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Small Giants

Dalle telecronache di Bruno Pizzul alle nuove piattaforme streaming: così è cambiato il modo di raccontare il calcio

Articolo tratto dall’allegato Small Giants del numero di luglio 2023 di Forbes Italia. Abbonati!

Da La Domenica Sportiva di Enzo Tortora, passando per lo stile unico di Sandro Piccinini, fino al modello “show man” di Pierluigi Pardo. Strumenti, format, grafiche e modalità di comunicazione che si sono evolute nel corso dei decenni, seguendo le esigenze di un pubblico desideroso di essere parte sempre più attiva del processo.

Le telecronache di Bruno Pizzul

Con l’avvento della tv, pionieri del giornalismo sportivo come Nicolò Carosio e Nando Martellini, seguiti poi da Bruno Pizzul, voce storica della nazionale italiana di calcio, conservavano la loro cultura radiofonica, preoccupandosi di moderare l’influenza della parola in tv.

“Prevaleva il racconto delle immagini e la cronaca era molto didascalica. Con il miglioramento dei mezzi a disposizione si è moltiplicato il numero delle telecamere per i registi, con una sovrabbondanza di inquadrature che hanno fatto perdere alla partita la sua centralità”, racconta Pizzul.

L’arrivo delle Pay-tv negli anni ’90

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Pierluigi Pardo

La fine del monopolio pubblico e l’arrivo della tv privata hanno portato a un potenziamento degli investimenti e a un nuovo modo di raccontare il calcio. Con le Pay-tv a metà degli anni ‘90, il piccolo schermo è andato verso una maggiore spettacolarizzazione, che ha trasformato il cronista in un personaggio sempre più al centro della scena.

Una tendenza riscontrata non solo durante le partite, basti pensare al caso recente di Daniele Adani durante gli ultimi Mondiali, accusato di una telecronaca sopra le righe, ma anche nei programmi tv dedicati all’approfondimento.

Negli studi televisivi, il font type minimalista degli anni ‘90 ha ceduto il posto a una grafica più appariscente a sottolineare lo spirito allegro di programmi come Tiki Taka, in cui prevaleva un contenuto informativo acceso ma mai pesante. Qui il conduttore si spostava tra le poltrone nel corso del dibattito, animato da esperti che si alternavano a personaggi divertenti.

“Rispetto al passato serve sicuramente molta più preparazione, perché il pubblico è più esperto, ma non bisogna dimenticarsi di essere anche un po’ leggeri nel racconto e aver un pizzico di ironia, rimanendo sempre competenti”, racconta il giornalista di Dazn ed ex conduttore di Tiki Taka Pierluigi Pardo.

Il passaggio a un modello più interattivo

La volontà di arricchire la narrazione con le reazioni del pubblico da casa ha portato gli studi tv ad attrezzarsi con nuove postazioni social, composte da touch screen e figure professionali appositamente scelte per selezionare i commenti in rete.

Gradualmente si è assistito al passaggio da un modello da uno a molti, quello televisivo, a uno più inclusivo e interattivo, che viaggia su nuove strade e incontra linguaggi e formati diversi. Un cambiamento legato alle nuove abitudini dei tifosi di calcio, alla ricerca di un consumo rapido ed efficiente anche lontano da casa.

“L’esperienza su Dazn mi ha avvicinato a un racconto calcistico diverso, nuovi stili e linguaggi, format differenti per nuovi target di tifosi. Il pubblico più giovane di oggi ricerca contenuti brevi ed estremamente coinvolgenti”, prosegue Pardo.

“Quelli che chiamiamo contenuti ‘snackable’, pensati per un consumo rapido ed efficiente, soprattutto su dispositivi mobile, per esempio, gli highlights o le interviste brevi. Contenuti più brevi rispetto ai classici formati, divisi magari in puntate, che descrivono l’evento sportivo in modo completo e dove al centro rimane la passione per il pallone”.

