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World Pasta Day 2022, 
i formati che hanno fatto la fortuna di 10 pastifici

Il 25 ottobre è il World Pasta Day e in tutto il mondo si celebra una delle espressioni più apprezzate del Made in Italy. Secondo il report Allianz Trade 2022 intitolato “L’industria della Pasta”, questo settore continua a registrare un’ascesa dei consumi a livello globale. 

Il mercato mondiale della pasta

Il valore della produzione di pasta nel mondo ha superato i 20 miliardi di euro nel 2020, di cui un quarto prodotto in Italia che si conferma il Paese leader a livello internazionale. Il consumo mondiale di pasta è raddoppiato in dieci anni, arrivando a 17 milioni di tonnellate l’anno. Si prevede che il segmento della pasta secca crescerà fino al 2025 con un tasso del 2,3%, mentre quello della pasta fresca all’1,3%. 

E in Italia?

In Europa tre piatti su quattro sono italiani, ma non mancano i competitor emergenti come Turchia e Usa. In Italia vengono prodotti oltre 300 tipologie di pasta, tra corta, lunga, rigata e liscia all’interno delle quali emerge con forza il consumo di paste gluten free, integrali, biologiche, con farine alternative e di legumi. Rispetto alle scelte dei consumatori italiani si afferma l’attenzione verso i prodotti 100% Made in Italy, elemento che sta permettendo la crescita di piccoli brand di nicchia. L’area di maggiore produzione è rappresentata dalla Campania, ma in tutto il centro-sud sono presenti numerose realtà produttive.

All’estero finisce ben oltre la metà della produzione nazionale (2,9 milioni di tonnellate nel 2021) e sono quasi 200 i Paesi destinatari della pasta prodotta nella penisola. Gli italiani, con 23,5 kg di pasta all’anno, si attestano come la popolazione con il più alto consumo pro-capite a livello mondiale. Seguono la Tunisia, con 17 kg, il Venezuela, con 15 kg, la Grecia (12,2 kg), e Perù (9,9 kg). Il 60% della popolazione italiana afferma di consumare pasta tutti i giorni.

La selezione per formato

Crescere in questo settore non significa solamente aumentare il fatturato, ma crescere nella qualità e nella percezione del mercato. In Italia, infatti, ogni brand si è affermato grazie a un singolo formato. Ecco i principali:

Le mezze maniche di UNO.61

Le mezze maniche di UNO.61

Le mezze maniche rigate e trafilate in oro di UNO.61 sono il risultato di un progetto visionario dell’imprenditore veneto, Federico Menetto. Questo brand, già premiato tra le 100 Eccellenze Italiane 2020 di Forbes, è stato scelto dall’Italian Trade Agency per rappresentare la qualità e lo stile del Made in Italy nel settore della pasta.

1punto61.store 

I rigatoni del Pastificio Gentile 

Il Pastificio Gentile, fondato nel 1876, è uno degli storici opifici artigianali che hanno reso la città di Gragnano famosa in tutto il mondo per la sua pasta. Gentile conserva ancora oggi, nell’era delle avanzate tecnologie, i metodi di produzione artigianale, l’attenzione ad ogni singolo dettaglio, dalla selezione delle materie prime e al controllo delle fasi legate alla produzione.

pastificiogentile.com

Le candele di Gerardo di Nola 

Il pastificio Gerardo di Nola nasce nel 1870 a Gragnano. Negli anni ‘30 trasferisce la sua sede a Castellammare di Stabia, rimasta sede produttiva fino al 1995. Oggi il pastificio ritorna a Gragnano per continuare il percorso iniziato, dando ancora più lustro alla pasta artigianale e a questa azienda storica, che nel tempo si è evoluta in un giusto mix di passato, presente e futuro.

gerardodinola.it

Le conchiglie di Pasta Felicetti 

Le conchiglie di Pasta Felicetti

Lavoro, ricerca e sperimentazione si traducono in un processo continuo di innovazione. Un percorso che nel corso degli anni ha qualificato il Pastificio Felicetti ai vertici del ristretto numero degli specialisti nell’export tra le realtà imprenditoriali di medie dimensioni, pur nell’ambito di uno scrupoloso rispetto dei valori tradizionali e dello spirito aziendale.

felicetti.it

Gli spaghettoni del Pastificio Vicidomini 

Di quelle gloriose e grandi famiglie Nocerine dedite all’arte bianca non è rimasto quasi più niente. Luigi e suo figlio Raimondo Vicidomini sono la sesta e settima generazione di una storia che ha origine agli inizi del 1800. Due secoli circa di pasta che vanno da Nocera Inferiore a Castel San Giorgio: quest’ultimo uno dei distretti industriali e commerciali più importanti della Campania 

pastificiovicidomini.com

Le linguine del Pastificio Artigiano Fabbri 

Da 5 generazioni, il Metodo Fabbri è l’attenzione all’intera filiera: dalla scelta del migliore grano, a una pastificazione delicata ed essiccazione a temperature naturali. Il tutto con i macchinari e trafile di bronzo originali degli anni 50′.

pastafabbri.it

Le farfalle del Cav. Giuseppe Cocco 

Giuseppe Cocco, nel 1944, intraprese il mestiere del padre. Fu messo alla prova con il difficile compito di cercare, tra le macerie dei bombardamenti, i pezzi delle macchine utilizzate dai pastai di allora. Le macchine vennero ricostruite e rimesse in funzione. Con quel tipo di macchine, con tali ricordi e segreti la famiglia Cocco oggi produce a Fara San Martino la pasta di quei tempi lontani, buona come allora.

pastacocco.com

I fusilli del Pastificio Agricolo Mancini 

Pastificio Agricolo Mancini

Costruito in legno, vetro e cemento si trova nel mezzo di uno dei nostri campi di grano. Pensato per essere integrato al paesaggio della nostra azienda agricola, è il simbolo di come la più avanzata tecnologia e la tradizione possano combinarsi allo scopo di ottenere la migliore pasta possibile.

pastamancini.com

I maccheroni del Pastificio Benedetto Cavalieri 

Già dal 1800 la Famiglia Cavalieri era dedita alla coltivazione del grano duro in terre “vocate” nel centro della Puglia. La crisi agraria successiva all’Unità d’Italia non assicura più alla Famiglia la tradizionale agiatezza; da qui la necessità di avventurarsi, prima nel commercio di quel grano in terre lontane, poi nella costruzione di macine studiate per ottenere la migliore molitura del grano duro. 

benedettocavalieri.it

I rigatoni di grano arso di Peppe Zullo

I rigatoni di grano arso di Peppe Zullo

Il grano arso sta vivendo una vera e propria rinascita. Per anni dimenticato, ma non da Peppe Zullo, oggi è persino protagonista dei menu gourmet. Una bella rivincita per un ingrediente dalle origini umili. Anticamente, i contadini della Capitanata, raccoglievano le spighe di grano bruciate e scampate alla mietitura per ricavare una farina scura e amarognola, con la quale fare il pane e la pasta. Oggi il grano non viene più bruciato, ma semplicemente tostato. 

prodottizullo.it

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