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Strategia

7 consigli per fare personal branding come Jobs, Bezos e Musk

Spesso si sente parlare del personal branding e della sua importanza per migliorare il modo in cui una persona viene percepita dall’immaginario collettivo. Sfruttarne in maniera adeguata il valore, può aiutare a sostenere una buona causa, ampliare la diffusione di un messaggio e persino il bacino dei clienti. Non a caso, secondo l’Osservatorio Influencer Marketing realizzato da Ipsos, 9 aziende su 10 coinvolgerebbero influencer in linea con i valori del proprio brand per entrare in contatto diretto con il loro target di riferimento.

“Fare personal branding vuol dire far emergere il volto umano che si cela dietro un brand o un’azienda”, spiega Claudia Barberis, consulente di personal branding per imprenditori e docente presso l’Università Cattolica di Milano. “Non equivale solo a essere particolarmente attivi sui canali digital come molti pensano. Significa uscire dal ruolo strettamente professionale che ci siamo ritagliati e far emergere maggiormente quello che siamo, per aprire una conversazione personale con il nostro pubblico. Questo non vuol dire che una strategia vincente equivalga al condividere la propria vita privata e cancellare così qualunque linea di confine, ma raccontarsi onestamente, mostrando che dietro un brand o un prodotto si cela un insieme di valori, messaggi e obiettivi che possono essere comuni a quelli di tantissime altre persone”.

Il personal branding vincente? Quello che crea empatia

Per questo motivo, il personal branding è la chiave di successo per molte realtà multinazionali. Conoscere l’arte dello storytelling, e imparare a comunicare in modo efficace, diretto e semplice, è di fondamentale importanza per stabilire un punto di contatto con un potenziale cliente o seguace sui social network per trasformarlo in un membro fidelizzato della nostra community.

Sull’argomento, è sempre l’esperta a evidenziare quali sono gli errori più frequenti di chi decide di fare personal branding ottenendo però un riscontro insperato: “Creare un personal brand finto o comunque diverso da come siamo, solo perché si pensa possa funzionare meglio, copiare i modi di qualcun altro o volersi mostrare perfetti sono gli errori più comuni. D’altra parte, spesso anche la fretta porta a non raggiungere alcun risultato. Una strategia errata, infatti, non solo riduce l’autorevolezza ma attrae un pubblico sbagliato facendoci lavorare con persone che rimarranno inevitabilmente deluse perché cercavano altro. Ai miei studenti, ad esempio, dico sempre che il personal branding vincente è quello in grado di stabilire un rapporto empatico anche con chi non è immediatamente interessato al brand in questione. Sta poi al brand lavorare affinché questa affinità diventi interesse”.

Ma quali sono gli elementi chiave per attuare una strategia efficace? Da Oprah Winfrey ad Elon Musk, ecco 7 consigli forniti da Claudia Barberis ispirati ad alcuni personaggi di successo.

Autenticità

Per comprendere come cambiare la comunicazione, è utile partire da un semplice esercizio. Dobbiamo descriverci con tre aggettivi che ci rappresentano maggiormente e chiedere ad amici e collaboratori di fare lo stesso per poi confrontare le differenze. Oprah Winfrey, ad esempio, non ha mai nascosto la sua storia anzi l’ha utilizzata come strumento per presentarsi al pubblico e generare empatia. Il suo modo di intervistare gli ospiti, infatti, ha dato vita a un modello unico nel suo genere, contribuendo al successo dei suoi programmi e trasformandola in una delle personalità più celebri e importanti degli Stati Uniti.

Fare la differenza

La comunicazione deve essere al servizio del cliente senza sfociare in una vendita dei propri prodotti o servizi. È necessario puntare a costruire la propria comunicazione. Lo insegna Sara Blakely, tra le più importanti imprenditrici al mondo, che ha inventato il noto Spanx: l’intimo modellante che valorizza le forme e la figura del corpo. Tutto ha avuto inizio da una sua esigenza che riguardava tutte le donne e che l’ha portata a ideare un prodotto non presente sul mercato.

Coerenza

L’autorevolezza parte dall’essere credibile ma richiede necessariamente coerenza. Risulta difficile esserlo se la nostra immagine comunica qualcosa, le parole un’altra e le azioni un’altra ancora. Se questi elementi non sono allineati, difficilmente attrarremo fiducia. Ne è un esempio il makeover di Jeff Bezos: una volta diventato un imprenditore miliardario, infatti, ha cambiato look. Quasi sempre abbronzato, ha uno stile che ricorda il protagonista del film “Top Gun”.

Superare le paure

Non serve essere un personaggio noto per dar voce alla propria opinione. Molto spesso, le persone che hanno più appeal sul pubblico sono proprio quelle che danno la possibilità anche agli altri di esprimere la propria opinione riguardo specifici temi, in modo neutrale e diretto. Lo insegna Greta Thunberg che ha saputo veicolare le richieste di una generazione intera puntando l’attenzione sul tema del cambiamento climatico, riportandolo all’attenzione pubblica e in vetta alle agende politiche.

Motivazione

Spieghiamo in modo trasparente per quale motivo abbiamo scelto di intraprendere la nostra attività e qual è l’obiettivo che vogliamo raggiungere. Questo consente di legarci a persone allineate al nostro approccio. Anche Steve Jobs, ad esempio, a distanza della sua scomparsa continua a influenzare il brand e la sua comunicazione. Il suo modo di porsi è stato inoltre un altro degli elementi chiave che hanno reso Apple un brand prestigioso e un vero e proprio lifestyle.

 Prendere posizione

Prendere posizione su ciò che riteniamo possa contare davvero è un elemento di leadership e di ispirazione. A dimostrarlo è la NBA con Lebron James, sostenitore del movimento Black Lives Matter, che ha ricevuto diversi attacchi per le sue cause. Sebbene non abbia subito una cancellazione totale come l’atleta Colin Kaepernick, ha comunque pagato il fatto di essersi schierato.

Target

Fare personal branding è un investimento importante in termini di tempo e risorse economiche. È utile intercettare le persone in target affinché si possa attuare una strategia di personal branding davvero funzionante. Basti pensare a Elon Musk, che predilige l’uso di Twitter ed è presente come ospite e speaker a conferenze, eventi di comics, forum tech o discussioni legate al bitcoin.

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