Articolo tratto dal numero di maggio 2022 di Forbes Italia. Abbonati!
“Archimede! Ho bisogno di una pistola a raggi cosmici”. Se siete appassionati di fumetti, avrete sicuramente sognato di chiedere, almeno una volta nella vita, una delle straordinarie invenzioni del genio di Paperopoli, proprio come fa Zio Paperone nelle sue vignette. Se creare una pistola a raggi cosmici risulta però impossibile, nel centro di Milano c’è un’azienda che da anni sviluppa l’innovazione tecnologica di alcune delle più importanti multinazionali al mondo.
È BlueThink, realtà creata nel 2009 da Giordano Pinarello, Andrea Ranieri e Alessandro Bailini nell’incubatore delle imprese del Politecnico di Torino. “Il nostro primo progetto era davvero ai confini della fantascienza: un dispositivo per il controllo degli oleodotti che integrava un magnete superconduttore”, ricorda Pinarello, che è anche ceo di BlueThink. Dopo quella prima invenzione, l’azienda è cresciuta di anno in anno e ora lavora con le grandi multinazionali per offrire loro il meglio dell’innovazione tecnologica. Nel 2021 ha fatturato 4 milioni e mezzo di euro ed entro la fine di quest’anno conta di sfondare la barriera dei 5 milioni.
Sbagliando si impara
Ma qual è il processo che trasforma una semplice idea in qualcosa di concreto? “Noi aiutiamo i nostri clienti a pensare, progettare, realizzare i loro prodotti più innovativi”, spiega Pinarello. Tutti questi passaggi avvengono nello stesso edificio: mentre ai piani alti si studiano le caratteristiche che dovrà avere il prodotto, più in basso si disegna, si progetta e si testa. “Avere un laboratorio di circa 400 metri quadrati in centro a Milano non è facile, ma è fondamentale, perché cambia il paradigma dell’innovazione. Permette di provare, sbagliare e capire: sbagliare fa parte del processo”.
Un processo che è metafora della vita. Per essere un passo avanti rispetto alla concorrenza non è importante commettere meno errori degli altri, ma commetterli più velocemente. “Avere i laboratori in sede ci permette di accelerare il processo. Studiamo la soluzione con i nostri clienti e immediatamente la ideiamo, ne realizziamo un prototipo, capiamo ciò che non funziona e pensiamo a come migliorarla. Magari il primo modello è solo un esperimento mentale, il secondo è un calcolo, il terzo è un oggetto fisico ma molto rudimentale… noi continuiamo a sperimentare fino ad avere in mano un prototipo pre-industriale, pronto per la produzione su larga scala”.
Il trasferimento tecnologico
Girando per i laboratori di BlueThink, si vedono progettare gli oggetti più disparati: da dispositivi di alta tecnologia per il settore automotive a una macchina utile a lavare tazze e borracce, passando per un ciuccio iper leggero e sicuro pensato per i bambini nati prematuri. “In ogni nostro oggetto c’è una storia di ingegneria”, dice Pinarello. “Copriamo un arco di competenze molto ampio”. Tra i giovani professionisti di BlueThink (l’età media è di 32 anni), ci sono ingegneri biomedici, meccanici, elettronici, esperti di materiali. La strada dell’innovazione però è una sola. Ciò che cambia è il linguaggio, il modo in cui viene declinata nei diversi campi di applicazione.
“Siamo degli esperti di trasferimento tecnologico. Lavorare per clienti che operano in settori differenti è una ricchezza per noi ma anche per loro, perché riescono a usufruire di una competenza a loro estranea ma che può risultare decisiva per il successo dei loro progetti”. Quindi può capitare che un’azienda che opera nel food abbia bisogno di una tecnologia sviluppata in campo biomedicale, o che una realtà che produce beni di lusso sia alla ricerca di materiali innovativi per produrre oggetti eco-friendly. BlueThink si occupa quindi di trasformare le tecnologie ideate per un particolare settore e renderle applicabili a un altro campo.
Preparazione e creatività
Per fare ciò c’è bisogno di ingegneri che non siano solamente preparati e rigorosi, ma anche dotati di creatività. Se già di questi tempi trovare personale qualificato non è semplice, per BlueThink è ancora più difficile. “Ci siamo anche inventati giochi e test di selezione per reclutare persone analitiche e creative”, racconta Pinarello. “La nostra forza è che gli studenti più brillanti che escono dalle facoltà scientifiche o ingegneristiche, che magari hanno fatto anche un dottorato, sognano di applicare nel mondo del lavoro le capacità di ricerca e invenzione che hanno sviluppato durante gli studi. E questo è il posto giusto per farlo”.
BlueThink e la sostenibilità
Anche nel mondo dell’innovazione tecnologica la sostenibilità sta diventando un trend fondamentale. Per cavalcarlo, BlueThink ha creato un’altra società, BlueFoundation, specializzata in servizi per la salvaguardia dell’ambiente nei processi industriali. “Ormai la sostenibilità non è importante solo per noi, ma anche per le realtà per cui lavoriamo”, spiega Pinarello. “Non solo a livello etico, ma anche per un discorso di business: i loro clienti sono i primi a richiedere un prodotto realizzato nel rispetto dell’ambiente”.
L’intelligenza artificiale
Una tecnologia utile a inseguire il trend della sostenibilità è quella dell’intelligenza artificiale. Un’altra grande avventura su cui BlueThink ha deciso di investire, acquisendo però, in questo caso, competenze dall’esterno. Per questo motivo ha acquistato ModelWay, una società di Torino specializzata nella produzione di sensori virtuali. “Sono molto esperti nell’automotive, ma noi portiamo nel loro mondo le nostre competenze trasversali”. L’obiettivo è quello di realizzare progetti che abbiano un impatto concreto sulla vita delle persone. “Le tecnologie biomedicali, quelle utili a rendere più sostenibile un motore o a gestire le batterie di un veicolo elettrico: sono tutte applicazioni che hanno un impatto sulla quotidianità di milioni di persone”.
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