Articolo tratto dal numero di agosto 2023 di Forbes Italia. Abbonati!
Mentre ChatGpt è sulla bocca di tutti, l’evoluzione dell’intelligenza artificiale continua attraverso le ricerche e gli investimenti di tanti operatori del settore delle startup e della tecnologia. Un fermento che si avverte anche in Italia. Ce ne parla Maria Imbesi, portfolio manager di Digital Magics con responsabilità sul fintech e sul programma Magic Mind, dedicato proprio all’Ia.
Dopo il diploma al liceo scientifico, Maria si è laureata in Bocconi con una triennale in economia aziendale e una specialistica in amministrazione, finanza aziendale e controllo. Ha iniziato a lavorare a 21 anni in una holding di un ramo della famiglia Boroli, come junior internal auditor su diversi brand e business. A 22 è entrata in Digital Magics, prima come analista e poi come associate. Oggi, in qualità di program director, ha un punto di vista privilegiato su tutto ciò che sta accadendo nel mondo dell’Ia.
“L’intelligenza artificiale ha potenzialità strabilianti nel migliorare i risultati dell’intelligenza umana, con applicazioni in ogni aspetto della vita e della civiltà e un grado di flessibilità che poche altre tecnologie hanno avuto”, dice. “Basti pensare al fatto che un’Ia è infinitamente paziente”. Un’interazione dalle grandi potenzialità sembra essere quella tra intelligenza artificiale e fintech, l’altro settore nel quale Maria ha maturato esperienza. Imbesi ha partecipato quest’anno alla strutturazione di Apside – la joint venture con Intesa per gli investimenti nel fintech, insurtech e proptech – ed è nel comitato investimenti. Oggi con Digital Magics è in pieno scouting per Fin+Tech, l’acceleratore fintech della Rete Nazionale Cdp, con cui Digital Magics sta investendo oltre 6 milioni in startup in fase pre-seed.
“Stiamo scoprendo come, sia per le aziende partner che per le startup candidate, l’Ia generativa possa rappresentare un elemento di trasformazione nei servizi finanziari, anche in virtù dei grandi passi avanti della normativa nell’agevolare l’utilizzo di tecnologie digitali di interoperabilità e gestione dei dati”, spiega. “Si pensi alle applicazioni per l’evoluzione dell’open banking”.
Le applicazioni potrebbero essere infinite, se consideriamo la customer experience, la compliance, la valutazione del merito creditizio del cliente. A maggior ragione in un contesto europeo in cui ci si aspetta, con l’introduzione di Psd3, un’armonizzazione per lo sviluppo di player competitivi a livello globale. In questo contesto, le startup italiane si stanno muovendo in modo intelligente, sfruttando lo stock tecnologico messo a disposizione dai grandi player, come OpenAi, per fare fine tuning sui propri modelli e apportando la propria conoscenza del settore e del territorio in cui operano.
“Faccio un esempio pratico citando Aptus, una startup nel portfolio di Fin+Tech, in cui abbiamo investito con Cdp Vc, Nexi, Credem, Startupbootcamp e Fabrick. Aptus ha introdotto una piattaforma SaaS che rivoluziona i processi di compliance: Daitomic legge tutti i giorni le nuove normative e offre ai compliance specialist di banche e istituti finanziari clienti alert personalizzati, oltre a un’analisi degli impatti rispetto alle normative e ai processi interni, in modo continuo e immediato, anche attraverso un servizio di conversational Ai”.
Oltre all’attività con Digital Magics, nel futuro Imbesi vorrebbe impegnarsi per un maggiore impatto nel sociale. “In particolare per lo sviluppo del Sud Italia, supportando i giovani talenti imprenditoriali che nascono in questi territori e che intendono investirci il proprio tempo e le proprie competenze”.
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