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Le nuove sfide si giocheranno tra AI e multi cloud. Parola di Mauden

Roberta Viglione

Progettazione e gestione di servizi hi-tech, business analytics, cognitive computing. Sono queste le direttrici principali che orientano Mauden, storico fornitore It italiano fondato nel 1987, che da oltre 30 anni aiuta i clienti, specialmente banche e grandi aziende, a comprendere l’evoluzione delle tecnologie e degli ambienti infrastrutturali. Ma dietro a software, innovazione tecnologica e big data ci sono sempre e prima di tutto le persone. Ecco perché Forbes.it ha deciso di chiedere a Roberta Viglione, ceo dell’azienda, di tirare le somme dell’ultimo anno e anticipare le sfide future della società.

Da dicembre 2019 fate parte del gruppo Ricoh. Come sono andati questi 12 mesi?
Come amo spesso ripetere, ho sempre considerato Mauden il mio primo figlio; ma si sa, i figli crescono ed è partendo da questa consapevolezza che un anno fa abbiamo deciso di entrare a far parte di un gruppo più grande, con un solido progetto industriale e una visibilità più ampia. Oggi sono trascorsi 12 mesi e mi ritrovo a tirare le somme. Per me, che sono sempre stata una decisionista, quella dell’acquisizione ha rappresentato una doppia scommessa e cioè vedere da un lato come ci saremmo inseriti in un gruppo più grande, garanzia di solidità ed evoluzione, e vedere dall’altro come avrei gestito il processo di cambiamento, anche a livello personale.  L’arrivo del Covid ha di certo rimescolato le carte: le esigenze dei nostri clienti sono mutate di priorità e abbiamo dovuto fronteggiare ambiti di criticità diversi; tuttavia abbiamo superato brillantemente queste difficoltà e devo dire che avere a disposizione una visone diversa, e poter contare su un contraddittorio con persone altrettanto diverse ci ha regalato un valore aggiunto, dando una conseguente spinta al nostro business.

Il 2020 è stato sicuramente un anno difficile ma Mauden ha mantenuto un’azione robusta verso clienti e partner…
Il 2020 ci ha aiutato a capire quali sono le priorità dei nostri clienti quindi direi che, nonostante le difficoltà che l’ultimo anno ha innescato, non è del tutto da dimenticare. Anche se lo scoppio della pandemia non ha di certo facilitato il nostro business development verso clienti nuovi, ci ha consentito di entrare in intimacy coi nostri partner tradizionali ampliando gli ambiti di collaborazione e intervento di Mauden. Basti citare il legame tecnologico con Big Blue.

E sempre in tema di rapporto con i vostri partner, avete raggiunto di recente un altro successo con IBM…
Il nostro rapporto con IBM ha una lunga tradizione dietro. Mauden è infatti platinum business partner di IBM per tutte le linee di prodotto (dal mainframe alla piattaforma Intel, lo storage, il software) e di servizio a esse collegate. Il nostro ultimo successo risale allo scorso maggio, in occasione della giornata inaugurale di IBM Think 2020 che ha visto protagonista Mauden, insignita della palma di Top european IBM business partner nella sezione Geography excellence awards.

Quali saranno i vostri focus nel 2021?
Le parole chiave sulle quali punteremo saranno tre: affidabilità, adattabilità e creatività. Partendo dalla prima direi che, come ogni anno, anche per il 2021 confermeremo i nostri ambiti di investimento che vedono da un lato la capacità architetturale e di progetto e dall’altro l’aumentare della nostra capacità nel delivery. Altri aspetti cruciali saranno lo sviluppo della parte di AI nei servizi It e nel mondo business, e la parte hybrid e multi cloud. Considero poi l’adattabilità come  velocità di cambiamento a seconda delle esigenze, una skill che chiedo al mio gruppo continuamente. Infine la creatività: una parola che a molti potrebbe non sembrare affine al nostro mondo di tecnologie ma che, in realtà, è essenziale per riuscire a cogliere quello che fa la differenza tra le tante proposizioni, offerte e tecnologie, e nel riuscire a immaginarle applicate.

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