Nonostante le previsioni relative al rimbalzo dell’economia italiana ed europea siano più ottimistiche di quanto preventivato, le banche non sono ancora al sicuro dopo la crisi pandemica e non devono abbassare la guardia sulle pratiche di gestione del rischio del credito che in alcuni casi non risultano ancora adeguate.
Ad affermarlo sono alcuni membri del Consiglio di Vigilanza della Bce che in discorsi diversi hanno messo l’accento sulla necessità di completare l’Unione bancaria, di portare a termine Basilea 3 (cioè il nuovo quadro normativo globale sull’adeguatezza patrimoniale delle banche) e di conseguenza le riforme sul rafforzamento del capitale e, allo stesso tempo, di schiacciare l’acceleratore sulla capacità di generare ricavi affinché gli istituti restino competitivi sul mercato.
Una mission impossible? Scorrendo i discorsi dei quattro esperti la Bce ha alternato nelle ultime due settimane messaggi positivi sulla capacità dimostrata dalle banche europee di resistere alla crisi pandemica ad avvertimenti sulle conseguenze che potrebbe portare i banchieri ad assumere un atteggiamento di inerzia in questa fase.
Trovare nuovi modelli di business
Per Andrea Enria, presidente del Consiglio di vigilanza della Bce, le banche europee evidenziano miglioramenti negli indicatori di redditività, ma la strada da fare è ancora lunga e quanto fatto finora non è sufficiente. Occorre, innanzitutto, lavorare sull’efficientamento dei costi, trovare nuove strade per creare valore nel lungo termine, esplorare in alcuni casi la via dell’m&a e rimanere focalizzati sulla gestione del rischio di credito per evitare nuove bolle.
“La sostenibilità dei modelli di business delle banche continua a essere una delle nostre priorità di vigilanza. All’inizio del 2021 abbiamo avviato una campagna di ispezioni sui modelli di business e sulla redditività, coprendo 11 istituzioni e vari modelli di business e linee di business. La campagna continuerà per tutto il 2022 e si estenderà ad altre banche”, ha detto Enria intervenendo alla 26a Conferenza annuale dei ceo di Financials organizzata da Bank of America Merrill Lynch.
“Copre quattro dimensioni della sostenibilità del profitto: analisi della redditività, proiezioni finanziarie, processo di revisione della strategia e prezzo del prestito. Stiamo valutando una serie di aspetti, che vanno dalla capacità del consiglio di amministrazione di impostare una strategia alla capacità dell’istituto di analizzare i driver della redditività, compresa l’allocazione dettagliata delle fonti di costo e di reddito, le componenti del quadro dei prezzi dei prestiti della banca e ipotesi e scenari utilizzati nel business plan della banca”.
Secondo la Bce l’unico modo serio per affrontare e vincere la sfida è intraprendere un’azione decisa verso una maggiore efficienza dei costi e riorientare il modello di business verso opportunità di creazione di valore a lungo termine.
Il lavoro di irrobustimento del settore bancario è solo all’inizio. “Le banche europee sono finora uscite relativamente indenni da una delle crisi più gravi mai registrate. Come ulteriore segnale di una maggiore resilienza del settore bancario, il nostro recente esercizio di stress test suggerisce che la maggior parte delle banche sarebbe in grado di resistere a un’altra crisi economica se questa dovesse concretizzarsi nel prossimo periodo”, osserva Kerstin af Jochnick, membro del Consiglio di vigilanza della Bce, intervenendo all’Handelsblatt Banking Summit 2021.
I rischi del credito
La fine delle misure pubbliche di garanzia e di sostegno legate alla pandemia di Covid-19 potrebbe portare a ulteriori “perdite che avrebbero un impatto sulla traiettoria del capitale delle banche”, aggiunge.
