La situazione in Kazakistan è sempre più tesa. La caduta del prezzo del petrolio, di cui è grande esportatore, il nuovo aumento del prezzo del gas naturale liquido, la svalutazione della moneta locale (il tenge) e la rabbia per la presunta corruzione del sistema politico dell’ex presidente Nursultan Nazarbayev hanno gettato la più grande economia dell’Asia centrale nel disordine.
Il tentativo del primo ministro Askar Uzakbaiuly Mamin di fare marcia indietro lo scorso 4 gennaio e l’annuncio di una riduzione dei prezzi non sono serviti a fermare le proteste di piazza. E si fa sempre più minacciosa l’ombra del golpe. Mentre il numero delle vittime sale (se ne contano più di 160) e gli arresti ammontano a circa 5.800, anche le fortune dei miliardari del Paese iniziano a vacillare.
Secondo quanto rivelato da Forbes, quattro magnati kazaki, tra cui una figlia e un genero dell’ex presidente, hanno visto le loro ricchezze sgretolarsi in meno di una settimana: ben 3 miliardi di dollari in meno di patrimonio rispetto al 4 gennaio.
I magnati kazaki che stanno perdendo le loro fortune
Tra i miliardari a pagare le conseguenze della crisi politica c’è Vyacheslav Kim, il maggior azionista e presidente della Kaspi Bank, la più grande società di pagamenti e fintech del Kazakistan. Dopo che il prezzo delle azioni di Kaspi è crollato del 30% (da 118 dollari il 4 gennaio a 87 dollari il 6 gennaio), il patrimonio del magnate kazako è crollato di 1,4 miliardi di dollari. La Kaspi Bank ha visto scendere il suo valore da 5,7 miliardi i dollari a 4,2 miliardi.
Stessa sorte per Mikhail Lomtadze, nativo del Kazakistan, originario della Repubblica della Georgia e ceo di Kaspi, il cui patrimonio è diminuito di circa 1,4 miliardi di dollari. Da 5,2 miliardi di dollari a 3,8 miliardi in appena due giorni, dal 4 al 6 gennaio. Per quale motivo il prezzo delle azioni è sceso? Secondo alcune segnalazioni, alcune banche, tra cui JSC Halyk e appunto Kaspi Bank, non avrebbero elaborato i pagamenti delle pensioni fino alla fine dello stato di emergenza dichiarato dal governo, previsto per il 19 gennaio.
E poi ci sono i due membri della famiglia Nazarbayev, Dinara Kulibaeva e suo marito, Timur Kulibaev, che hanno perso un totale di 200 milioni di dollari. Il valore della loro partecipazione nella banca JSC Halyk, quotata a Londra, è sceso del 16%. Timur Kulibaev, secondo le analisi di Forbes, è salito di grado nell’industria mineraria naturale del Kazakistan per diventare presidente del Samruk-Kazyna National Welfare Fund e poi entrare nel consiglio di amministrazione del gigante energetico russo Gazprom. Nel 1992, durante i primi giorni della privatizzazione in Kazakistan, Kulibaev ha formato il gruppo di investimento Altyn Alma per sfruttare le opportunità emergenti del paese. Il successo è arrivato nel 2004, quando una società da lui controllata ha venduto Kar-Tel, operante in Kazakistan, a VimpelCom per 350 milioni di dollari.
Le ricchezze dei Nazarbayev sarebbero già salve a Londra
La fase che sta attraversando il Kazakistan, dunque, sta mettendo a repentaglio le vite dei cittadini. Si allarga la forbice tra ricchi e poveri: i prezzi dei generi alimentari crescono e gli scontri in piazza vedono aumentare il numero delle vittime e degli arresti. Tuttavia, a pagarne il prezzo, sono anche alcuni magnati kazaki, compresi i rappresentanti della famiglia Nazarbayev. Secondo Godwin, l’uomo che ha guidato i Kazakistan dagli anni ’90 al 2019 oggi “non è più presente come forza politica all’interno del Paese”.
Tuttavia, la famiglia Nazarbayev potrebbe eventualmente cercare rifugio a Londra. Secondo un recente rapporto di OpenDemocracy, la famiglia allargata Nazarbayev possiede proprietà di lusso per un valore di circa 450 milioni di dollari nel paese. In particolare, la piattaforma di notizie investigative con sede nel Regno Unito SourceMaterial ha rivelato che la figlia di Nazerbayev, Nazarbayeva, e suo figlio sono i proprietari di 221b Baker Street, la casa immaginaria del personaggio Sherlock Holmes. E il famoso indirizzo sarebbe soltanto una piccola parte del patrimonio kazako a Londra.
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