In vista dell’incontro tra i vertici della finanza globale di mercoledì 12 ottobre, i leader della Banca Mondiale e del Fondo monetario internazionale hanno messo in guardia dal rischio sempre più alto di un rallentamento dell’economia l’anno prossimo. Intanto, le banche centrali e i governi stanno studiando un modo per combattere l’inflazione senza far precipitare tutto il mondo in recessione.
Fatti principali
- In occasione della riunione congiunta con il Fondo Monetario Internazionale di lunedì 10 ottobre, il presidente della Banca Mondiale David Malpass ha dichiarato che il rischio di recessione globale il prossimo anno è concreto, dato il rallentamento delle economie europee, la difficoltà delle valute internazionali rispetto al dollaro e l’aumento dei tassi di interesse. Questi tre fattori infatti minacciano di gravare sui mercati in via di sviluppo con pesanti carichi di debito.
- Secondo il direttore del Fondo Monetario Internazione Kristalina Georgieva un terzo dell’economia mondiale dovrà affrontare almeno due trimestri consecutivi di decrescita, cancellando quattromila miliardi di dollari di attività. Una cifra pari al prodotto interno lordo della Germania.
- Malpass ha sottolineato che, se si vuole placare l’aumento dell’inflazione, è necessario che la neutralizzazione dell’economia globale attraverso una revisione dei tassi di interessi a livelli più normali avvenga rapidamente. Il presidente della Banca Mondiale ha inoltre criticato l’aumento della spesa pubblica durante la pandemia, che ha contribuito ad alimentare la volatilità dei prezzi.
- “Non ci può essere sussidio per tutti, perchè poi si esaurisce rapidamente il denaro”, ha dichiarato Malpass, che ha anche suggerito come i governi dovrebbero imporre più rigorosamente dei limiti al debito per contenere il rischio di un aumento dei prestiti.
- Il presidente della Banca Mondiale ha infine affermato che delineare politiche che allentino i vincoli della catena di approvvigionamento e allo stesso tempo aiutino a sostenere la produzione dovrebbe contribuire a sostenere i mercati, fortemente influenzati dalle aspettative di inflazione.
L’allarme delle Nazioni Unite
Il vertice tra i ministri delle finanze e i governatori delle banche centrali del G20 comincerà mercoledì 12 ottobre, una settimana dopo l’esortazione delle Nazioni Unite nei confronti delle economie avanzate ad allentare gli aumenti dei tassi di interesse. “Il mondo va verso una recessione globale e una stagnazione prolungata, a meno che non si modifichi rapidamente l’attuale politica di inasprimento monetario e fiscale delle economie avanzate”, recita il rapporto dell’ONU di settimana scorsa. “I campanelli d’allarme suonano soprattutto per i Paesi in via di sviluppo”. Nonostante ciò, i funzionari della Fed sono rimasti inamovibili sul loro impegno a combattere l’inflazione aumentando i tassi, anche a costo di rischiare una recessione.
La citazione
“L’inflazione è brutta, ma l’umanità sopravviverà”, ha detto Georgieva. “La recessione è peggio: colpirebbe soprattutto le persone povere”.
Lo studio
Secondo un recente studio, un aumento di un punto percentuale dei tassi d’interesse statunitensi ridurrebbe il PIL reale dello 0,5% nelle economie avanzate e dello 0,8% nelle economie emergenti dopo tre anni.
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