Articolo tratto dal numero di maggio 2022 di Forbes Italia. Abbonati!
Nel 2019 è stata approvata una direttiva europea, entrata in vigore dal luglio 2021, che segna una svolta importante ad una guerra che va avanti da almeno una decina di anni. Si tratta della cosiddetta Sup (Single Use Plastic), e la guerra in questione è quella all’inquinamento da plastica. L’obiettivo è molto ambizioso: si parla di una riduzione degli imballi in plastica usa e getta del 50% entro il 2025 e dell’80% entro il 2030.
Progest, “ridare vita alla carta”
Ma i risultati non sono comunque irraggiungibili. Basti pensare che secondo alcune stime del Wwf, il solo bando del monouso basterebbe a ridurre del 57% il carico di plastica nei rifiuti a livello globale. Ad impegnarsi in questa missione c’è, tra le aziende che fanno della sostenibilità il loro credo, un’impresa trevigiana che produce carta dal 1973 e che ha chiuso il 2021 con un fatturato superiore ai 700 milioni di euro, in crescita di circa il 60% rispetto al 2020 – come a dimostrare che l’economia circolare, in fondo, non fa bene soltanto all’ambiente. Il suo nome è Pro-Gest, la sua rete conta 28 impianti produttivi, opera in 7 regioni e la sua filosofia è molto semplice: “Ridare vita alla carta”.
Uno slogan che si concretizza in un impegno ormai decennale nella sostituzione dei materiali tradizionali, come ad esempio la plastica, proprio con la carta. Anche in un settore come quello dell’industria alimentare, dove i materiali plastici sono tradizionalmente i più efficace e funzionali: “Per noi questa è una filiera molto importante” racconta Valentina Zago, direttore generale di Pro-Gest. “Il 60% del packaging prodotto da noi è utilizzato nel settore food and beverage. Non era mai stato così importante per Pro-Gest, poi in seguito ad un nostro cambio di strategia lo è diventato: pian piano negli anni ci siamo inseriti sempre di più in questo settore, sia nelle piccole che nelle grandi aziende”.
Innovazione nella filiera
Un trend che Pro-Gest ha colto negli ultimi anni, durante i quali il nord est produttivo ha visto tanti dei suoi distretti industriali delocalizzarsi o scomparire. Pro-Gest è stata lungimirante e ha anticipato questa trasformazione del mercato, decidendo di seguire sempre più da vicino la filiera alimentare con imballi studiati ad hoc. Pro-Gest, insomma, ha l’innovazione nel dna.
All’interno del gruppo ci sono varie tipologie di impianti che consentono di seguire la lavorazione della carta, dalla sua produzione fino all’imballaggio finito. Numericamente il gruppo conta un headquarter, quattro piattaforme di raccolta carta da macero, sei cartiere, quattro ondulatori, sei scatolifici, tre stabilimenti integrati e altri quattro siti destinati a produzioni specifiche. Il processo comincia all’interno delle piattaforme di raccolta del macero e nelle cartiere, dove attraverso il recupero del macero e della fibra di cellulosa vengono prodotti 1,3 milioni di tonnellate di carta all’anno con un market share del 29%.
Le carte, che si differenziano in base alle grammature, ai colori, alle performance e in base all’utilizzo, vengono consegnate agli ondulatori per essere trasformate in fogli di cartone ondulato, necessari per la realizzazione di varie tipologie di imballaggi sia per il settore industriale che per il comparto del food. “Abbiamo una piccolissima produzione di carta vergine, utilizzata nei prodotti in cartone per uso alimentare”, tiene a precisare Valentina Zago. “Stessa cosa per i prodotti igienico-sanitari. In Italia la legge vuole che il prodotto alimentare venga a contatto esclusivamente con carta proveniente direttamente dall’albero”.
La filosofia dell’economia circolare
La filosofia di Pro-Gest resta quella di dare un nuovo utilizzo a qualcosa che normalmente verrebbe classificato come rifiuto. “E questa penso che sia la prima virtù di questo tipo di materiale” aggiunge Zago. “Siamo tra i più bravi in Europa nel processo di riciclo. Inoltre il prodotto in carta offre normalmente ottimi livelli di protezione e resistenza, che grazie alle nuove tecnologie di produzione può raggiungere performance molto simili a quelle della carta vergine (per intendersi, non è necessario tagliare un albero per avere buone prestazioni, ndr). E poi non dimentichiamoci della stampabilità del prodotto, una caratteristica che rende il packaging un mezzo di comunicazione con il cliente”. Un valore aggiunto che non hanno gli imballaggi alternativi.
E l’esempio virtuoso di economia circolare non si limita a questo. Oltre che in aggiornamenti tecnici, gli investimenti degli ultimi 5 anni – circa 500 milioni di euro – sono andati a finire nei processi industriali. Le cartiere Pro-Gest già dalla fine degli anni ’80 sono state tra le prime ad avere impianti di cogenerazione che permettessero la produzione di energia elettrica e di vapore mediante turbine a gas, oltre che caldaie a recupero ad alta efficienza e con il minor impatto sull’ambiente possibile.
Un polo cartario nazionale
Inoltre nel corso degli ultimi dieci anni sono stati completamente resi indipendenti dal punto di vista energetico diversi stabilimenti del gruppo, attraverso l’installazione di impianti fotovoltaici che producono energia rinnovabile. “I tre impianti in cui ci sono maggiori ammodernamenti sono i due nella zona di Mantova. Tra questi la ex Cartiera Burgo, un impianto architettonico famoso e conosciuto degli anni ’70 di valenza storica e architettonica per il nostro paese, acquisito e ammodernato dalla nostra azienda. E poi, a pochi chilometri dalla città, un altro stabilimento integrato che produce cartone e scatole a Castelbelforte, in cui sono utilizzate le migliori tecnologie esistenti in Italia”.
Due stabilimenti che rappresentano, in ottica futura, un polo cartario di riferimento per il panorama nazionale. E che costituiscono, insieme alla Cartonstrong di Grezzago, in provincia di Milano, i fiori all’occhiello dell’industria cartaria italiana dal punto di vista delle tecnologie applicate e delle soluzioni energetiche.
La sfida all’energia e al Covid-19
Il perfetto esempio di economia circolare di Pro-Gest riesce oggi a superare i problemi e le difficoltà legate al Covid-19, lo shock energetico dovuto all’aumento esponenziale del costo di gas e energia elettrica e soprattutto si fa portavoce del rilancio del ruolo della carta.
“Nel 2021-2022 è previsto un bilancio di sostenibilità per evidenziare l’impegno e le iniziative dell’azienda dal punto di vista economico, ambientale e sociale”, continua Valentina Zago, che oltre ad affermare l’impegno di Pro-Gest nell’innovazione e nella riduzione dell’impatto ambientale, vuole ridefinire anche le potenzialità di un materiale finora troppo sottovalutato. “Gli impieghi del cartone sono infiniti e crediamo che il valore della filiera completa del nostro gruppo sia estremamente importante. Le difficoltà legate alla reperibilità delle materie prime e dell’energia hanno fatto capire ai clienti che avere alle spalle un player in grado di dare garanzie di continuità e di qualità è importante”. Per Pro-Gest, mantenere la posizione di leadership come principale gruppo italiano e tra i maggiori a livello europeo, alla luce di questi fatti, si rivela ancor più decisivo.
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