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La Nuova Zelanda vuole vietare la vendita delle sigarette agli under 14. “Avrete più soldi da spendere”

Sarebbe la seconda nazione al mondo dopo il Bhutan a vietare l’acquisto di sigarette, di certo la prima ad avere milioni di abitanti. Si tratta della Nuova Zelanda, Paese in cui nella giornata di giovedì è stata proposta una nuova legge che impedirebbe ai suoi giovani, di età pari o inferiore ai 14 anni, l’acquisto legale di sigarette nel corso della loro vita. 

A fare da capofila alla proposta è Ayesha Verrall, la ministra della Salute in Nuova Zelanda. La proposta non è ancora stata approvata dal Parlamento, ma ha buone chance di passare poiché il partito laburista di cui fa parte la ministra ha la maggioranza. Prima di introdurre la legislazione in parlamento, però, il governo prevede di consultare una task force sanitaria che rappresenti il ​​popolo indigeno Maori, tra i quali il tasso di fumatori è più alto (il 29% della popolazione, contro l’11,6% del dato nazionale). Sottolineando questo, Verall ha affermato che senza tali misure “ci vorrebbero decenni prima che i tassi di fumo Maori scendano al di sotto del 5%”.

L’obiettivo è che entri in vigore nel 2023

Mentre annunciava la proposta di legge, la ministra ha inoltre affermato che il governo di cui fa parte – sotto la guida del primo ministro Jacinda Ardern – spera di approvare la nuova normativa prima della fine dell’anno in corso, consentendole poi di entrare in vigore a partire dal 2023. 

Secondo quanto riporta l’agenzia Reuters, le restrizioni alle vendite verranno introdotte gradualmente a partire dal 2024 con una forte riduzione dei venditori di sigarette autorizzati. Il passo successivo, con data 2027, sarebbe far scattare il divieto di vendita a chiunque abbia 14 anni o meno. Il divieto rimarrebbe in vigore per tutta la vita, ciò significa che nel 2073 chi avrà 60 anni (o sarà più giovane) non potrà acquistare un pacchetto di sigarette (mentre chi ne avrà 61 sì). 

“Più soldi da spendere per le cose di cui si ha bisogno”

La ministra Verall ha detto poi che divenendo una società senza fumo, i bambini della Nuova Zelanda potranno trascorrere più tempo di qualità insieme ai loro anziani. Inoltre, si ridurrebbero le gravidanze ad alto rischio, con più bambini che nascerebbero a termine e non prematuri. “Meno persone sarebbero in ospedale per malattie legate al fumo e avrebbero più soldi da spendere per le cose di cui hanno bisogno”. 

La Nuova Zelanda ha attualmente leggi restrittive per il fumo, paragonabili a quelle che attualmente ci sono in Italia. Come nel nostro Paese, infatti, è vietata la vendita di sigarette a chiunque abbia meno di 18 anni. In aggiunta, però, sono applicate tasse più elevate sui prodotti del tabacco con prezzi per un pacchetto di sigarette che possono arrivare vicini ai 20 euro. 

Il governo afferma che queste misure esistenti hanno contribuito a ridurre i tassi di fumo in tutto il Paese, ma deve comunque adottare misure più severe per raggiungere il suo obiettivo di ridurre il tasso di fumatori al di sotto del 5% entro il 2025. 

In Bhutan il divieto è in vigore fin dal 2010

La Nuova Zelanda ha oltre cinque milioni di abitanti e sarebbe il primo Paese al mondo con una popolazione di un certo rilievo numerico ad adottare una tale misura. Tuttavia, la capofila assoluta del divieto al fumo è il Bhutan, piccolo paese di poco più di 700mila abitanti dell’Asia meridionale. Questo regno buddista dell’Himalaya orientale è celebre per i suoi monasteri, le fortezze e i suoi santuari. È previsto, tuttavia, che si possa comunque fumare purché in casa propria. La legge antifumo prevede anche che i turisti possano portare con sé una stecca di sigarette per uso personale, ma con il divieto assoluto di venderla. 

Tale divieto, in vigore dal 2010, non sembra tuttavia avere impedito al paese asiatico di essere collocato da più parti tra i Paesi più felici al mondo. 

L’industria del tabacco che sostiene il divieto

E se ci sono nazioni che il divieto lo hanno già applicato, sorprende ancora di più che sia proprio l’azienda numero uno dell’industria del tabacco a esprimere, almeno a parole, il suo endorsement circa l’adozione di un divieto di vendita delle sigarette. È il caso del ceo di Philip Morris International, Jacek Olczak, che dopo aver preso il timone dell’azienda nel maggio 2021 ha auspicato il divieto di vendita delle sigarette entro il 2030. 

“La mia visione è un futuro senza fumo. Il mio lavoro è arrivarci velocemente”, ha detto nella sua prima conferenza stampa di presentazione da ceo. I progetti della sua gestione, infatti, prevedono di puntare sempre di più su prodotti come la sigaretta elettronica. “Riusciamo ad immaginare un mondo senza sigarette”, ha detto Olczak, “Con le giuste regolamentazioni e con le giuste informazioni può succedere entro 10 anni da oggi, in alcuni paesi”.

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