Solo un mese fa aveva dovuto richiamare mezzo milione di auto per difetti nell’apertura e chiusura del bagagliaio. Ora Tesla è costretta a fare altrettanto per quasi 54mila macchine che utilizzano il suo sistema di guida autonoma. Vetture che, a causa di un problema del software, potrebbero non fermarsi agli stop.
Il problema riguarda il sistema Full Self-Driving (Beta) e, in particolare, la funzionalità Rolling stop. In breve, le auto non si fermano del tutto quando arrivano agli incroci. La National highway traffic safety administration (Nhtsa, l’agenzia del dipartimento dei Trasporti statunitense che si occupa di sicurezza stradale) ha fatto sapere che le auto interessate sono Model S e Model X prodotte tra il 2016 e il 2022, Model 3 del periodo 2017-2022 e Model Y prodotte tra il 2020 e il 2022.
Appena la scorsa settimana, Tesla aveva fatto sapere che i veicoli che usano Fsd Beta sono passati in pochi mesi dalle poche migliaia di fine settembre alle 60mila di oggi. L’azienda, scrive il sito Techcrunch, ha fatto sapere di non essere al corrente di incidenti provocati dalla funzione Rolling stop.
Qual è il problema delle 54mila Tesla
La funzionalità del Rolling stop, come ricorda la Reuters, è stata introdotta a ottobre. Entra in funzione quando l’auto viaggia a meno di 9 km/h e non ci sono altri veicoli o pedoni all’incrocio. È però in violazione del codice della strada di molti stati, che prevedono l’arresto completo dell’auto ad alcune intersezioni. Dopo due incontri con i funzionari Nhtsa, Tesla ha accettato di richiamare le auto.
La relazione tra il pilota automatico e il codice della strada, tra l’altro, è complessa perché molti paesi non hanno ancora chiarito quali siano le responsabilità in caso di incidenti che coinvolgono un’auto a guida autonoma. Tra questi ci sono gli Stati Uniti. Come scriveva Forbes a dicembre, “al momento il governo federale statunitense non ha creato un quadro normativo chiaro per determinare le responsabilità in un incidente che riguarda veicoli a guida autonoma o semi-autonoma. Vari stati e assicuratori seguono politiche diverse”.
Gli altri richiami
Tesla è costretta ora a richiamare auto in America per la terza volta negli ultimi mesi. Il caso più significativo è stato quello di dicembre, che ha riguardato quasi 500mila vetture. In particolare, 356mila Model 3 per “aperture e chiusure ripetute del bagagliaio” che, si leggeva nelle carte, potevano “causare un’eccessiva usura del cavo coassiale” collegato alla telecamera per la visione posteriore”. Erano state poi controllate 119mila Model S, per il pericolo di aperture inattese del bagagliaio, che poteva “ostruire la visibilità del conducente”.
Un mese prima, l’azienda di Elon Musk aveva dovuto richiamare invece circa 12mila veicoli. Un aggiornamento del software rischiava infatti di far scattare falsi allarmi per una collisione frontale o l’attivazione inattesa della frenata di emergenza.
I problemi non riguardano del resto solo il mercato statunitense. A giugno, per esempio, un altro richiamo aveva riguardato 300mila auto vendute in Cina, per problemi del pilota automatico.
Le indagini su Tesla
La Nhtsa ha oggi in corso altre indagini. Una riguarda 580mila vetture dotate di Passenger Play, il sistema che trasforma il display centrale di infontainment in un doppio schermo. Il software è pensato per permettere ai passeggeri di giocare, ma l’auto non ha modo di verificare che non sia il guidatore a giocare.
Ad agosto era stata invece avviata un’altra investigazione sul pilota automatico di 765mila veicoli. Quella volta, dopo una dozzina di incidenti.
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