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Chi sono i primi astronauti non professionisti della missione Inspiration4 di SpaceX

Mentre in Italia erano le 2:03 del mattino del 16 settembre, dalla rampa 39A del Kennedy Space Center quattro civili senza addestramento Nasa venivano mandati in orbita su un razzo Falcon 9. Un anno fa, tre di loro non avevano idea dell’avventura spaziale che li aspettava, il quarto invece aveva appena chiesto, quasi per scherzo, se SpaceX fosse pronta a vendere interi viaggi privati. Da SpaceX gli risposero che sì, erano pronti. Nasceva così Inspiration4, la prima missione interamente privata a raggiungere l’orbita. Un cambio radicale del paradigma che, fino a pochi anni fa, vedeva lo spazio appannaggio esclusivo dei pochi e preparatissimi reclutati dalle agenzie spaziali nazionali.

Un solo miliardario e tre persone comuni

Altrettanto significativo è che i quattro civili in questo momento in orbita non sono nemmeno un gruppo di miliardari guidato da astronauti esperti, come già successo nelle prime fasi del turismo spaziale. L’unico miliardario a bordo è il finanziatore, il comandante Jared Isaacman, pilota di jet per passione, ma soprattutto ceo e fondatore di Shift4 Payments. Isaacman ha deciso di non andare nello spazio con qualche compagno delle sue numerose avventure, ma con persone comuni, per ispirare chiunque a raggiungere le stelle.

Da qui il nome della missione, con il 4 a evocare sia il numero degli astronauti coinvolti, sia l’azienda di Isaacman. Inoltre, dopo il lancio di prova Demo 2 e le due missioni operative verso la Stazione Spaziale Internazionale, questa sarà la quarta missione con equipaggio per SpaceX. L’azienda di Elon Musk fornisce infatti la navicella (già volata nella missione Crew 1) e il razzo, al suo terzo lancio, e già riatterrato sulla piattaforma galleggiante Just Read the Instructions nove minuti dopo la partenza. Questa volta, i quattro astronauti in orbita non erano però diretti alla Iss: la capsula Crew Dragon Resilience in cui spenderanno più di due giorni si trova infatti a 575 chilometri di quota, una distanza dalla Terra a cui nessun umano arrivava dal 2009, con l’ultima missione Shuttle di manutenzione del telescopio Hubble.

Il medico di bordo è l’astronauta americana più giovane di sempre

Motivo per cui alla capsula non serve un portellone di attracco e al suo posto è stata installata una cupola di vetro, una novità che permetterà all’equipaggio di ammirare la bellezza del nostro pianeta. La missione non è comunque un viaggio di piacere. Oltre a ospitare diversi esperimenti scientifici, il suo obbiettivo è raccogliere 200 milioni di dollari per l’ospedale St. Jude di Memphis, specializzato nella ricerca e nella cura di malattie oncologiche infantili. Isaacman, oltre a pagare il pacchetto completo a SpaceX per l’addestramento, il viaggio e il supporto costante di quattro persone, ha già donato 100 milioni di dollari.

Proprio dal St. Jude arriva il primo membro selezionato da Isaacman come suo compagno di viaggio, Hayley Arceneaux. Dopo aver ricevuto le cure per un tumore alle ossa diagnosticatole quando aveva 10 anni, Arceneaux è tornata nell’ospedale come dipendente per incoraggiare chi sta affrontando la battaglia che lei è riuscita a vincere. Per Inspiration4 è il medico di bordo, ma il membro dell’equipaggio che verrà tenuto più sotto controllo è proprio lei che, malgrado una capacità di tollerare accelerazioni sopra la norma (durante l’addestramento è stata soprannominata G Monster), è la prima persona con protesi a raggiungere lo spazio, bruciando sul tempo gli sforzi in questa direzione che l’Agenzia Spaziale Europea ha inserito nel suo ultimo bando di selezione astronauti, Arceneaux ha un altro motivo per vantare un primato: coi suoi 29 anni è l’astronauta americana più giovane di sempre.

Gli altri membri dell’equipaggio di Inspiration4

Il membro più anziano della missione è la dottoressa Sian Proctor, che, figlia di un operatore delle comunicazioni Nasa di stanza a Guam, vanta di essere nata 8 mesi dopo l’allunaggio dell’Apollo 11. Insegnante di geologia e divulgatrice scientifica, nel 2009 venne scartata dalla selezione Nasa per un soffio, ma oggi, anche grazie al suo brevetto di volo, è in orbita come pilota. Insieme con Isaacman potrà infatti prendere il controllo della navicella nel caso si presenti qualche anomalia non gestibile dal computer di bordo.

Nei prossimi tre giorni, l’equipaggio sarà occupato con diversi esperimenti scientifici che riguardano soprattutto lo studio delle radiazioni a quella quota inusuale e il monitoraggio delle condizioni fisiche e cognitive dell’eterogeneo gruppo. Gruppo completato da Chris Sembroski, ingegnere alla Lockheed Martin. Trascorsi nell’aeronautica militare, si è aggiudicato il suo posto a bordo dell’astronave di SpaceX per aver fatto una donazione all’ospedale St. Jude dopo la pubblicità della missione apparsa
durante il Superbowl. È anche e forse soprattutto lui, timido e talvolta in difficoltà durante l’addestramento di sei mesi, a simboleggiare al meglio il messaggio di Inspiration4: lo spazio può essere raggiunto da chiunque. “Pochi sono venuti prima di noi, e molti altri seguiranno”, ha dichiarato il comandante Isaacman dopo aver raggiunto l’orbita a 15 minuti dalla partenza. “Ora le porte sono aperte”.

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