Negli ultimi mesi la Vigilanza ha approfondito le pratiche di gestione del credito delle banche. “I risultati sono stati contrastanti”, rileva ancora af Jochnick. “Mentre la maggior parte delle banche ha adeguato i propri controlli sul rischio di credito in linea con le nostre aspettative di vigilanza e per riflettere le caratteristiche specifiche di questa crisi, altre hanno mostrato lacune sostanziali che devono essere colmate. La Corte ha inoltre riscontrato che i sistemi di allerta precoce e le procedure di alcune banche per valutare l’improbabilità di pagamento dei mutuatari dipendono eccessivamente da indicatori inefficaci, rating obsoleti e informazioni retrospettive”.
Le banche non si devono comportare come se fossero fuori dal tunnel della crisi. “Il fatto che la crisi sia stata finora ben gestita non dovrebbe portare all’inazione”, ha avvertito af Jochnick.
“Per dissipare questa errata percezione, la mia raccomandazione personale sarebbe quella di ricordare il disclaimer in caratteri piccoli che è apparso a lungo nelle brochure di molti prodotti di investimento, vale a dire che il successo passato non è una garanzia di prestazioni future”.
Quanto a Basilea 3 il sistema bancario e l’Ue – secondo la Vigilanza – non si possono permettere alcun ritardo. “Un’attuazione fedele è nell’interesse di tutte le parti interessate. A lungo termine, raccoglieremo notevoli benefici in termini di resilienza e credibilità continua e persino rafforzata nel settore bancario dell’area dell’euro. Nel breve termine ogni potenziale conflitto tra la ripresa post-pandemia e la riforma di Basilea III è limitato, di natura transitoria, e il rinvio di un anno dell’attuazione già mitiga l’impatto della crisi”, ha affermato Elizabeth McCaul, membro del supervisory board della Bce, intervenendo al Working Group Financial Services ospitato da Kangaroo Group. “Non dovremmo rimandare ulteriormente o rivedere gli accordi del Comitato di Basilea”.
Rafforzare il capitale
L’Autorità bancaria europea (Eba) – tra l’altro – ha pubblicato di recente il suo regolare Rapporto di monitoraggio sulla piena attuazione, nel 2028, delle ultime riforme di Basilea III nell’Ue. Secondo tale valutazione, che viene effettuata utilizzando la stessa metodologia applicata dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria, la piena attuazione di Basilea III comporterebbe un aumento medio del 13,7% sull’attuale capitale minimo richiesto di Tier 1 delle banche dell’Ue. Per conformarsi al nuovo quadro, le banche dell’Ue – spiega una nota – avrebbero bisogno di 3,1 miliardi di euro di capitale aggiuntivo.
L’impatto complessivo riflette l’impatto economico della pandemia di Covid-19 sulle banche partecipanti che si è concretizzato fino a dicembre 2020, data di riferimento della relazione.
“Alla Bce crediamo fermamente che la lezione per il ventunesimo secolo tratta dalle recenti crisi sia che abbiamo bisogno di un approccio di vigilanza proattivo. Ciò significa finalizzare le riforme di rafforzamento del capitale, che migliorano chiaramente la resilienza globale, ma anche spingere per miglioramenti nella gestione dei rischi che plasmeranno il secolo in corso. Per questo, dobbiamo fare un uso innovativo dei nostri strumenti di vigilanza, proprio come stiamo facendo per gli stress test”, ha concluso Edouard Fernandez-Bollo, Membro del Consiglio di vigilanza della Bce, al Simposio Ue-Usa, Harvard Law School
L’Eba tra l’altro ha pubblicato di recente anche le linee guida riviste sugli stress test dei sistemi di garanzia dei depositi (Dgs). Queste estendono l’ambito delle prove di stress dei Dgs, richiedendo più test rispetto alle precedenti Linee guida e coprendo tutte le missioni legali affidate ai Dgs. Le revisioni mirano a consolidare la fiducia dei depositanti sulla capacità dei sistemi nazionali di rimborsare prontamente i loro fondi in caso di fallimento bancario. Il quadro rivisto si sforza inoltre di ottenere una maggiore armonizzazione e comparabilità dei risultati delle prove di stress, che consentirà all’Eba di effettuare una “solida revisione tra pari delle prove di stress nazionali dei Dgs nel 2025”, spiega l’authority.
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