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Blockchain & Co

Un documento di oltre 100 pagine rende noti i creditori di FTX: tra loro anche Amazon, Apple e la maggior parte delle Big Tech

Enti di beneficenza, governativi, hotel, società di capitali a rischio, banche, media e organizzazioni di criptovalute. Ma non solo: anche Amazon, Netflix, Apple, Microsoft, Twitter, LinkedIn e Meta, la maggior parte delle cosiddette ‘Big Tech’. Sono solo alcune delle realtà che figurano nell’elenco dei creditori di FTX, la piattaforma di cripto fondata da Sam Bankman-Fried fallita lo scorso novembre, presentato mercoledì 25 gennaio al tribunale fallimentare del Delaware, negli Stati Uniti, e lungo ben 115 pagine.

Omessi oltre 10 milioni di nomi

Nonostante la già consistente lunghezza, il documento è in realtà spuntato. Gli avvocati di FTX si erano infatti precedentemente opposti alla pubblicazione dell’identità dei creditori e quasi dieci milioni di nomi sono stati emessi dalla lista.

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L’elenco non menziona inoltre quanto denaro la fallita società di Bankman-Fried debba alle aziende tecnologiche. Dato che FTX si promuoveva pesantemente attraverso campagne pubblicitarie, sponsorizzazioni e partnership a pagamento, è presumibile che i soldi dovuti, tutti o in parte, riguardino le tariffe promozionali.

Le dichiarazioni

“Non siamo a conoscenza di rapporti commerciali intrapresi con FTX”, ha dichiarato a forbes.com Emily Feingold, portavoce di Netflix. “Non capisco come mai ci abbiano indicati come creditori”. Le altre Big Tech interessate si sono rifiutate di rilasciare dichiarazioni.

Il debito di FTX

Quella di FTX sarà ricordata come una delle frodi cripto più grandi del decennio. Il fallimento della società ha infatti mandato in disgrazia milioni di clienti che si sono affidati alla piattaforma di criptovalute. Alcuni documenti presentati in tribunale lo scorso novembre avevano rivelato come FTX dovesse 3,1 miliardi di dollari ai suoi 50 principali creditori, 100 milioni a ciascuno dei primi dieci.

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