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Come questi due under 30 sono diventati miliardari grazie alla loro startup di carte di credito aziendali

Questo articolo è apparso su Forbes.com a firma di Eliza Haverstock

I due ventenni fondatori di Brex sono miliardari grazie ad un nuovo importante round di finanziamento annunciato questa settimana, che ha quasi raddoppiato la valutazione della loro fintech fondata cinque anni fa.

Brex raccoglie 300 milioni di dollari

La startup, con sede a San Francisco, che mira a rivedere la carta di credito aziendale, ha confermato di aver raccolto 300 milioni di dollari in un round di finanziamento guidato dalle società di investimento Greenoaks Capital e Technology Crossover Ventures (TCV). La sua valutazione è ora di 12,3 miliardi di dollari – un notevole salto rispetto alla valutazione di 7,4 miliardi di dollari di nove mesi fa.

I cofondatori (e co-ceo) Henrique Dubugras, 26 anni, e Pedro Franceschi, 25, detengono ciascuno una quota del 14% in Brex, secondo quanto stimato da Forbes, del valore di circa 1,5 miliardi di dollari ciascuno. La coppia ha rifiutato di commentare le stime di Forbes, ma Dubugras ha parlato comunque del percorso verso il successo della sua startup.

Carte di credito e gestione delle spese

La giovane fintech si è fatta un nome grazie alla carta di credito aziendale su misura per le esigenze delle startup. Rimane il prodotto principale di Brex e le commissioni interbancarie che i commercianti pagano quando i dipendenti usano queste carte costituiscono quasi la totalità delle entrate dell’azienda. Negli ultimi anni Brex ha anche lanciato nuovi softwari, come uno per la gestione delle spese e una soluzione di pagamento delle fatture aziendali. “Se ricevi una fattura nella tua e-mail, puoi semplicemente inoltrarcela e boom, viene pagata”, dice Dubugras a Forbes in collegamento via Zoom dal suo ufficio di casa a Los Angeles. A maggio, la società ha lanciato uno dei primi programmi di ricompensa crittografica per le aziende.

Chi sono i competitor di Brex

Brex tuttavia non è l’unica azienda che tenta di rivoluzionare le tradizionali soluzioni di pagamenti b2b, incentrate sui fogli di calcolo. Oggi, tra i rivali ci sono la startup Ramp (fondata nel 2019 e del valore di quasi 4 miliardi di dollari dopo il round di finanziamento di agosto) e Bill.com (che vale circa 21 miliardi di dollari), che la scorsa primavera ha acquistato il software di rendicontazione delle spese Divvy per 2,5 miliardi di dollari. In ogni caso Brex è stata in grado di attirare grandi capitali, offrendo una suite di prodotti che vanno oltre la carta di credito aziendale. Dubugras dice di non essere troppo preoccupato per la concorrenza.

“Il mercato è piuttosto grande e penso che ci sia spazio per tutti”, dice. “La maggior parte dei pagamenti b2b sono ancora basati su carta e assegni”.

L’incontro su Twitter

La startup, in cui oggi lavorano 1.000 persone, deve la sua esistenza a un vivace scambio su Twitter avvenuto nel dicembre 2012 tra Dubugras e Franceschi sulle sfumature degli strumenti di codifica. A quel tempo erano studenti delle scuole superiori che vivevano rispettivamente a San Paolo e Rio de Janeiro, in Brasile. Il limite imposto di 140 caratteri ha ostacolato il dibattito, quindi i due adolescenti si sono “trasferiti” su Skype per discuterne ulteriormente.

“Su Skype non potevamo litigare così tanto, dunque siamo diventati migliori amici”, afferma Dubugras. Nel 2013, i due amici hanno lanciato una startup chiamata Pagar.me, che consentiva ai commercianti brasiliani di accettare pagamenti online. Era un gruppo di 150 persone quando la vendettero, tre anni più tardi, a una fintech di pagamenti con sede in Brasile chiamata Stone. Dubugras dice che è stato sufficiente per pagare il college – lui e Franceschi hanno entrambi abbandonato informatica a Stanford – e per mettere da parte alcuni risparmi.

Dall’università di Stanford alla lista Forbes Under 30

I due inizialmente avrebbero voluto creare conti bancari per le startup con sede negli Stati Uniti, ma in un secondo momento hanno optato per le carte di credito aziendali, intuendo che fosse un obiettivo più raggiungibile. “Quale azienda affiderebbe i propri soldi a due brasiliani di 22 anni a caso?”, ridacchia Dubugras. “Con le carte aziendali… Eravamo noi a dargli soldi, piuttosto che loro a noi”. Dubugras e Franceschi hanno fondato Brex nel 2017 dopo aver lasciato Stanford nella primavera del loro primo anno.

Due anni dopo entrambi si sono guadagnati un posto nella lista 30 Under 30 Finance di Forbes. All’epoca, Brex aveva raccolto 213 milioni di dollari ed era stata valutata 1,1 miliardi di dollari. Nel 2019, Brex si è ampliata anche nei conti bancari aziendali. (Brex non è una banca autorizzata, quindi collabora con LendingClub o JPMorgan Chase per i conti).

Giro d’affari e nuove assunzioni in arrivo

Nel complesso, i due si sono assicurati un altro miliardo di dollari in venture capital da investitori del calibro di Tiger Global Management, Peter Thiel e il fondatore di Affirm Max Levchin. La società afferma che le sue entrate sono più che raddoppiate negli ultimi 12 mesi, anche se non intende condividere dettagli o commenti sulla redditività. Il fornitore di dati sui mercati privati ​​PitchBook stima che Brex abbia generato circa 320 milioni di dollari di entrate per il 2021. Dubugras afferma che Brex conta oggi “decine di migliaia” di clienti aziendali, del calibro di Carta e Classpass.

La startup vuole prendere la palla al balzo nel nuovo anno. Con 300 milioni di dollari di nuovi finanziamenti, Brex mira ad aumentare il proprio organico di almeno il 50%, mantenendo allo stesso tempo contanti nelle casse in caso di flessione del mercato. Brex originariamente si proponeva di servire le startup, ma Dubugras afferma che le aziende di fascia media rappresentano oggi oltre il 60% della sua base di clienti. Nel 2022 spera di entrare in contatto anche con le grandi società.

“È facile pensare che abbiamo già avuto successo”, dice. “Siamo ovviamente felici di ciò che abbiamo ottenuto, ma c’è molto altro in arrivo”.

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