Articolo tratto dal numero di febbraio 2022 di Forbes Italia. Abbonati!
Una brutta sorpresa. È quella con la quale si sono ritrovate parecchie famiglie all’inizio del nuovo anno: la tempesta perfetta si è abbattuta sul mercato energetico, causando un notevole rincaro delle bollette e ponendo il tema al centro del dibattito politico ed economico. Le domande dei consumatori sono tante in queste settimane e la richiesta di maggiore trasparenza appare legittima.
Le startup nate negli ultimi anni nel mondo del mercato energetico avevano già fiutato l’esigenza: Tate è una di queste. Nata nel 2018 come tech company, si occupa della vendita di energia elettrica e gas esclusivamente digitale con la missione di semplificare il mercato dell’energia e rendere la gestione delle utenze più efficiente, trasparente e sostenibile.
Mattia Lobertini, co-fondatore di Tate
Tra i suoi fondatori c’è Mattia Lobertini. Nato con una formazione da perito informatico e web designer, ha iniziato la carriera lavorativa come consulente per Pmi sui temi del digitale. “Nel corso della mia carriera mi sono appassionato al mondo delle startup e alla loro cultura orientata a risolvere i problemi. All’inizio del 2017 mi sono spostato all’estero, ad Amsterdam e Londra, per studiare le caratteristiche comuni di alcune startup di successo, mentre l’idea di Tate stava nascendo”, racconta. “Offriamo un app sviluppata in-house e un’assistenza veloce e disponibile, attraverso un sistema di chat integrato nell’app che consente di avere risposte in modo rapido e semplice”.
A oggi Tate è il fornitore con la valutazione più alta su Trustpilot, Play Store e App Store. Un riconoscimento guadagnato grazie al suo approccio interattivo: vengono raccolte prima le esigenze dei clienti e, successivamente, implementate. L’approccio di totale trasparenza e di collaborazione nei confronti dei clienti è uno dei principi cardine, unitamente a un grande focus sui temi della sostenibilità, del green e delle energie rinnovabili.
L’uso delle rinnovabili
Nel Rapporto delle attività 2020, redatto dal Gestore dei servizi elettrici, viene indicato che il 37% dei consumi nel settore elettrico italiano è stato soddisfatto proprio dalle fonti rinnovabili. “Questo è sicuramente un buon dato di cui dobbiamo essere fieri. Ma sono convinto che possiamo fare ancora molto di più: ridurre al minimo la complessità dei procedimenti e delle normative e progredire in termini di incentivi e sviluppi tecnologici”, spiega. “Per esempio, secondo l’Agenzia nazionale Enea c’è stato un rallentamento delle installazioni di nuova capacità elettrica rinnovabile che si sono fermate a circa un quarto di quanto sarebbe necessario per raggiungere gli obiettivi del 2030 fissati dalla Commissione europea in termini di riduzione delle emissioni”.
Quella della transizione energetica è una strada tracciata e obbligata anche per risolvere il problema del caro bollette. Non l’unica, a dire la verità, visto che Tate ha deciso di attivarsi su più fronti. La tech-company ha lanciato una campagna di sensibilizzazione su come funziona il mercato luce e gas: in sostanza, nessun fornitore ha realmente modo di fare un prezzo particolarmente vantaggioso, visto che tutti i fornitori sul mercato acquistano energia e gas a prezzi molto simili.
La tariffa a prezzo variabile
“Per tale ragione noi suggeriamo la tariffa a prezzo variabile e continuiamo a sconsigliare di scegliere tariffe a prezzo fisso. Farlo in un momento di crisi energetica vuol dire condannarsi per diversi mesi a pagare un prezzo molto alto anche quando i costi scenderanno, come previsto dalle stime dell’Autorità di mercato (Arera) dopo marzo 2022. Inoltre abbiamo da poco lanciato un aggiornamento dell’app che aiuterà tutti i nostri clienti ad essere più consapevoli delle proprie abitudini di consumo”, dice ancora Lobertini, che nel frattempo è appena partito con un altro progetto che asseconda una sua grande passione. Si chiama FirenzeJS ed è un format di networking e talk mensili legati a tecnologia e programmazione organizzato a Firenze. “Mi piacerebbe farlo crescere e raggiungere altre città, per aiutare più programmatori, o aspiranti tali, a coltivare questa passione e professione di cui la richiesta è molto elevata”, conclude.
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