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Ashton Kutcher
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“Intuito e calcolo. Ecco le mie armi vincenti”: l’attore e venture capitalist Ashton Kutcher si racconta a Forbes

Era il 19 aprile 2016, quando Ashton Kutcher finì sulla copertina di Forbes America, come uno dei migliori investitori e come star delle startup. Il motivo? Aver investito, insieme al suo socio Guy Oseary, 30 milioni, in società come Uber e Airbnb fin dall’inizio, e averne ricavato 250 milioni di dollari. Da allora Ashton è cresciuto come venture capitalist, imprenditore e investitore, senza mai smettere di dedicarsi al cinema.

Al momento Ashton è protagonista in un nuovo film su Netflix, Your Place or Mine, insieme a Reese Witherspoon, che l’ha anche prodotto. Reese è diventata una delle donne più potenti al mondo, come produttrice oltre che come star hollywoodiana, grazie alla sua compagnia di produzione Hello Sunshine, artefice di film come Gone Girl e Where the Crawdads Sing o serie TV come Big Little Lies and The Morning Show, Truth Be Told e tante altre, sempre in crescita.

La raccolta fondi per i rifugiati ucraini

Ashton è stato attivo anche durante la pandemia. Nel 2022 ha lanciato la piattaforma di fundraising gofundme, insieme a sua moglie, l’attrice di origine ucraina Mila Kunis, in collaborazione con Airbnb e Flexport, per aiutare i rifugiati della guerra in Ucraina, i bambini e tutte le vittime dell’attacco russo. Al momento hanno raccolto oltre 34 milioni di dollari.

Come venture capitalist, Ashton è un veterano. Ha cominciato a investire in tecnologia già dal 2017 e si è fatto ben presto un nome in Silicon Valley come investitore visionario e di talento. Tra i suoi primi investimenti ci sono state startup come Neighborly, ResearchGate, Duolingo, Kopari Beauty, Lemonade, Zenreach, Skype e poi anche Spotify, Warby Parker, Houzz, Flipboard, Pinterest, Shazam.

Le altre avventure imprenditoriali

Nello stesso periodo ha co-fondato con Guy Oseary, nato in Israele, approdato a Beverly Hills a otto anni, agente musicale di grandi star come Madonna, Alanis Morissette e gli U2, Ron Burkle e Chris Hollod, l’azienda di capitale di rischio A-Grade Investments. Al SXSW, nel 2015, Ashton ha annunciato anche Sound Ventures, azienda che voleva succedere alla sua prima con l’ulteriore supporto di fondi istituzionali.

Nel 2013 Lenovo aveva assunto Kutcher nel ruolo di ingegnere dei prodotti e Ooma lo aveva impiegato come creative director per la sua capacità di produrre campagne marketing vincenti e video virali. Ashton creò così perfino un ramo interattivo di Katalyst, Katalyst Media, insieme al suo business partner Jason Goldberg. Ashton ama investire e osare in nuovi business, come fece col ristorante italiano Dolce e quello giapponese Geisha House, e come nel 2019 quando investì nel brand scarpe Veldskoen, con Mark Cuban, Steve Watts e sua moglie, Angela Watts.

Nel 2009 Ashton, con la sua prima moglie, l’attrice Demi Moore, creò invece una fondazione, la Thorn: Digital Defenders of Children, per combattere la pornografia minorile su scala globale, una causa che continua ampiamente a sostenere pure oggi. Nel 2015 lanciò, dopo anni di lavoro e sviluppo, anche A Plus, di cui è presidente, con Kendall Dabaghi ed Evan Beard, compagnia di digital media, che mira ad avere contenuti e video di giornalismo positivo e serio. I dati rivelano circa 50 milioni di visitatori al mese e 100 milioni di pagine viste al mese.

I segreti di Kutcher

Del resto Ashton vanta il primato di essere stato il primo ad avere un account Twitter a superare il milione di follower. Abbiamo incontrato Kutcher per la prima volta nel 2013, al Sundance Film Festival, quando aveva recitato il ruolo di Steve Jobs in Jobs, e da allora, ogni volta, che lo vediamo ha sempre qualche nuovo progetto vincente in cantiere. “Intuito e calcolo… Credo che queste siano le mie armi vincenti” riflette. E, affidabilità: “Tutti coloro che sono nel nostro portfolio di investitori hanno i nostri numeri di telefono e ci possono chiamare anche 24 ore al giorno”.

Come è nato il suo interesse per le startup del tech?

Cominciai molto tempo fa quando tutto questo non era tanto cool come lo è oggi. Mi dovetti anche fare una buona reputazione in Silicon Valley, provare che ero informato e che ero capace, che avevo buon fiuto nell’individuare buoni affari e opportunità. Ma questo non mi ha spaventato, perché sono sempre stato molto serio quando si trattava di investire il mio denaro.

Quale è stato il problema più grande per lei nella sua carriera di venture capitalist?

