Dopo la corsa alla volta celeste, la classifica dei The World’s 50 Best Restaurants è l’evento più atteso dell’anno e ad aggiudicarsi il primo posto nel 2023 è il ristorante Central di Lima, in Perù. Un viaggio oltreoceano che premia l’innovazione e la territorialità dettate dall’esperienza dello chef Virgilio Martinez. Qualche passo indietro per L’Italia.
Vinti e vittoriosi: un anno costellato da rivoluzioni
Ad aggiudicarsi il primo posto della The World’s 50 Best Restaurants 2023 è Central, il ristorante peruviano dello chef Virgilio Martinez, classe 1977, che nel 2022 arrivò secondo aggiudicandosi solo il titolo di miglior ristorante del Sud America sotto al Geranium di Copenhagen che, invece, quest’anno sembra esser sparito dai monitor dell’alto controllo.
Il Central commenta così la vittoria nell’ultimo post su Instagram: “Grazie a tutte le persone che in modi diversi ci hanno accompagnato nella vita di Central e hanno fatto parte di questo percorso, in momenti diversi dall’apertura. Siamo felici e manteniamo la prospettiva, perché la scena attuale deve lavorare per motivare, dimostrare che è possibile, che lavorando con trasparenza e coerenza si può costruire ogni giorno di più e allo stesso tempo fare comunità”. E continua: “Grati al territorio, all’America del Sud e alla forza che siamo. Perché questa volta è toccato al Perù portare a casa il primo posto, ma d’ora in poi si sappia che la pista è asfaltata e la regione ha trovato un accesso diretto”.
Un successo oltremodo conferito all’importanza della cultura gastronomica peruviana che riscontriamo anche nella presenza di altri 3 ristoranti peruviani, dopo il Central, all’interno della classifica: Maido in sesta posizione, Kjolle in ventottesima posizione e Mayta in quarantasettesima posizione.
Qualche passo indietro, invece, è toccato all’Italia. Reale scende, infatti, di un gradino alla sedicesima posizione, Piazza Duomo dal diciannovesimo posto conquistato nel 2022 scende al quarantaduesimo e Le Calandre scende al quarantunesimo posto rispetto al 2022 quando riuscì ad aggiudicarsi un posto nella top ten. Solo Lido 84 di Riccardo Camanini sul Lago di Garda guadagna di un gradino rispetto all’anno precedente aggiudicandosi la settima posizione in classifica. Senza dimenticare l’ingresso di Enrico Bartolini all’ottantacinquesima posizione.
Cosa ci suggerisce la classifica dei The World’s 50 Best Restaurants
Qualcosa sta decisamente cambiando nel panorama dell’alta ristorazione mondiale. Stiamo assistendo in questi ultimi anni a decine di chiusure e trasformazioni dettate, non da una profonda crisi economica, ma da un bisogno di natura evolutiva. Lo stesso che lentamente sta sgretolando un paradigma ormai stagnato e che ci portiamo dietro dalla nascita del servizio alla francese. La perfezione oggi non è più, dunque, la ricerca dell’assurdo o il primato da contendere, ma il ritorno alle origini, alla territorialità che si fa portavoce di una nazione.
La folgore olimpica che tutti vorrebbero non è più nelle mani di pochi, ma si sta facendo strada in un fenomeno culturale che vede coinvolti finalmente più attori, più cucine diverse fra loro. Confermando una crisi di estrema chiusura che non poteva più andare avanti.
Ma questa non è l’unica novità. Di estrema importanza è anche il contributo di Nora Fitzgerald Belahcen, fondatrice di Amal, che si aggiudica insieme con Othón Nolasco e Damián Diaz (duo di No Us Without You LA) – il Champions of Change Award per il loro contributo alla formazione e all’emancipazione femminile delle donne in Marocco attraverso la cucina.
Ecco, la classifica ufficiale dei 50 migliori ristoranti al mondo:
- Central, Lima
- Disfrutar, Barcellona
- Diverxo, Madrid
- Asador Etxebarri, Atxondo
- Alchemist, Copenhagen
- Maido, Lima
- Lido 84, Lago di Garda
- Atomix, New York
- Quintonil, Città del Messico
- Table By Bruno Verjus, Parigi
- Trèsind Studio, Dubai
- A Casa do Porco, San Paolo
- Pujol, Città del Messico
- Odette, Singapore
- Le Du, Bangkok
- Reale, Castel di Sandro
- Gaggan Anaand, Bangkok
- Steirereck, Vienna
- Don Julio, Buenos Aires
- Quique Dacosta, Denia
- Den, Tokyo
- Elkano, Getaria
- Kol, Londra
- Septime, Parigi
- Belcanto, Lisbona
- Schloss Schauenstein, Svizzera
- Florilège, Tokyo
- Kjolle, Lima
- Boragò, Santiago Del Cile
- Frantzén, Stoccolma
- Mugaritz, San Sebastian
- Hisa Franko, Kobarid
- El Chato, Bogotà
- Uliassi, Senigallia
- Ikoyi, Londra
- Plénitude, Parigi
- Sézanne, Tokyo
- The Clove Club, Londra
- The Jane, Antwerp
- Restaurant Tim Raue, Berlino
- Le Calandre, Rubano
- Piazza Duomo, Alba
- Leo, Bogotà
- Le Bernardin, New York
- Nobelhart & Schmutzing, Berlino
- Orfali Bros Bistro, Dubai
- Mayta, Lima
- Grenouillère, La Madeleine-Sous-Montreuil
- Roseta, Città del Messico
- The Chairman, Hong Kong
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