Gli utenti verificati di Twitter potrebbero presto dover pagare per mantenere il proprio status. Lo riporta The Verge, testata statunitense dedicata al mondo tech. Questo cambiamento rientrerebbe nella strategia del nuovo proprietario del social network Elon Musk per monetizzare la piattaforma.
I fatti principali
- Domenica 30 ottobre Musk ha dichiarato in un tweet di aver rinnovato l’intero processo di verifica degli account, senza però fornire alcun dettaglio.
- Nello stesso giorno, il giornalista Casey Newton ha riportato il piano di Musk per far pagare gli account verificati. Questo consisterebbe nell’inserimento del famoso badge blu in Twitter Blue, servizio di abbonamento mensile che offre agli utenti più attivi l’accesso esclusivo a funzioni premium. Attualmente costa 4,99 dollari al mese.
- Secondo quanto riportato da The Verge, Musk aumenterà il costo dell’abbonamento a Twitter Blue a 19,99 dollari. Gli utenti attualmente già verificati avranno novanta giorni di tempo per iscriversi; se non lo faranno, perderanno il badge blu.
- Musk vorrebbe inoltre lanciare il nuovo servizio entro il prossimo sette novembre e avrebbe avvisato il team che ci sta lavorando che, nel caso in cui la data non venga rispettata, sarà licenziato.
- Non è chiaro se questo cambiamento si applicherebbe ugualmente agli account verificati di istituzioni governative, leader politici o aziende, anche se Musk in passato ha dichiarato di voler far pagare l’utilizzo di Twitter a tutti.
Licenziamenti di massa?
Domenica 30 ottobre Musk ha smentito un articolo del New York Times secondo il quale sarebbero in programma licenziamenti di massa tra il personale di Twitter prima di martedì 1 novembre. La mossa sarebbe servita per impedire ai dipendenti di ricevere le sovvenzioni azionarie come parte della loro retribuzione di fine anno.
Cambiamenti
In seguito all’acquisizione da parte di Musk, Twitter ha già cambiato il layout della sua homepage. Una volta aperto il sito, anche senza aver effettuato il login, gli utenti si troveranno adesso di fronte alla sezione ‘Esplora’. Il nuovo patron della piattaforma ha annunciato che istituirà un consiglio di moderazione che prenderà decisioni sul ripristino degli account bannati. Musk ha inoltre dichiarato che le politiche sui contenuti non sono ancora state cambiate. A questo proposito, nel momento dell’acquisizione, il miliardario aveva dichiarato che avrebbe fatto di Twitter “il paradiso della libera espressione”, definendosi un “assolutista della libertà di parola”. Queste affermazioni avevano sollevato preoccupazioni tra chi temeva che la piattaforma adottasse un approccio più moderato nei confronti del controllo dei contenuti, permettendo anche l’incitamento all’odio. Musk tuttavia ha subito cercato di calmare questi timori, affermando che non permetterà che Twitter diventi un “paesaggio infernale libero, dove tutto può essere detto senza conseguenze”.
La prima polemica
Subito dopo aver concluso l’acquisto, Musk è finito sotto la lente di ingrandimento per aver sostenuto su Twitter una teoria cospirativa infondata. Questa riguardava l’attentato al marito della presidente della Camera statunitense Nancy Pelosi. In una risposta, ora cancellata, a un post di Hillary Clinton che collegava l’attacco a discorsi di odio e a cospirazioni guidate dal Partito Repubblicano, Musk aveva infatti scritto che “c’era una piccola possibilità che ci fosse qualcosa di più di quello che sembrava”. Il tweet del miliardario rimandava a un articolo del Santa Monica Observer, un sito web famoso per la diffusione di fake news.
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