Innovation

La Finlandia sarà la nuova Silicon Valley? Ecco il piano per attrarre i talenti hi-tech da tutto il mondo

Helsinki (Getty Images)

Attrarre lavoratori specializzati hi-tech nel proprio territorio nazionale offrendo servizi gratuiti per tre mesi. 90 Days Finn è il programma del governo finlandese che punta sui talenti di qualità per il settore tecnologico, oggi più che mai in notevole espansione. Il bando propone gratuitamente ai 15 assegnatari un alloggio, scuole e asili per i figli, copertura sanitaria, strutture per il lavoro a distanza e il sostegno burocratico necessario per espletare tutte le pratiche. Per chi si aggiudicherà lo slot è previsto inoltre un welcome service con pick-up in aeroporto, eventi dedicati, e tutto il necessario per vivere tre mesi da cittadino finlandese e valutare poi se trasferirsi stabilmente con partner e figli.

Da questo bando emerge la progettualità della Finlandia volta ad arricchire la scena di Helsinki con esperti dell’hi-tech in un preciso momento storico in cui la digitalizzazione ha accelerato il suo sviluppo e la sua pervasività nella vita quotidiana. Il governo finlandese prevede infatti che nel 2021 il settore tecnologico possa arrivare a generare 50mila posti di lavoro nel Paese, grazie all’avvio di startup digitali e nuovi campus di ricerca che fanno capo a diverse multinazionali come Google, Bayer, GE Healthcare. Per questo l’iniziativa, rivolta a chi non risiede in Finlandia, privilegia chi lavora nella Silicon Valley, aprendo però anche a esperti digital di tutto il mondo che abbiano la possibilità di esercitare la propria professione da remoto per l’azienda per la quale già lavorano.

“Sappiamo di non essere in cima alle liste dei posti dove si sognerebbe trasferirsi”, ha detto al The Guardian Johanna Huurre, dell’Helsinki Business Hub che ha promosso l’iniziativa, “ma sappiamo anche che chi arriva tende poi a rimanere qui, così abbiamo pensato in maniera creativa”. Una creatività che ad oggi ha spinto migliaia di esperti professionisti tech a candidarsi valutando l’ipotesi di trasferirsi almeno per un breve periodo dalla propria casa al paese scandinavo. Una mossa concreta e strategica che punta ad arricchire il paese di lavoratori specializzati, imprenditori e investitori di alto livello.

In un’ottica di espansione è possibile che questo generi nel tempo una gara tra paesi a chi si aggiudica più talenti. Se il programma darà i risultati sperati, potrebbe dare l’avvio ad analoghe iniziative in altri Paesi. E l’Italia? Quali mosse mette in atto? Negli ultimi anni ha cercato di far rientrare chi è andato via. Le misure più recenti sono contenute nel Decreto Crescita che propone agevolazioni fiscali per gli italiani residenti all’estero che decidono di trasferirsi sul territorio nazionale per i prossimi due anni, disposizioni poi implementate con la legge di bilancio 2021. Nel 2020 l’esecutivo ha pensato anche a un sostegno per le startup innovative con un fondo di 200 milioni di euro con procedure semplificate per ottenere le risorse.

Queste sono soltanto le ultime iniziative di una lunga serie di provvedimenti messi in atto dai vari governi che si sono alternati negli ultimi quindici anni ma sono ben lontani dai driver del 90 Days Finn. Manca un progetto di lungo termine, manca la valorizzazione di specifici settori, manca la volontà di investire sul futuro del nostro paese. La Finlandia, che ha dato i natali a Nokia Corporation, punta sul settore hi-tech e crea condizioni vantaggiose per chi porta qualità nella ricerca, nella produzione e nell’implementazione di questo comparto d’eccellenza che nel corso degli anni è stato superato dai colossi della Silicon Valley. Ora, sicuri della qualità di vita riconosciuta al paese, il governo di Sanna Marin, guarda oltre i confini territoriali cercando quei talenti che fanno grande il settore tecnologico all’estero.

In Italia invece non si punta su lavoratori con un know-how specifico su un tema strategico di crescita e di sviluppo. Spesso puntiamo su università e ricerca, ma non basta. I ricercatori, al termine del progetto lasciano il paese e gli studenti fanno lo stesso per cercare fortuna, meritocrazia, prospettive all’estero e ci resta. La presenza di sconti sui tributi non è così allettante per un giovane che ha affrontato un trasferimento, che ha investito sulla sua preparazione e sulle sue competenze trovando anche un lavoro soddisfacente fuori dall’Italia, in un paese in cui, forse, paga anche meno tasse.

Infatti queste decurtazioni finora non hanno convinto i molti talenti italiani residenti all’estero a stabilirsi nel nostro paese dove neanche i cervelli stranieri trovano motivi sufficienti per un trasloco definitivo. Con un bando ad hoc, invece, la Finlandia ha ricevuto per 15 posti più di 5.300 application. Il 30% dei candidati che hanno presentato domanda sono cittadini canadesi e statunitensi, ma le richieste sono anche arrivate da lavoratori del Regno Unito. Tra questi ci sono anche imprenditori che intendono avviare delle start up. L’emergenza pandemica, ha accelerato alcune tendenze, tra cui il digitale e la Finlandia è pronta ad approfittare, in questo caso, proprio dello sviluppo del settore hi-tech. Il progetto finlandese sembra dunque avere già ottime premesse.

Come abbiamo visto, Johanna Huurre dell’ Helsinki Business Hub, ha detto che alla base di questa iniziativa c’è la creatività, l’elaborazione dunque di un modo nuovo di attrarre talenti. Se l’Italia proprio non vuole essere creativa potrebbe anche solo seguire l’esempio finlandese proponendo qualcosa in più di sconti sulle tasse, o fondi ottenuti dopo lungaggini burocratiche, per invogliare professionisti di qualità a trasferirsi stabilmente in Italia.

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