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Lavoro da remoto? Ancora troppi dirigenti non concedono la giusta flessibilità ai loro dipendenti

In un mondo sempre più orientato verso modalità di lavoro ibride, il rapporto dipendente-manager deve essere costruito sulla profonda fiducia. I leader aziendali devono saper creare una visione coesa, definire aspettative e dare ai lavoratori la libertà e la flessibilità di decidere quando, dove e come lavorare al meglio. L’ultima indagine di Alludo, azienda tecnologica globale, dipinge una realtà molto diversa, con un chiaro divario fra la libertà e la flessibilità di cui godono i team dirigenziali a livello globale rispetto ai dipendenti.

Secondo la ricerca, che ha coinvolto 2.034 lavoratori di tutto il mondo, solo il 40% dei dipendenti ha la libertà di lavorare in remote working rispetto al 63% dei dirigenti che, invece, possono lavorare ovunque. I dati evidenziano inoltre la lentezza da parte dei people manager nell’adottare questi cambiamenti a tutti i livelli aziendali.

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Work3: al primo posto le persone

Oggi i dipendenti non sono più limitati dai processi burocratici e da uno stile di management basato su una stretta supervisione. Per questo diventa fondamentale un approccio dal basso verso l’alto, che metta al primo posto le persone. Durante il recente rebranding aziendale, Alludo ha fortemente sostenuto questo concept. Denominato Work3, rappresenta una svolta nella cultura del lavoro, supportando l’idea che tutti i dipendenti devono avere la libertà di poter scegliere le modalità di lavoro.

“La vera leadership non consiste nel riunire le persone in una stanza a fare ciò che si vuole”, ha dichiarato il ceo di Alludo Christa Quarles. “Si tratta di dare ai dipendenti lo spazio per ottenere risultati straordinari. Gli ultimi anni hanno dimostrato che i lavoratori possono essere produttivi anche a casa. È ora che i leader aziendali si lascino alle spalle il concetto delle 8 ore obbligatorie in ufficio e riconoscano che la libertà e la flessibilità sono fondamentali non solo per lavorare meglio, ma anche per vivere meglio”.

Il profondo divario di libertà tra dirigenti e dipendenti

Oggi, i dipendenti sono alla ricerca di una sempre maggiore flessibilità di poter definire quando lavorare. Secondo il report, tre quarti dei dipendenti (74%) non vogliono più lavorare le tradizionali otto ore al giorno mentre il 47% è ancora legato alle modalità standard, a differenza di circa un terzo dei manager. Dati che sottolineano, ancora una volta, il profondo divario di libertà offerta ai dipendenti rispetto ai manager.

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Dal canto loro, i dirigenti ritengono di essersi adeguati al nuovo approccio verso i dipendenti. Il 58% dei leader crede che la propria azienda abbia modificato il modo in cui vengono gestiti i lavoratori che operano da remoto. Il 57% dei dipendenti non è d’accordo e afferma che la leadership aziendale non ha modificato il proprio modo di agire, con il 28% che dichiara di essere sottoposto a una stretta supervisione.

Come evidenziano i dati, se i leader non dovessero cambiare il modo in cui gestiscono le proprie risorse, dando loro maggiore libertà e flessibilità, poco meno della metà dei dipendenti intervistati (43%) considererebbe l’ipotesi di licenziarsi o di cambiare lavoro.

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