene usato in altro modo, il collaboratore viene anche pagato per ogni utilizzo ne venga fatto e che produca denaro. Inoltre diamo sempre credito al collaboratore.

Geller: Hitrecord è una piattaforma unica nel suo genere, perché riunisce un insieme diversificato di discipline creative in uno spazio collaborativo condiviso per creare opere creative. Il nostro intento in principio è stato di trasformarla da comunità a una vera e propria azienda tecnologica a tutti gli effetti. Adesso vogliamo espanderla sempre più, anche a livello mondiale, usando diversi talenti, come svariate tecnologie e siamo anche aperti alla sperimentazione. E, se abbiamo successo in un progetto, tutti coloro che hanno contribuito lo avranno con noi.

Avete criticato anche modelli come Instagram o YouTube sottolineando come Hitrecord sia migliore da questo punto di vista.

Gordon-Levitt: Quando si pubblica su YouTube o Instagram o altre piattaforme che monetizzano attraverso il modello di annunci, dove in realtà funzionano per puro volume e hanno la capacità di manipolare le persone attraverso gli annunci, si misura il successo solo sulla viralità. Non penso che questo sia un modello giusto per la creatività, perché si rischia di minare il senso più significativo e gioioso, e più bello della stessa, basandola solo su come viene valutata dalla maggior parte della gente. Allo stesso modo questa valutazione può essere un blocco di arresto per molti creativi che temono la reazione alla loro idea. In tutta onestà, questo modo di valutare mi fa preoccupare per lo spirito creativo della razza umana e dell’umanità stessa. Non trovo sia positivo che gran parte della nostra creatività collettiva sia ora destinata a queste piattaforme monetizzate da questo tipo di quella che io chiamo economia dell’attenzione. Credo che questa valutazione sconvolga la comprensione della propria creatività, come il valore dell’essere creativi, come i valori stessi di una comunità (non a caso, consiglia anche di leggere il libro Ten arguments for deleting your social media accounts right now, di Jaron Lanier).

Geller: Con Hitrecord vogliamo creare un diverso tipo di ecosistema di creatività che, per avere successo, enfatizza più il processo creativo e la collaborazione rispetto alla maggiore attenzione che si ottiene sui social media o su quanti follower si hanno. Vogliamo essere una piattaforma media collaborativa che toglie l’importanza all’attenzione che si riceve e la dà all’esperienza creativa e professionale con altre persone.

Chi può contribuire a Hitrecord?

Gordon-Levitt: Abbiamo naturalmente tanti artisti, musicisti, scrittori, designer, artigiani, stilisti, attori che lavorano con noi ma la piattaforma è aperta a tutti. Da tutte le professioni e le nazionalità. Come a tutte le idee. Tutti collaborano ai nostri creative projects. Abbiamo avuto perfino un ragazzo che ha lavorato con noi a una canzone con il rapper americano Logic che non aveva i soldi per acquistare un pianoforte; suonava meravigliosamente sul suo iPhone, con una app che gli permetteva di suonare tasti di un pianoforte digitale. Lo si scopre nel film Band together with Logic, che abbiamo presentato al SXSW di Austin e che ora si può vedere online.

Geller: Ogni progetto è costituito da diverse fasi e a ogni passo del processo può contribuire un creativo. Alla fine il progetto è completato dal lavoro comune di tutti. Abbiamo anche creato partnership con brand come Samsung, Sony, Aclu, National parks foundation, LG, con l’editore Harper Collins per una serie di libri, abbiamo vinto un Emmy per lo show TV Hitrecord on TV, abbiamo una collaborazione con Ubisoft per permettere ad artisti e musicisti che i loro contenuti siano usati in giochi. Abbiamo dimostrato che il nostro modello di business è vincente ma tanto si deve ancora fare.

Come considerate la tecnologia e il suo uso sempre più preponderante nella nostra società?

Geller: La tecnologia è capace di create grande flessibilità e nuove possibilità. La creatività umana può anche dare nuove idee su come avere nuove forme di tecnologia. Come appassionato di tecnologia posso dire che possiamo dare gli strumenti ai creativi di realizzare i loro progetti e di collaborare, allo stesso modo sperimentando possiamo addirittura divenire anticipatori dei tempi. Per noi la tecnologia era di certo necessaria per permettere a tanta gente di collaborare con noi e in modi differenti, e da tutto il pianeta. Gli ingegneri AI sono molto costosi, ma speriamo di poterci pure ampliare in questa direzione in futuro. Come in quella di creare app.

Gordon-Levitt: Ci sono molte preoccupazioni per quanto riguarda l’uso spropositato di internet. Ma il problema è il modello di business, più che la tecnologia stessa. Non si tratta della tecnologia, ma del modo in cui la tecnologia viene monetizzata. La tecnologia ha reso il mondo migliore per la maggior parte della gente su questo pianeta. Dobbiamo essere responsabili come esseri umani e creare dei sistemi sostenibili. Come ho già detto, gli algoritmi di YouTube e Instagram non beneficiano chi li usa, ma chi fa la pubblicità. Il servizio gratuito in cambio del diritto di condurre una sorveglianza di massa e di raccogliere data non porta alcun beneficio a chi lo usa. Sono favorevole all’utilizzo di raccogliere data per raggiungere un obiettivo per cui l’utente si è registrato, ma non quando l’utente è sottoposto a questi algoritmi non nel suo interesse, ma in quello di una terza parte dietro le quinte. Credo che sia qui che ci possa essere un pericolo. Noi, invece, vogliamo usare gli stessi strumenti tecnologici per aiutare la comunità. Per esempio, trovo Netflix, invece, un modello positivo che funziona. Tutto questo per dire: la tecnologia è grandiosa, ma non deve essere usata nel modo sbagliato. E, spetta a noi, essere umani, con le nostre scelte, cambiare le cose.

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