Articolo tratto dal numero di giugno 2022 di Forbes Italia. Abbonati!
Helsinki, Londra, Parigi e Berlino. Quello di Alberto Cresto è stato un viaggio fra esperienze e città d’avanguardia per scoprire le sue passioni professionali: l’innovazione, la tecnologia e la finanza. Ha cominciato a lavorare con Accenture Strategy, dove si è occupato del lancio di una piattaforma di auto connesse che consentiva alle case automobilistiche di generare ricavi ricorrenti con servizi intelligenti. “Con quella esperienza ho capito come la tecnologia stesse trasformando profondamente i settori tradizionali”, racconta. A Londra ha lavorato in una società di advisory strategico in settori high-tech.
Infine, durante il suo ultimo anno di studi, ha lavorato per una startup di digital marketing e poi per una società di consulenza americana specializzata in tech strategy e m&a per clienti corporate: entrato come analista, è stato promosso fino a diventare associate partner. Nel tempo la società ha iniziato a fare anche investimenti di venture capital. “A un certo punto mi è stato chiesto di creare una nuova divisione dedicata: dopo tanti investimenti e tanto lavoro alla fine abbiamo lanciato un fondo di investimento”.
È alla fine del 2018 che Alberto ha sentito di voler fare un’esperienza più imprenditoriale. Ha incontrato i suoi attuali soci – Elad, Mick e Luis – ed è stato immediatamente rapito dall’idea di Lunar: una grossa scommessa per la carriera. “A marzo 2019 mi sono deciso e da allora ho lavorato per creare una società di venture: raccolta fondi, strutturazione dei veicoli, negoziazioni, investimenti, gestione del portafoglio, far crescere il nostro team ed altro ancora. È stata l’esperienza più gratificante della mia vita: partire da zero e creare un fondo da 40 milioni di euro, che oggi è ritenuto un’importante realtà emergente nello scenario deeptech”, spiega.
Lunar Ventures è un fondo con sede a Berlino che investe in imprese super early stage in deeptech software: a differenza della maggior parte degli altri fondi, investe prima che ci sia un prodotto e quasi sempre prima che ci siano ricavi. Si occupa, insomma, della prima iniezione di capitale che fa partire questi progetti, quando il rischio è alto ma le valutazioni sono basse. Lunar Ventures investe in infrastruttura It di nuova generazione basata su invenzioni di informatica, machine learning, crittografia, fisica ed altre discipline scientifiche.
“Alcuni dei nostri imprenditori, che molto spesso sono team di PhD, stanno sviluppando piattaforme per implementare rapidamente intelligenze artificiali, rendere il web completamente privato, creare un gigantesco computer sfruttando le risorse computazionali sotto utilizzate, come i nostri computer e smartphone, o progettare nuove medicine in modo collaborativo e decentralizzato”.
Lunar Ventures è una novità non solo se paragonata ai venture capital italiani ma anche alla maggior parte degli operatori europei. In Europa i venture capital hanno molto spesso un background finanziario o manageriale: investono soprattutto in prodotti b2b e b2c a bassa tecnologia o in società già in fase di crescita, con ricavi e metriche commerciali, mentre fanno fatica a valutare, per esempio, una piattaforma di machine learning non ancora sviluppata.
“Lunar è nata ascoltando la frustrazione di tantissimi imprenditori che non riuscivano a far partire i loro progetti. C’è un funding gap molto marcato”, spiega Alberto. “I miei soci sono tre israeliani fortissimi a livello di tecnologia: un PhD in computer science; un cto di una divisione d’elite dell’intelligence israeliana; e un product manager che è anche imprenditore. Quando sono arrivati in Europa si sono chiesti: perché non lanciare un fondo ‘Iisraeliano’ in Europa? Io mi sono unito al team per portare un po’ di esperienza di private equity, ho lavorato su tante transazioni e avevo già lanciato un fondo”.
Per il momento, Alberto e i fondatori di Lunar sono concentrati sul primo fondo. Il prossimo anno lanceranno il secondo fondo. Vogliono conquistare un ruolo ancora più centrale nello scenario europeo. La visione di lungo periodo è di creare un brand di riferimento per gli imprenditori deeptech: “Dovremo espandere le competenze del nostro team ad altre discipline scientifiche, preservando però la cultura che ci rende autentici e che ci ha contraddistinto fino a ora”.
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