La rivoluzione dello streaming

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Stefano Borghi

L’accelerata nella sperimentazione tecnologica degli ultimi anni ha portato a una fruizione dello sport sempre più inclusiva. La rivoluzione dello streaming ha permesso di fruire dei contenuti con grande flessibilità. Se prima del cambiamento, lo spettatore era vincolato al trovarsi in un luogo in cui ci fosse un apparecchio in grado di trasmettere l’evento, oggi utilizzando una connessione internet si può fruire dei contenuti di infotainment nella forma che si preferisce.

L’ultimo report del Capgemini Research Institute, conferma il dominio nella fruizione dello sport delle piattaforme di streaming: se nel 2019 solo il 39% dei tifosi preferiva questo tipo di fruizione, oggi questa percentuale è quasi raddoppiata, passando al 75%.

Discorso analogo per i social media, con la quota passata dal 44% del 2019 al 64% di oggi, trainata dalle generazioni più giovani. Tra i primi ad accorgersi delle potenzialità di questo strumento è stata Dazn, con un hub tecnologico costruito per trasformare la piattaforma in un unico luogo dove il fan può fare acquisti, chattare durante l’evento sportivo, fare pronostici e godersi il meglio dell’intrattenimento sportivo live e on demand interagendo con altri tifosi e con i propri beniamini.

“La mia sensazione è che si sia entrati in un contesto di grande libertà di crearsi il proprio palinsesto personale, accompagnata peraltro da un esponenziale e costante miglioramento della qualità dell’esperienza offerta”, dice Stefano Borghi, giornalista Dazn.

“Questo permette di personalizzare sempre più le proprie scelte, adattandole ai ritmi, alle necessità e alle richieste del fruitore. Ritengo che sia veramente un cambiamento straordinario e che porti solo grandi vantaggi agli utenti, anche perché uscendo da una sorta di ‘preconfezionamento’ delle esperienze come nel caso dei palinsesti tradizionali, si offre un panorama di scelta nel quale a fare la differenza sarà sempre più la qualità del contenuto”.

Lo sviluppo di nuovi contenitori

In Italia, la crescita dello streaming è andata di pari passo con lo sviluppo di nuovi contenitori come i podcast, che hanno portato il racconto del calcio su altri media facendo riscoprire la bellezza dall’ascolto, in una sorta di ritorno alla radio in versione smart.

Un prodotto con un’identità definita, declinata però in svariate forme e fruibile da tutti in qualsiasi momento. Libertà totale di espressione, ma anche di scelta. Vocabolario Borghi, video-podcast lanciato nel 2022 dallo stesso giornalista, rappresenta un tentativo ben riuscito di coniugare la definizione tecnologica con i tratti classici del racconto.

“L’idea era quella di cominciare a fondere i vari livelli del nuovo stile di intrattenimento, quindi una base classica di storytelling declinata attraverso la forma del podcast, eseguita live in un teatro e proposta anche in video, quindi con il supporto sia di immagini che di effetti scenici. Ci tenevo molto a provare a fare qualcosa che non si fosse ancora visto”.

La narrazione sportiva, in particolare quella calcistica, è stata influenzata dai cambiamenti dello sport e dalle richieste di un pubblico sempre più esigente. Chi racconta ha il compito di offrire un servizio efficace, adottando uno stile comunicativo che sappia stimolare le corde dell’emozione, della passione e del divertimento.

Tuttavia, come dice Borghi, la grande differenza offerta dai nuovi mezzi digitali tocca più lo spettatore che il narratore. “Oggi le possibilità di interazione ma anche di approfondimento si sono moltiplicate e quindi per il fruitore è tutto molto più amplificato nonché innovativo. Tuttavia, il ruolo del giornalista rimane quello di essere un obiettivo, competente, credibile e – si spera – indispensabile ponte fra i due veri grandi protagonisti dell’universo dello sport, ovvero chi lo fa e chi lo segue”.

 

 

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