Di 54 minuti di trasmissione è rimasta soprattutto una battuta pronunciata dopo 50 secondi. “Stasera sto facendo la storia: sono la prima persona con la sindrome di Asperger a presentare Saturday Night Live. O almeno, la prima ad ammetterlo”. Fino al monologo d’apertura dello show di sabato sera, Elon Musk non aveva mai rivelato il suo disturbo.
Già durante la puntata, alcuni spettatori hanno peraltro sottolineato come l’affermazione di Musk non fosse corretta: l’attore Dan Aykroyd ha la stessa sindrome e ha presentato Snl nel 2003.
Che cosa ha detto però Elon Musk nel resto della puntata?
Il monologo iniziale
Come scrive il Wall Street Journal, “Musk è entrato a far parte della ristretta cerchia di persone provenienti dal mondo del business scelte per condurre Saturday Night Live, che seleziona di solito figure del mondo dell’intrattenimento”. Lo stesso Wsj cita precedenti come quello di Donald Trump, che presentò nel 2004, durante la prima stagione di The Apprentice, e nel 2015, quando già puntava alla presidenza degli Stati Uniti. Nel 1990 toccò a George Steinbrenner, per 37 anni proprietario dei New York Yankees. Nel 1977 venne scelto Ralph Nader, attivista e più volte candidato alla Casa Bianca.
Musk ha fatto allusione alle sue aziende quando ha scherzato sui tweet con cui prende di mira istituzioni, come la Sec, e altri miliardari, quali Jeff Bezos. “A coloro che si sono sentiti offesi vorrei dire: ho reinventato le auto elettriche e voglio mandare la gente su Marte con navicelle spaziali. Pensavate che fossi anche un tipo tranquillo e normale?”.
L’amministratore delegato di Tesla e terzo uomo più ricco del mondo è tornato anche su un episodio di tre anni fa. “Capita che una persona venga ridotta alla cosa più stupida che ha fatto nella sua vita”, ha detto. “Una volta, per esempio, io ho fumato erba mentre ero ospite del podcast di Joe Rogan. Ora sento gente che dice: ‘Ah sì, Elon Musk. Quello non fa altro che fumare erba nei podcast’. Come se andassi in giro da un podcast all’altro ad accendermi canne. L’ho fatto una volta sola. Sarebbe come ridurre O. J. Simpson a un assassino”.
Musk ha scherzato anche sul nome scelto per il figlio, X Æ A-12: “Si pronuncia ‘gatto che corre sulla tastiera’”.
Gli altri sketch
Musk è stato molto presente nello show anche dopo il monologo d’apertura. Ha improvvisato un accento italiano per interpretare Wario, il nemico di Super Mario, sotto processo per avere provocato la morte dell’idraulico. Ha simulato la parlata di un cowboy e quella di un ragazzo della Generazione Z, è stato un prete che ammette subito la sua colpevolezza in una parodia delle serie thriller e il responsabile di una missione su Marte, oltre a immaginare la prima conversazione post-quarantena.
La battuta con le conseguenze più immediate è arrivata tuttavia verso la fine del monologo, quando Musk è stato affiancato sul palco dalla madre, Maye. “Non vedo l’ora di scoprire il mio regalo per la Festa della mamma”, ha detto la donna. “Spero non siano dogecoin”. “In effetti, era proprio quello”, ha risposto Musk. Durante uno degli sketch successivi, in cui il miliardario si è definito “il Dogefather”, uno dei comici di Snl ha gli ha domandato che cosa fosse il dogecoin. “Beh sì, è un casino”, ha ammesso Musk.
Subito dopo, molti investitori si sono affrettati a vendere. Il valore della criptovaluta era di circa 70 centesimi di dollaro sabato mattina e di 66 appena prima della messa in onda di Saturday Night Live. Domenica mattina, era crollato a 44 centesimi.
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