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Il titolo First Republic ai minimi storici: cosa c’è da sapere sull’ultima banca sull’orlo del baratro

Questo articolo è apparso su Forbes.com

Le azioni della First Republic sono crollate di un altro 30%, mentre gli investitori hanno ricevuto la notizia che la banca regionale con sede a San Francisco sta valutando una vendita e ha ricevuto due declassamenti del credito. Crescono le preoccupazioni sulla possibilità che la First Republic possa fallire proprio come la Silicon Valley Bank.

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Aspetti principali

  • Il titolo First Republic è sceso del 30% a 22 dollari, sfiorando il minimo storico dalla sua quotazione in borsa nel 2010, prima che le contrattazioni venissero sospese alla Borsa di New York.
  • Le azioni della banca sono ora scese dell’81% da mercoledì scorso, di gran lunga il più grande calo di qualsiasi componente dell’S&P 500 nel periodo, anche se l’indice è sceso del 3% mentre altri titoli bancari sono crollati.
  • Il crollo del prezzo delle azioni della First Republic è dovuto alle preoccupazioni degli investitori per il futuro della società dopo i recenti fallimenti della Silicon Valley Bank e della Signature Bank e la chiusura della Silvergate Capital.
  • Il messaggio di domenica della First Republic, che ha annunciato di essersi assicurata 70 miliardi di dollari di ulteriore liquidità dalla Federal Reserve e da JPMorgan Chase, non è servito a tranquillizzare gli investitori e i creditori, visto che mercoledì S&P Global Ratings e Fitch Ratings hanno abbassato il rating della First Republic a “junk”.
  • Mercoledì Bloomberg ha riportato che First Republic stava valutando una vendita, una mossa drastica per la banca il cui valore di mercato è sceso dai 21 miliardi di dollari della scorsa settimana ai 4 miliardi di dollari di giovedì.

In cifre

68%. Secondo S&P Global Ratings, la maggior parte dei depositi della First Republic non è assicurata dalla Federal Deposit Insurance Corporation in quanto supera il limite di 250mila dollari. Secondo l’agenzia di rating, questi depositi non assicurati sono i “più suscettibili di ritiro”, dopo che il fallimento della Silicon Valley Bank ha lasciato i suoi maggiori clienti nel limbo fino all’intervento dei regolatori federali domenica.

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Sullo sfondo

Fondata nel 1985, First Republic si rivolge soprattutto a clienti con un elevato patrimonio netto e alla fine del 2022 deteneva depositi per 176 miliardi di dollari. Le azioni delle banche regionali PacWest e Western Alliance sono crollate rispettivamente del 19% e del 10% giovedì, con un calo di oltre il 60% rispetto a mercoledì scorso.

Sebbene il presidente Joe Biden abbia indicato in un discorso di lunedì che il governo probabilmente garantirà anche ai depositanti non assicurati di riavere i loro soldi in caso di futuri fallimenti, gli azionisti non riavranno indietro i loro investimenti in uno scenario in cui le azioni di una banca perdono valore, contribuendo ai ribassi.

Dopo l’improvviso fallimento della Silicon Valley Bank, i clienti avrebbero spostato miliardi di dollari in fondi dalle banche regionali ai grandi istituti come Bank of America, anche se i titoli bancari più importanti sono stati tutt’altro che immuni da perdite, con le 10 maggiori banche statunitensi che hanno perso circa 200 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato nell’ultima settimana.

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A margine

La banca svizzera Credit Suisse, da tempo in difficoltà, si è assicurata un finanziamento di 54 miliardi di dollari dalla banca centrale svizzera nelle prime ore di giovedì, contribuendo a calmare i timori sulle possibilità di fallimento.

“Non sappiamo ancora se le conseguenze del denaro facile e dei cambiamenti normativi si propagheranno a cascata in tutto il settore bancario regionale degli Stati Uniti, con altri sequestri e chiusure in arrivo”, ha scritto mercoledì il ceo di BlackRock Larry Fink, secondo cui la chiusura della Silicon Valley Bank potrebbe essere semplicemente il primo “domino a cadere” nel sistema bancario americano.

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