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Responsibility

La Bce attacca: “Il settore bancario è ancora un mondo di uomini. Servono più donne nei cda”

Se oltreoceano la Fed guarda con attenzione all’attuale crisi bancaria, avviata come un domino dal fallimento della Silicon Valley Bank, e Warren Buffett attacca duramente i manager degli istituti in rosso, la Banca centrale europea, nel giorno dedicato all’Europa, coglie l’occasione per richiamare le banche del vecchio continente in tema di parità di genere. Perché ancora oggi “il settore bancario è un mondo di uomini”. 

Infatti, secondo quanto evidenziato in un articolo pubblicato sul sito della stessa Bce, a firma di Frank Elderson, membro del comitato esecutivo e vicepresidente del consiglio di vigilanza, ed Elizabeth McCaul, membro del consiglio di vigilanza, “delle 361 nomine di amministratori delegati effettuate tra il 2020 e il 2022 nelle banche direttamente vigilate dalla Bce e nelle loro controllate, più di 300 erano uomini”. E nello stesso periodo “solo il 36% dei membri dei consigli di nuova nomina erano donne”.

Numeri impietosi che non rispecchiano le battaglie per diminuire il gender gap e il salary gap e a promuovere la diversità in ogni sua forma, e che non collimano con i criteri che l’Ue ha fissato nel tempo. Concetti riassunti in tre lettere: esg.

Cda diversi prendono decisioni migliori

Come sottolineano Elderson e McCaul, sono diversi i vantaggi dettati dalla presenza di uomini e donne all’interno dei cda. In particolare, la diversità permette di “prendere decisioni migliori e di migliorare la governance”. Una gestione equilibrata in termini di genere, infatti, “incoraggia la creazione di diversi punti di vista, opinioni, esperienze, percezioni, valori e background”. Aspetto essenziale “per evitare di creare un pensiero di gruppo o di gregge e aumentare la solidità della banca”.

Quindi, anche se da una parte ci sono stati miglioramenti nelle politiche a tutela della diversità nel settore bancario, anche dal punto di vista dell’istruzione, dell’esperienza, della provenienza geografica e dell’età, ancora la stragrande maggioranza delle banche non ha raggiunto gli obiettivi. “Dal 2020 al 2022, per esempio, le banche hanno aumentato i loro obiettivi in termini di diversità, solamente in riferimento agli organi di gestione, dal 32% al 34%”. Troppo poco per la Bce. Non è un caso, quindi, se “circa un terzo dei più importanti istituti non ha raggiunto i propri obiettivi e prevede di farlo entro i prossimi tre anni”.

I numeri del problema

Addirittura, se 28 banche controllate dalla Bce hanno aumentato il numero di donne presenti nei loro cda nel 2022, altre 16, con nuove nomine, hanno ridotto la diversità di genere. Inoltre, la quota di consiglieri donne nominate si è attestata a malapena al 34%

Da qui l’invito: “Migliorare la diversità è nell’interesse delle banche perché può contribuire a migliorare il processo decisionale. E farlo è nell’interesse del pubblico, perché garantisce una forte governance attraverso un processo decisionale solido e più informato. E questo significa banche più sicure per tutti in Europa”.

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