Sostenibilità, economia circolare, energie rinnovabili sono ormai da anni parole chiave nella narrativa politica, sociale e anche economica di tutto il mondo. Sono temi percepiti sempre con grande attenzione, ma di fatto ancora sentiti lontano da tanti. Così abbiamo voluto incontrare chi su questi temi lavora realmente e li porta nella vita quotidiana della propria comunità. Non è l’amministratore della municipalizzata di una grande città, ma un imprenditore di una regione che non ha tutta la visibilità che meriterebbe. Abbiamo intervistato Antonio Lucio Valerio, socio di riferimento e amministratore delegato della Res – Recupero Etico Sostenibile, società molisana quotata alla Borsa di Milano a inizio maggio 2023.
Il Gruppo Valerio è una delle realtà più attive dell’economia molisana e del Sud Italia. Come nasce l’imprenditore Antonio Lucio Valerio?
L’attività è stata fondata da mio padre e da mio zio nel 1973. Dal’89 il settore prevalente è quello dei rifiuti. Io mi sono laureato in Politica economica alla Sapienza di Roma. Ricordo che il giorno della laurea, con una tesi sulle banche, un membro della commissione mi chiese se volevo andare a lavorare in banca e io risposi: no, voglio lavorare con papà, in azienda. E così è iniziato il mio percorso imprenditoriale.
Quale è stata la storia dell’azienda di oggi?
Abbiamo iniziato con la raccolta dei rifiuti urbani e la gestione di una discarica, che all’epoca era la forma di smaltimento ordinario. Con gli anni ho voluto andare oltre a questo e creare un vero processo industriale. Così abbiamo avviato una serie di progetti e impianti molto importanti e oggi di fatto ci ritroviamo a presiedere l’intera catena del valore dei rifiuti urbani. Gestiamo dalla raccolta fino a tutte le fasi di lavorazione, quindi il recupero, la selezione e la valorizzazione. E arriviamo fino alla produzione di nuovi prodotti finiti.
Quanto è importante per voi il legame con il territorio?
Un altro vantaggio che abbiamo avuto è proprio nel fare tutto in un piccolo pezzettino di terra, in trenta chilometri ci sono praticamente tutti i nostri impianti. Questo significa poter dialogare con le istituzioni, avere una buona impronta sul territorio, essere percepiti dalla comunità come a favore dell’ecosistema. Questo legame ci ha anche permesso di rilanciare tutta l’area ex Ittierre, glorioso e storico centro tessile del Molise. Qui produrremo tessuti e addirittura capi finiti con filati prodotti da plastiche riciclate, recuperando anche competenze nel settore moda ancora presenti sul territorio.
Quali altri progetti avete in cantiere?
Quando è stato pubblicato il Pnrr, abbiamo partecipato con un progetto senza realmente sperare di vincere, invece siamo arrivati quarti. Si tratta del riciclo chimico delle plastiche, trasformate in olio pirolitico per nuovi impieghi. In Italia esistono solo piccoli impianti sperimentali, il nostro impianto sarà all’avanguardia e darà una seconda vita anche a plastiche provenienti da altre regioni d’Italia. Questo ci ha permesso di accedere ai fondi del Pnrr. E adesso stiamo lavorando anche a un bando per la produzione di idrogeno da fonti rinnovabili in un’aria abbandonata.
E sul fronte del R&D?
Sul fronte della ricerca e sviluppo, abbiamo un accordo con l’Università del Molise, dei dottorati nei nostri laboratori e poi abbiamo dato vita a un Its per formare professionalità che sul territorio ancora non ci sono e di cui abbiamo bisogno.
Perché una azienda come la vostra ha deciso di quotarsi?
Tutte le aziende familiari oggi non hanno valore se non il valore delle persone che le popolano e, di fatto, tutte le aziende familiari devono affrontare i problemi di governance. Oggi con la quotazione si è creato un valore. Adesso ognuno ha un proprio pacchetto azionario e ne può disporre come vuole. Poi c’è un motivo di visibilità. Un tempo, il settore dei rifiuti era l’anello finale della catena del valore, oggi è un anello centrale perché attraverso il concetto di sostenibilità ed economia circolare, di fatto, noi rimettiamo nel ciclo produttivo le materie recuperate dai rifiuti. Quindi, essendoci quotati, possiamo essere un partner industriale di tante aziende importanti. Anche a livello del sistema bancario e istituzionale. Non siamo più solo l’imprenditore Antonio Valerio, ma un insieme di soggetti che hanno creduto in questo progetto. Sono poche le società quotate che fanno solo rifiuti. Al di là delle multiutility, in Italia solo due o tre società sono come noi. Con la Borsa abbiamo una visibilità diversa oggi. E poi siamo l’unica azienda quotata del Molise e questo ci dà motivo di orgoglio. Infine, essere quotati ci permette di fare M&A più semplicemente. E lo faremo solo verticale verso la realizzazione di nuovi prodotti finiti partendo da materiali recuperati dai rifiuti.
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