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“I nostri dipendenti non sono trattati come robot”: l’ultima lettera agli azionisti di Jeff Bezos da ceo di Amazon

Le lettere agli azionisti di Jeff Bezos sono un cocktail di umanesimo, tecnologia, scienza, grandi numeri sulla crescita, allusioni alle ricorrenti accuse rivolte ad Amazon. E risultano sempre affascinanti. “Leggendo alcune notizie, potreste pensare che i nostri dipendenti siano anime disperate, trattati a volte come robot”, ha scritto questa volta l’uomo più ricco del mondo. “Queste non sono analisi accurate. I nostri addetti sono persone sofisticate e premurose, che hanno la possibilità di scegliere dove lavorare. Quando intervistiamo i nostri dipendenti del centro logistico, il 94% afferma che consiglierebbe Amazon a un amico come luogo di lavoro. Sono in grado di fare pause informali durante i loro turni, prendere l’acqua, usare il bagno o parlare con un manager, il tutto senza influire sulle loro prestazioni”.

Come tutti i grandi fenomeni imprenditoriali di questo secolo, Amazon si è circondata, nel tempo, di leggende anche misteriose. Una delle più divertenti è quella di un visitatore che, andando al bagno, trovò sul muro la scritta “Loose lips might sink ships”, “Le chiacchiere incontrollate affondano le navi”. Una frase creata durante la Seconda guerra mondiale dal War Advertising Council, che campeggiava sui poster lungo le strade. 

I numeri 

La narrativa di questa lettera agli azionisti – doppiamente importante in quanto ultima scritta dal “dimissionario” Jeff Bezos – inizia dai numeri contenuti in quella del 1997, all’alba di Amazon. “Nel 1997 facevo notare che Amazon era passata da 158 a 614 dipendenti e che avevamo superato 1,5 milioni di account cliente. Il prezzo delle nostre azioni era di 1,50 dollari”. Saltando al 2020, Bezos sottolinea di aver fatto molta strada: “L’anno scorso abbiamo assunto 500mila dipendenti e attualmente impieghiamo 1,3 milioni di persone nel mondo”.

Le piccole imprese che vendono su Amazon hanno superato quota 1,9 milioni, Alexa è utilizzata da oltre 100 milioni di utenti, l’azienda di servizi di cloud Amazon Web Services nel 2020 ha mosso 50 miliardi di dollari. “Lungo la strada”, continua Bezos, “abbiamo creato 1,6 trilioni di dollari di ricchezza per gli azionisti”.

L’ultima lettera da ceo di Jeff Bezos

L’uomo che con la sua prima moglie, MacKenzie, portava i figli a vedere come si dischiudono le uova – uno dei pilastri della loro educazione – dopo i numeri torna all’umanesimo. “Conosco persone che hanno usato i soldi di Amazon per il college dei loro figli, per le emergenze, per la casa, per godersi le vacanze, per beneficienza, oppure per avviare un’attività in proprio, come imprenditori. Sono orgoglioso della ricchezza che abbiamo creato per i nostri azionisti”. Ognuno di noi, raccomanda Bezos, deve creare più di quanto consuma. “Il tuo obiettivo dovrebbe essere quello di creare valore per tutte le persone con cui interagisci”.

Per chiudere, Bezos raccomanda un libro che definisce straordinario: The Blind Watchmaker di Richard Dawkins, la cui estrema sintesi è: “Respingere la morte è una cosa su cui devi lavorare tenendo caldo il tuo corpo, in un paesaggio che a volte è freddo”. E per Jeff Bezos la metafora è chiara: senza calore, non esisterebbe Amazon.

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