Essendo una celebrity di Hollywood, magari la gente poteva pensare che facessi questo quasi per hobby o per sperimentare qualcosa. Invece, si sono resi conto delle mie competenze tecniche in campo tecnologico. A volte, tanta gente resti stupita di tutto questo. Mi piace anche fare da mentore agli Under 30 o alle generazioni future e spiegare loro come ci si muove per ottimizzare o incrementare le entrate col digital marketing, due settori dove sono particolarmente impegnato. Investo in tutto quello dove vedo ottime possibilità, posso essere eclettico. Ricordo ancora come alcuni miei colleghi scherzassero vedendomi preferire Uber all’automobile privata con autista… Il mio investimento in Uber di anni fa adesso vale almeno cento volte tanto… E, chi rideva di me, non lo fa più.

Lei è al momento su Netflix con il film Your Place or Mine, che è una commedia romantica contemporanea. E, ha anche recitato in molti ruoli simili. Per questo, forse, a volte, si pensa a lei in maniera più leggera…

Recitare è qualcosa che mi diverte molto, mi piace. In particolare in storie che portano gioia alla gente. Ho deciso di impegnarmi nel film con Reese Witherspoon, perché ci credevo fin dal principio. Sapevo sarebbe piaciuto, soprattutto per il fatto che tratta temi che generano molta empatia, come quello di una madre single che cresce da sola il figlio, e quello di due amici che, sotto sotto, provano dei sentimenti che temono di rivelare.

Molte persone sanno quanto sia duro, dopo brutte esperienze sentimentali, come un divorzio, rimettersi in gioco. Ci sono passato pure io. In fondo, anch’io sono padre adesso e lo sono stato fin dal mio primo matrimonio. Mi sono sposato molto presto e mi sono occupato delle figlie della mia prima moglie. Con tutte loro sono fiero di essere ancora in contatto e avere un buon rapporto di amicizia (prima di Mila Kunis, con cui ha adesso un figlio e una figlia, Ashton è stato sposato con l’attrice Demi Moore, che aveva tre figlie dal precedente matrimonio con l’attore Bruce Willis, ndr).

Si è infatti impegnato seriamente fin dal principio della sua carriera, quando era giovanissimo.

Sono sempre stato un uomo di famiglia, non ho mai temuto di prendermi le responsabilità. Anzi, mi piace impegnarmi seriamente, sia nella vita privata che sul lavoro. Ho avuto i miei problemi sentimentali come tanti in fondo, ma ho imparato a superarli e a trovare un equilibrio. Negli affari la mia mente è comunque sempre rimasta razionale e determinata. Fin dal principio ho imparato questo.

Lei è quindi self-made, ha imparato tutto sul campo…

Vengo da una famiglia borghese dell’Iowa, i miei genitori non avevano spirito imprenditoriale. Spesso ritenevano le mie scelte rischiose e azzardate. Ma hanno sempre avuto una forte etica lavorativa e mi hanno insegnato questo prima di tutto di non mollare mai. Ben presto mi guadagnai da vivere: a dieci anni aiutavo già mio padre nelle costruzioni e nel settore edilizio, per mia volontà, dato che mi annoiava giocare con gli altri bambini; all’high school feci diversi lavoretti per mantenermi, dal macellaio, al bidello, all’operaio alla General Mills. Tutte ottime esperienze, perché da tutte ricavai esperienza. Mi iscrissi all’università locale per diventare ingegnere biochimico, ma la fortuna volle che vinsi un concorso come modello.

E poi?

Lasciai tutto per trasferirmi a lavorare come tale prima a New York e poi a Los Angeles, perché mi pagavano davvero bene. In principio, quando approdai, a New York avevo solo alcune centinaia di dollari in tasca e dividevo appartamenti insieme a tanti altri modelli. I miei genitori si rifiutarono di aiutarmi, perché avevo rinunciato a studiare. Ma io sapevo cosa stavo facendo. Compresi da subito che non dovevo limitarmi al puro aspetto fisico, per questo mi dedicai ben presto alla recitazione. Notavo che forse potevo farcela, perché piacevo alla gente. Ebbi anche lì fortuna, perché mi presero subito nel popolarissimo That 70s Show.

Inventò, già nel 2003, il suo show e, grazie a quello, divenne ben presto molto ricco…

Sì, mi resi conto che volevo dirigere il gioco, anziché esserne soltanto una pedina. Così creai per MTV Punk’d By, una serie di scherzi con la telecamera nascosta che raggiunsero subito un successo globale. Era il principio di quella che sarebbe stata un’era, perché tanti successivamente hanno creato spettacoli simili. Quasi nessuno sapeva allora che dietro c’ero io. E mi concentrai pure sulla mia compagnia di produzione, la Katalyst. Grazie ai contatti che feci con TechCrunch, mi introdussi ben presto nell’elite della Silicon Valley. In principio mi piaceva anche solo ascoltare, per il 90% direi, per il resto la mia mente era già in fermento. Entrare in contatto con tante idee, avere la possibilità di sviluppare le mie e trovare coloro che ci credevano. E per certi cose, la Silicon Valley è il luogo ideale.

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