GIAN MARIA MOSSA
Leader

Chi è Gian Maria Mossa, il manager che ha portato Banca Generali tra i grandi istituti nazionali

Articolo tratto dal numero di aprile 2023 di Forbes Italia. Abbonati!

Entrato dieci anni fa dalla porta di servizio del mondo della consulenza finanziaria e del private banking, ne è oggi uno degli esponenti di grido, forte di una crescita senza eguali nel settore a Piazza Affari. Stiamo parlando di Gian Maria Mossa, amministratore delegato di Banca Generali, che dietro alle sembianze di un eterno ragazzo mostra un carattere di ferro. Tenacia e dedizione arricchiscono i contorni di un talento diventato un punto di riferimento nei servizi finanziari in Italia. Nell’ultimo decennio nessuno, nella sfera di banche e servizi finanziari, ha saputo portare più valore di lui in Italia.

Banca Generali svetta infatti nella top ten dei titoli con il maggiore ritorno totale in Borsa a Milano (280%) tra il 2013 e il 2022. Nel periodo le masse in gestione della banca sono passate da poco più di 25 a 83 miliardi di euro e il portafoglio pro capite dei suoi banker è triplicato: da 12 a oltre 36 milioni. Un percorso di successo che lo proietta nell’Olimpo dei banchieri più stimati dal mercato, forte del rispetto dimostrato nei suoi confronti da tutti gli stakeholder, di una squadra di colleghi molto unita e coesa nei valori e dell’amore mai nascosto per la professione.

La storia di Gian Maria Mossa

Quarantotto anni, milanese, sposato con due figli, Mossa è in primis un vero consulente finanziario. Iscritto dagli esordi all’albo, sempre aperto al confronto con i colleghi, come emerge dal profilo social che gode di grande seguito (è nella top 10 di Reputation Science tra i ceo di banche per numero di follower), non solo sui temi del risparmio, ma anche su quelli relativi ai giovani e al lavoro, alle sfide economico-finanziarie del Paese, per non parlare del fintech, dove si dimostra una delle voci più competenti e visionarie.

Quando non è nella torre Generali a Citylife o negli uffici di direzione della banca – nella centralissima piazza S. Alessandro a Milano – il manager è spesso al fianco della propria rete di banker con i clienti. A conferma della presenza operativa di una persona che non si tira indietro quando c’è da spendersi su temi a cui tiene, come l’educazione finanziaria, con cui è sceso in campo insieme all’influencer Marco Montemagno, o le iniziative per promuovere la crescita sostenibile.

Come ha cambiato Generali

Laurea in economia all’Università Statale di Milano Bicocca, che un paio di anni fa gli ha reso tributo come alunno dell’anno, Massa fece le prime esperienze nel risk dell’allora compagnia assicurativa e finanziaria Ras, guidata al tempo da Mario Greco, che poi seguì in Banca Fideuram, dove rimase per i successivi sette anni, fino ad assumere la responsabilità della direzione commerciale e marketing. Poi, nella primavera del 2013, la svolta, con la chiamata dell’allora ceo della Banca del Leone Piermario Motta, che cercava nel talento e nello spirito di sacrificio del giovane manager la chiave di volta per accelerare nella crescita, puntando verso l’innovazione in senso lato.

Le prime novità arrivarono a tempo record: nel giro di pochi mesi dal suo ingresso nacquero i contenitori assicurativi, seguiti poi da quelli finanziari, che si dimostrarono uno dei casi di maggior successo dell’industria assicurativa e del risparmio gestito degli ultimi anni. Venne riorganizzata la divisione di private banking costruendole intorno servizi e soluzioni personalizzate, con un management rinnovato nel focus verso la fascia alta di mercato che diventò presto l’obiettivo principale di Mossa.

L’invenzione del Bg Personal Advisory

L’invenzione della piattaforma proprietaria di advisory patrimoniale – Bg Personal Advisory – capace di far dialogare il banker con i clienti non solo sul portafoglio finanziario, ma anche sulle proprietà immobiliari, il patrimonio di impresa, le tematiche successorie e persino sugli asset nell’arte, marcò una rivoluzione nel settore, che facilitò sia lo sviluppo della clientela più ricca, sia il reclutamento di professionisti con le migliori competenze sul mercato. Sono di quegli anni le acquisizioni del ramo dei consulenti di Credit Suisse in Italia e, più avanti, della boutique specializzata nella gestione di clienti private Nextam Partners, che ha poi contribuito a rafforzare un’eccellenza nella banca del Leone: le gestioni patrimoniali.

Passato al timone della banca in continuità con la gestione di Motta nel 2016, ne diventò formalmente amministratore delegato l’anno seguente, consolidando quel percorso di crescita orientato all’innovazione che ha nelle basi dell’open banking l’architettura portante di un modello strategico capace di pescare dalle migliori best practice internazionali.

Le acquisizioni e le partnership

In scia a quest’approccio arrivarono novità come le piattaforme del primario e secondario per i certificati con Bnp, si mossero i primi passi nel robo for advisory personalizzato, testando in esclusiva la tecnologia di Ubs, e nacque l’approccio esg sviluppato con la londinese Mainstreet, che consente ai clienti di selezionare secondo le proprie sensibilità i fondi sostenibili più vicini agli obiettivi dell’Agenda Onu 2030, e la piattaforma di Private Markets che avvicina il risparmio alle imprese e all’economia reale.

Nello stesso periodo le operazioni straordinarie in Svizzera, con l’acquisizione della sim Valeur Fiduciaria, l’iniziativa con la fintech danese Saxo Bank nella piattaforma di trading per i clienti e la partnership con Conio nel wallet in sicurezza per le valute digitali. Un vulcano di idee e iniziative che non sono passate inosservate agli occhi degli imprenditori, oggi la categoria più rappresentata e servita dalla banca, di cui apprezzano la flessibilità e versatilità di servizi. Dello stesso avviso le grandi famiglie alla ricerca di un interlocutore dedicato per la protezione dei patrimoni.

Una storia come Davide contro Golia

Prima dell’arrivo di Mossa, Banca Generali era una delle tante realtà che cercavano di dialogare con i clienti sopra i 500mila euro di ricchezza finanziaria, fuori dalla top 10 dell’industria (era al 14esimo posto). In pochi anni il lavoro sulle soluzioni e sulla professionalità dei banker si è tradotto in un’escalation che l’ha portata sul podio del private banking in Italia, sestuplicando le masse in gestione (circa 60 miliardi per clientela private), dietro solo l’emanazione delle due grandi banche commerciali italiane (Intesa e Unicredit).

L’aspetto rivoluzionario è che Banca Generali, a differenza delle rivali, può contare su una rete di professionisti in mandato esclusivo d’agenzia, che mostrano tassi di crescita molto più competitivi di ogni altra struttura in ambito finanziario con dipendenti diretti. E a ben guardare la storia della strategia di Mossa rispetto alle grandi società del private sembra evocare quella di Davide contro Golia, nelle proporzioni e nei risultati. Risultati che per fine 2024 puntano a una crescita sostenibile che porti a toccare i 100 miliardi di masse e a una raccolta, nell’arco del triennio, tra i 18 e i 20 miliardi, retribuendo gli azionisti con cedole per 7,5-8,5 euro. Da outsider a protagonista il passo può sembrare breve, a patto di muoversi con il Mossa del Leone.  

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