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100 Best in Class, le interviste ai tre premiati della categoria Innovazione digitale

Per il secondo anno, Villa Erba (Cernobbio) ha ospitato 100 Best in Class, iniziativa portata avanti da TeamSystem ed Euroconference, in collaborazione con Forbes Italia, che seleziona i 100 migliori commercialisti e consulenti del lavoro che si contraddistinguono per la loro capacità di innovare, guardare al futuro e creare valore, sia per il proprio studio che per l’economia del paese.

La serata è stata moderata dal managing editor di Forbes Italia, Daniel Settembre, e da Giuseppe Busacca, general manager bu professional solutions di TeamSystem, che hanno premiato i migliori tre per ciascuna delle tre categorie (Crescita e competenze, Innovazione digitale e Valore economico).

I Best in Class che proponiamo oggi appartengono alla categoria Innovazione digitale, che premia tutti gli studi che hanno interpretato in modo ottimale e completo l’innovazione, sia al loro interno che nella collaborazione con i clienti.

I vincitori della categoria Innovazione digitale di 100 Best in Class

Laura Dalla Torre – Studio Filipozzi Dalla Torre

Giancarlo Falco – Falco & Associati

Ramona Corti – Studio Professionale associato Corti Fumagalli

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Da sinistra Laura Dalla Torre, Ramona Corti e Giancarlo Falco

Nel video l’intervista a Laura Dalla Torre, Sandro Cerato (direttore scientifico del centro studi tributari Euroconference) e Luca Caratti (direttore centro studi lavoro e previdenza Euroconference):

Qui le parole di Ramona Corti.

Lo studio ha ricevuto il premio per l’innovazione. Come si è evoluta la vostra attività nel tempo?
Io e Nicola Fumagalli abbiamo costituito il nostro studio appena 30enni, quando l’Italia ancora risentiva delle conseguenze della crisi finanziaria del 2008 e, da ottimisti quali siamo, nella difficoltà abbiamo visto una grande opportunità: cavalcare la ripartenza che ci sarebbe stata, come sempre dopo ogni grande crisi, con un approccio sempre più manageriale e digitalizzato dello studio professionale. La nostra professione, ma non solo, è spesso poco propensa alle novità e disponibile ad accettarle solo quando di novità non si parla più, dopo che sono diventate mainstream per la scelta di una larga maggioranza di persone. Da qui la scelta di innovare non tanto il prodotto, quanto il processo. Ed eccoci arrivati alla nostra sfida (ancora tutta da vincere): managerializzare lo studio professionale, sia con le risorse che con tanta tecnologia, con l’automazione dei processi, con l’intelligenza artificiale. Questo approccio, e la sua esecuzione, ci ha permesso di essere celeri nei servizi di compliance e di concentrarci sempre più su una consulenza tailor made. Da quel 22 gennaio 2014, data di costituzione dello studio professionale, sono passati quasi dieci anni e posso dire che il tempo ci ha dato ragione. Oggi siamo una realtà che conta circa 45 collaboratori, molto digitalizzata e automatizzata. Ovviamente c’è ancora molto da fare e sono convinta che il prossimo passo sarà quello dell’integrazione dell’intelligenza artificiale in tutti i processi di compliance.

Lo studio ha un dipartimento dedicato alle donne imprenditrici. Una recente ricerca di Imb ha rilevato più presenza femminile nelle aziende, ma con meno ruoli di responsabilità e comando, soprattutto rispetto ai livelli pre-pandemia. Cosa dovrebbe cambiare per arrivare a una parità di genere in questo settore? 
Premetto che il nostro studio è prevalentemente composto da donne e che tra le nostre prime linee vi è una totale parità di genere, in termini sia di posizione che di retribuzione. È pur vero che la ricerca menzionata non fa altro che confermare quello che ho sempre vissuto da quando ho intrapreso la libera professione: vi è ancora un significativo gap da colmare per arrivare a una completa parità di genere. Non credo che la soluzione passi attraverso specifiche norme per inserire donne ai vertici, e lo dico da donna che è sempre stata molto sensibile a questo tema. Piuttosto, a livello centrale, bisognerebbe mettere tutti nelle stesse condizioni per poter contribuire al meglio nella società. Mi riferisco, ad esempio, alle donne in maternità o che si ritrovano successivamente ad accudire i figli. È più un cambiamento culturale che passa attraverso l’educazione e la formazione: elementi chiave di qualsiasi società libera e, se vogliamo che qualcosa cambi, dobbiamo puntare proprio su questo. Concludo con un appello anche alle donne: il primo passo per andare dove vuoi è decidere che non vuoi più stare dove sei.

Di seguito le parole di Giancarlo Falco.

Vi definite l’evoluzione dello studio tradizionale del dottore commercialista. In che cosa vi sentite innovativi?
Nell’approccio orientato ai processi aziendali, su cui sono organizzati i gruppi di lavoro che seguono le aziende, con competenze trasversali tra tax, accounting e finance. Nell’utilizzo di strumenti software e di Ia nell’organizzazione dei servizi.

Quali sono le linee guida dei professionisti che lavorano nel vostro studio?
In primis orientamento al cliente e alla creazione di valore per il cliente stesso, assieme a un forte rigore etico. Professionalità per noi è un mix di rigore nelle risposte ai bisogni dei clienti, riservatezza e understatement nell’approccio. Ci consideriamo partner nella condivisione di una crescita comune.

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