È morto questa mattina, al San Raffaele di Milano, Leonardo Del Vecchio. Il presidente esecutivo di EssilorLuxottica, il più grande gruppo mondiale degli occhiali, aveva 87 anni.
La storia di Leonardo Del Vecchio
Leonardo Del Vecchio, ultimo di quattro fratelli, era nato a Milano il 22 maggio 1935. Portava il nome del padre, un commerciante di frutta di origini pugliesi che morì prima della sua nascita. A sette anni fu affidato al collegio dei Martinitt per gli orfani e i bambini abbandonati, in cui crebbero anche Angelo Rizzoli ed Edoardo Bianchi, fondatore della storica azienda di biciclette. Nel suo fascicolo si leggeva: “Urge immediato ricovero, perché viene dall’ambiente delle case minime e passa la giornata nel più completo abbandono”. In un’intervista a Tommaso Ebhardt, pubblicata poche settimane fa nel libro Leonardo Del Vecchio, l’imprenditore ha dichiarato: “Il collegio è stato la mia fortuna. È diventato la mia famiglia. Stavo bene, mi hanno insegnato delle regole”.
A 15 anni Del Vecchio lasciò i Martinitt e iniziò a lavorare alla Johnson, un’azienda di medaglie e distintivi. Per tre anni e mezzo fu garzone degli incisori. “Non mi chiamavano neanche per nome”, ha raccontato. “Solo ‘fiö’”. I proprietari lo spinsero a iscriversi all’Accademia di Brera, per studiare design e incisione.
La nascita di Luxottica
Dopo un periodo in Trentino come capo stampista, Del Vecchio tornò a Milano e creò un laboratorio di stampi. Entrò così in contatto con gli imprenditori che sarebbero diventati, di lì a poco, i primi clienti di Luxottica. Nel 1958 si trasferì così ad Agordo, in provincia di Belluno, dove aprì una bottega di montature per occhiali. Ottenne un capannone gratuito dal comune, che regalava impianti a chi voleva avviare imprese, e cominciò come terzista, cioè fornitore di parti per le tante occhialerie della regione. Tre anni più tardi, la bottega divenne Luxottica. Proprietario unico dal 1967, decise presto di produrre occhiali completi e di commercializzarli a marchio Luxottica. “Ho sempre odiato la dipendenza da altri”, ha ricordato Del Vecchio. “Ho sempre preferito il poco, magari subito, determinato da me. Quando si lavora per altri, si è nelle mani di altri”.
Nel 1969, come ha raccontato il libro di Ebhardt, Luxottica fu sull’orlo del fallimento, quando il direttore della Banca del Friuli di Agordo negò il prestito necessario per pagare creditori e operai. La salvò un finanziamento della Cassa di Risparmio di Belluno. “Mi è sempre rimasta la curiosità di sapere se Del Vecchio, applicando gli attuali sofisticati algoritmi che misurano il merito di credito, avrebbe superato l’esame”, ha scritto Ferruccio De Bortoli sul Corriere della Sera. “Per fortuna ebbe di fronte all’epoca, almeno in una banca, funzionari di buon senso che lo guardarono in faccia. E credettero in lui, nelle sue capacità, nel suo spirito di sacrificio, nella voglia di farcela contro ogni vento contrario”.
Il re degli occhiali
Leonardo Del Vecchio – sei figli e tre matrimoni, di cui gli ultimi due con la stessa donna, Nicoletta Zampillo – ha passato i 50 anni successivi a costruire il più grande gruppo mondiale degli occhiali. “Tutto è partito dalla paura che il mio futuro fosse condizionato da altri”, ha dichiarato. “Un anno un nostro importatore americano ordinò meno occhiali del solito. Cominciai a pensare che anche il distributore non mi stava più bene. Perciò iniziai a comprare i distributori che più mi piacevano”.
Poi vennero l’acquisizione della più grande catena di vendita al dettaglio d’America e quelle di alcuni dei principali marchi di occhiali al mondo: Vogue nel 1990, Persol nel 1995, Ray-Ban nel 1999, Oakley nel 2007. Luxottica produce oggi occhiali anche per brand come Bulgari, Chanel, Ralph Lauren, Prada e Tiffany. È quotata a New York dal 1990 e a Milano dal 2000.
Negli stessi anni, Del Vecchio divenne famoso per essere il primo contribuente d’Italia. E mentre la sua azienda cresceva, si lanciò anche in altri settori. Nel 1995, assieme alla famiglia Benetton, acquistò la Società Meridionale di Elettricità, che possedeva Autogrill e Supermercati Gs. Un’operazione che Del Vecchio, in un’intervista a Repubblica, definì “un affare finanziario”, concluso cinque anni dopo con la vendita a Carrefour. Tramite la sua holding lussemburghese, Delfin, l’imprenditore era anche il maggiore azionista di Mediobanca e possedeva il 9,82% di Assicurazioni Generali. Negli ultimi anni, assieme a Francesco Gaetano Caltagirone, si è scontrato sull’assetto delle due società con l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel.
EssilorLuxottica
Dopo avere ceduto la carica di amministratore delegato nel 2004, Del Vecchio ha ripreso un ruolo operativo in Luxottica nel 2016. È stato lui a condurre, nel 2018, la fusione con Essilor, gigante francese delle lenti. Un’operazione che ha portato alla nascita del gruppo EssilorLuxottica, che impiega 180mila dipendenti, ha fatturato 17,8 miliardi di euro nel 2021 e ha reso Leonardo Del Vecchio la seconda persona più ricca d’Italia e la 52esima più ricca al mondo, con un patrimonio di 27,3 miliardi di dollari.
Lo scorso anno EssilorLuxottica, assieme a Facebook (oggi Meta), ha annunciato la nascita dei Ray-Ban Stories: occhiali intelligenti che dovrebbero diventare una delle chiavi della costruzione del metaverso di Mark Zuckerberg. L’ultima avventura di una carriera durata più di 60 anni che, ha assicurato Del Vecchio, non ha lasciato nemmeno un rimpianto. “Luxottica non mi ha mai dato rimpianti. L’unico rimpianto ce l’ho quando vedo qualcuno per strada con un occhiale che non è nostro. Vorrei mettere su gli occhiali a tutti”.
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